Si è spenta a Milano nella sua casa di Porta Romana a
84 anni l’inseparabile compagna di una vita di Dario Fo
Milano. Franca
è morta. L’attrice versatile, la militante antifascista, la donna coraggiosa e
ribelle, la "Primavera botticelliana”
come alcuni di noi l’avevano definita
[Dario Fo per ricordare il settantesimo compleanno di Franca, in un suo acrilico
su tavola a colori del 1999, l’aveva raffigurata proprio come una Primavera], ha concluso la sua vicenda
terrena.
Ogni vita ha un limite e a
ciascuno di noi toccherà la stessa sorte; ma ci sono vite spese così bene,
impiegate per le cause collettive che più contano, per ragioni così nobili, che
ci sembra impossibile che quelle vite possano finire. E più passa il tempo e più
quelle vite ci diventano preziose, ringiovaniscono, e le idee che esprimono
sono così contemporanee da apparirci intramontabili.
Quanto la cultura deve a
questa donna e all’uomo che le è stata accanto, ognuno di noi lo sa. Quanto le
idee di cambiamento, le battaglie civili e politiche (sempre dalla parte degli esclusi
e contro ogni potere), le sono debitrici, lo sanno bene almeno un paio di
generazioni. Potremmo scrivere un fiume di parole su questa“pasionaria” della
cultura. A me basta ricordare la tenerezza con cui ha voluto dedicarmi il meraviglioso
catalogo di Dario Fo pittore, in occasione della ricchissima mostra dello
scorso anno a Palazzo Reale: “Ad Angelo con un bacio! Franca Rame 2012”.
Non era una dedica di
circostanza. Ricambiamole il nostro bacio e il nostro affetto che l’accompagnino per
altri cieli.
Angelo Gaccione