LA NATO È NEMICA DELLA PACEdi Clara Reina
Molti dicono: la Nato ci protegge. Purtroppo no! La Nato è un
rischio enorme, a livello mondiale e nostro nazionale. Ripercorriamone
la storia. Dopo il lancio delle atomiche di Hiroshima e Nagasaki il Pentagono
calcola che per distruggere la URSS basterebbero 200 bombe di quel tipo. Quando
nel 1949 anche la URSS si dota di ordigni nucleari, nasce la Nato, e attraverso
ad essa durante 40 anni di guerra fredda gli USA mantengono il dominio sugli
alleati europei, usando l’Europa come prima linea nei confronti
dell’avversario.L’Italia è tra i membri fondatori con De Gasperi, secondo gli
accordi segreti sottoscritti nel ’47 a Washington (in riconoscenza per gli
aiuti dati nella Liberazione dal nazifascismo: aiuti che ci sono costati, e
tuttora ci costano, cari.) Inizia così lo schieramento con basi e truppe con
circa 700 armi nucleari dell’epoca.
Nel 1955 si forma in risposta il patto di Varsavia.Fino al 1991 si accumula negli arsenali USA, URSS e di altri sette
paesi una potenza equivalente a un milione di bombe di Hiroshima.Con il dissolvimento del patto di Varsavia e URSS nel 1991 avrebbe
dovuto cessare anche l’Alleanza Atlantica, rimasta senza controparte.Invece è l’inizio di una serie di guerre, cui ovviamente partecipa
anche l’Italia, violando costantemente l’articolo 11 della Costituzione, votate
di volta in volta da qualsiasi governo al momento guidasse il paese: prova
della sudditanza supina alle politiche statunitensi. Politiche che hanno sempre
seguito la strategia del golpe globale: dovunque siano intaccati gli interessi
USA, in stati geograficamente, culturalmente e storicamente distanti viene
favorito un golpe per mettere alla guida un fantoccio amico. Succede in America
Latina, Medio Oriente, Jugoslavia, Africa. Avrebbero gradito anche nella stessa
Russia, in piena guerra, un cambio di regime che mettesse alla guida del grande
nemico un loro uomo: ricordiamo la scorsa primavera ai tempi di Bucha, quando
Biden parlava di Putin macellaio che non poteva restare al potere? Il Pentagono
ha infatti diviso il pianeta in sei aree di responsabilità, ognuna affidata a
un Comando Usa, per tenere tutto sotto controllo. Come se l’intero pianeta
fosse sua colonia. È il piano egemonico dei neocons, per la supremazia
mondiale.Il primo conflitto post-guerra fredda è la prima guerra del golfo,
a difesa del Kuwait annesso da Saddam, a cui segue subito l’ingerenza nella
penisola balcanica: la Federazione Jugoslava deve essere smembrata. Puzza
troppo di comunismo. Sfruttando le rivalità interne alle etnie viene bombardata
pesantemente la Serbia usando uranio impoverito, causando migliaia di vittime
civili e danni a lungo termine a persone e ambiente.Contemporaneamente un vertice Nato rende operativo il nuovo
concetto strategico: la Nato è trasformata da alleanza difensiva tra i
paesi membri ex art. 5, in alleanza che impegna a condurre operazioni in
risposta a crisi anche al di fuori dei paesi membri. Il Comandante supremo e
tutti i comandi chiave sono nominati dal Presidente USA: Nato come protesi USA
quindi.Nel 2001 c’è l’invasione dell’Afghanistan, strategicamente
importante fra Russia e Cina, per combattere il terrorismo in seguito all’11
settembre.
È poi il turno dell’Iraq, che avrebbe posseduto armi di
distruzione di massa (prove poi risultate false). Baghdad e altre città sono
messe a ferro e fuoco, con l’uso di bombe al fosforo e torture. Quindi è la
volta della Libia, colpevole di voler creare una moneta panafricana in
alternativa a dollaro e franco, basandosi sulla sua ricchezza petrolifera. I
fondi libici sono congelati in Belgio vanificando il progetto. Vengono
fomentati i dissidi tribali e armati gruppi islamici fino al giorno prima
definiti terroristi. L’Italia straccia il trattato di cooperazione in essere.
In sette mesi vengono sganciate 40mila bombe e missili. Le conseguenze durano
tuttora, con ripercussioni sulle politiche energetiche e sulla immigrazione
clandestina e una situazione del tutto instabile nel paese. In Siria, crocevia
di distribuzione gasiera, viene favorita e finanziata l’ISIS, il cui capo
incontra McCain, fintamente contrastata e in realtà appoggiata, finché nel 2015
interviene la Russia in difesa di Damasco. La guerra civile infuria e la
situazione umanitaria resta gravissima per anni. Nel 2018 gli alleati
bombardano pesantemente arsenali chimici, da cui sarebbero partiti attacchi,
rischiando lo scontro diretto USA-Russia. In quelle zone i focolai sono
continui e attualmente accendono l’Iran, che sostiene la Russia, e anche la
Palestina, irritando Israele potenza occidentale che congiuntamente agli Stati
Uniti medita (ed effettua) operazioni militari. E in Europa? Nonostante le
promesse fatte a Gorbaciov, che la Nato non si sarebbe espansa ad est, in 20
anni si estende invece da 16 a 30 paesi, inglobando paesi ex URSS, quasi tutti
i paesi ex patto di Varsavia e ex Jugoslavia. Lasciando da parte il caso
particolare dell’Ucraina, sono candidate anche Georgia e Bosnia-Erzegovina e
ora anche Svezia e Finlandia. La Russia si sente circondata. Su 27 paesi UE ben
23 sono così membri Nato, con una compenetrazione e identificazione tra le due
organizzazioni.