ADDIO AD ALESSANDRO QUASIMODO
di Angelo Gaccione

Alessandro Quasimodo
È morto ieri a Milano l’attore e regista Alessandro Quasimodo.
Conoscevo Alessandro Quasimodo da almeno una quarantina
d’anni. Da quando pubblicai la prima edizione di Lettere ad Azzurra, un
librino che contiene 11 letterine che hanno accompagnato il percorso di vita
della mia unica figlia per 9 mesi, e poi il congedo di un padre che le dà il
benvenuto in un mondo purtroppo non proprio rassicurante. Era stato Alessandro
a leggere, con la sua inconfondibile voce, alcune di quelle lettere in uno dei
tanti incontri pubblici. Quando lo andai a trovare nella casa paterna per
fargli raccontare il suo quartiere, abitava ancora in Corso Garibaldi dove
nell’atrio è stata murata la targa per il padre Premio Nobel con i duri versi
sulla guerra: e come potevamo noi cantare / con il piede straniero sopra il
cuore… Quei ricordi confluirono qualche anno dopo nel corposo e fortunato
volume de La città narrata (tre edizioni) da me curato, in cui compaiono
i nomi di tante importanti personalità della cultura milanese. Poi arrivò
“Odissea” e Alessandro fu fedele alle sue idee e ai suoi principi, e ogni tanto
ci mandava qualche suo scritto. Fu lui a leggere in Largo Corsia dei Servi
versi di padre David Maria Turoldo quando fu inaugurato il Giardino che il
Comune di Milano gli dedicò su iniziativa del “Comitato di Odissea per
Turoldo”. E quei ricordi sono ora fissati su tante foto che ci ritraggono in
una stagione felice. Al Premio Pioltello del 2020 non potemmo festeggiare ed
essere presenti perché non si era potuto tenere in forma pubblica per via del
Covid, ma ci incontrammo in diverse numerose occasioni, come quella in cui si
confessò, con un certo dolore e risentimento nei confronti del padre, nel
piccolo slargo all’aperto del Caffè Giamaica di Brera, in occasione di un
incontro con il comune amico Pierfranco Bruni. Ma conservava comunque la sua
delicata tenerezza verso il padre, e il 20 dicembre del 2021 mi aveva mandato su
WhatsApp una poesia scritta a 4 mani con il padre, una specie di poesia visiva
ante litteram e lui era poco più che un bambino. Il 21 maggio del 2022 mi aveva
mandato un video con la versione russa de L’Internazionale, perché
Alessandro era un uomo di sinistra, e mai aveva saltato di mandarmi in
occasione del 25 Aprile messaggi audio con poesie sulla Resistenza da lui
recitate. Poteva essere il poeta Quasimodo, ma poteva essere Ungaretti o un
poeta straniero. Non trascurava mai di mandarmi i suoi giudizi di condivisione
quando gli giravo i link dei miei pezzi su “Odissea” e quelli dei tanti nostri
collaboratori. Soprattutto da quando era esplosa la tragedia della guerra
russo-ucraina. Verso la guerra Alessandro aveva la nostra stessa avversione, e
non aveva trascurato di mandarmi la sua adesione quando raccogliemmo le firme
che consegnammo al Prefetto di Milano in un incontro cordiale e fattivo. Quelle
firme e quelle proposte per un negoziato di pace da avviare subito, furono
inoltrate dal Prefetto alle massime autorità istituzionali. Non ho più trovato,
invece, il bel regalo che mi aveva fatto in occasione della giornata della
Memoria il 27 gennaio del 2023 inviandomi un audio sul telefonino con la lettura
del mio testo poetico “Dachau, marzo 1981”, in cui racconto della mia visita
all’ex Campo di sterminio nazista tedesco. Una lettura intensa, coinvolgente,
emozionante, come mi accadeva sempre di emozionarmi sentendo la sua caldissima e
personalissima voce di fine dicitore e di attore. Il telefonino ha conservato
la ricezione, ma la lettura non è più disponibile, e me ne dispiace molto.
Anche questi mezzi di efficienza moderna, sono dotati di una loro precaria
inaffidabilità. Il 27 agosto del 2023 mi aveva mandato un duro testo di Anthony
Hopkins in cui un passo dice così “(…) la mia anima ha fretta. / Sono
rimaste pochissime caramelle nella scatola” che mi aveva allarmato, ma
poi erano arrivate le foto del 4 settembre con il premio alla carriera a
Sant’Alessio Siculo e mi ero tranquillizzato. Io sarei entrato al Policlinico
per un intervento lunedì 11 settembre e lui sabato 9 al Teatro Comunale di
Siracusa sarebbe stato ospite d’onore e testimone al Premio Elio Vittorini. Lunedì
5 agosto dello scorso anno (2024) alle 10,12 gli avevo mandato il link del
pezzo che avevo dedicato a Fiesta, il celebre romanzo di Hemigway
pubblicato su “Odissea” e questa volta non mi aveva risposto per iscritto, ma
con un messaggio vocale alle 13,07. Questo, invece, si è miracolosamente
salvato e lo riporto qui fedelmente: “Bellissimo intervento, creativo,
interessantissimo e pieno di cose assolutamente condivisibili. Caro Angelo, ho
apprezzato molto questo tuo intervento su Fiesta e devo dire che io sono
andato tante volte a Madrid dagli zii, siamo andati in giro per la Spagna, ma non
ho mai voluto assistere a una corrida in vita mia perché sapevo già tutto, e
quello che non sapevo mi avrebbe fatto talmente orrore che vedere sangue,
questa mattanza. Non è nel mio modo di vedere le cose e di essere. Grazie
comunque. Bravo”. Il buongiorno che mi era arrivato il mattino del 3 ottobre accompagnato
da una foto con dei fiori belli e rari, è stato l’ultimo. Lo avevo però sentito
telefonicamente, e poi era stata la nostra comune cara amica Maria Cristina
Pianta a informarmi del suo ricovero. Gli avevo mandato i saluti e con Cristina
ci saremmo accordati per andarlo a trovare alla RSA di via Lopez de Vega al mio rientro dalla Calabria a fine
mese. Prima della partenza Cristina mi aveva anche riferito della volontà di
Mario Cei, d’accordo con Alessandro, di far dono di alcuni bei libri della
biblioteca personale di via Broggi alla Biblioteca Ostinata. Con Mario ci
eravamo sentiti telefonicamente e l’incontro sarebbe avvenuto presto. La ferale
notizia della scomparsa di Alessandro mi è giunta ieri con tutta la sua
repentina malvagità.
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