MARE MOSSO
di Antonio Mazzeo
Pronto nuovo intervento USA in Libia da Sigonella
Gli Stati Uniti
starebbero pensando di lanciare un nuovo attacco militare in Libia dalla
stazione aeronavale di Sigonella. Cinquecento marines sono stati trasferiti nei
giorni scorsi in Sicilia dalla base di Rota in Spagna. Gli uomini fanno parte
della Marine Air Ground Task Force (MAGTF), la forza speciale costituita nel
1989 per garantire al Corpo dei Marines flessibilità e rapidità d’azione nei
differenti scacchieri di guerra internazionali. L’unità di Rota è stata
attivata dal Pentagono solo un paio di mesi fa per sostenere il Comando Usa in
Africa (Africom) nell’addestramento e la formazione delle forze armate dei
partner continentali e intervenire rapidamente in Africa in caso di crisi. La
decisione di dar vita alla nuova task force è stata presa nel settembre 2012
dopo l’attentato terroristico contro il consolato Usa di Bengasi in cui persero
la vita quattro funzionari tra cui l’ambasciatore in Libia, Christopher
Stevens. Secondo il portavoce del Pentagono George Little, i marines potranno
intervenire da Sigonella in tempi rapidissimi nel caso di nuovi attacchi al
personale diplomatico o ai cittadini Usa presenti in Libia per “effettuarne
eventualmente l’evacuazione”. “Siamo preparati a rispondere se necessario, se
le condizioni peggiorassero o se venissimo chiamati” ha aggiunto Little.
Qualche giorno fa il Dipartimento di Stato ha ridotto sensibilmente lo staff
dell’ambasciata di Tripoli, ordinando di contro il rafforzamento del dispositivo
gestito in loco da una dozzina di militari Usa. Inoltre sono stati invitati i
cittadini statunitensi a viaggiare a Tripoli solo per necessità
improcrastinabili ed evitare in assoluto Bengazi o altre località in Libia.
Washington parla di “crescente clima d’instabilità e violenza” e di
“deterioramento delle condizioni di sicurezza”. Così è stato decretato lo stato
d’allerta per gli special operations team di stanza a Stoccarda (Germana) e per
la task force dei marines in Spagna che prima del trasferimento a Sigonella, il
19 aprile scorso aveva raggiunto da Rota la base aerea di Morón de la Frontera.
Il 3 e 4 aprile, i Comandi delle forze navali Usa in Europa e Africa e della VI
Flotta avevano pure ospitato a Napoli i responsabili della neo-costituita
marina militare libica e del corpo della guardiacoste per discutere di
“sicurezza marittima” e “cooperazione strategica”. Insieme ai marines sono
giunti a Sigonella pure otto velivoli da trasporto e assalto anfibio Bell
Boeing CV-22 “Osprey” (falco pescatore). Si tratta dei controversi
“convertiplani” (bi-turboelica in grado di atterrare e decollare come un
elicottero e volare come un normale aereo), costo unitario 129 milioni di
dollari circa, in grado di trasportare fino a 24 soldati del tutto equipaggiati,
alla velocità di 509 Km all’ora. Numerosi esperti militari hanno ripetutamente
messo sotto accusa l’“Osprey” per le sue scarse condizioni di sicurezza in
volo. Da quando è divenuto operativo, il velivolo è stato al centro di numerosi
incidenti e una trentina tra contractor e militari sono morti durante test ed
esercitazioni. Quando nel 2000 un velivolo in forza all’US Navy cadde negli
Stati Uniti causando la morte di 23 marines il Pentagono pensò di abbandonare
il programma ma sotto il pressing della potente lobby dei costruttori, esso fu
presto riavviato e gli “Osprey” furono destinati alla guerra in Iraq e
Afghanistan. Nella primavera dello scorso anno due “Osprey” si sono schiantati
al suolo, il primo durante un’esercitazione militare in Marocco (morti due
marines) e il secondo in Florida. Per l’alto rischio di incidenti e
l’insostenibile rumore emesso dal velivolo durante le operazioni di decollo e
atterraggio, migliaia di cittadini giapponesi hanno dato vita a numerose
manifestazioni di protesta contro la decisione di dislocare 12 convertiplani
nella grande base aerea Usa di Okinawa. Il Corpo dei marines ha
progressivamente ampliato il proprio impegno di contrasto, congiuntamente ad
Africom, delle milizie islamiche operanti nelle regioni settentrionali del
continente. Nel 2011, nello specifico, fu creata proprio a Sigonella una forza
speciale di pronto intervento del tutto simile a quella di Rota, la Special
Purpose Marine Air Ground Task Force (SPMAGTF-13). Gli uomini sono impegnati
periodicamente come consiglieri e formatori degli eserciti africani o in
attività di supporto logistico e “gestione di tattiche anti-terrorismo”. “La
task force di stanza a Sigonella ha come compiti prioritari la fornitura
d’intelligence e l’addestramento dei militari africani che combattono i gruppi
terroristici in Maghreb e Corno d’Africa o svolgono attività di peacekeeping in
Somalia”, ha dichiarato il maggiore Dave Winnacker, responsabile del gruppo dei
marines. La SPMAGTF-13 include componenti navali, terrestri ed aeree
caratterizzate da notevole flessibilità; conta su circa 200 marines organizzati
in team aviotrasportabili dai grandi velivoli KC-130. Con i 500 uomini giunti
dalla Spagna, Sigonella accresce ancora di più il ruolo di gendarme armato del
Mediterraneo e del continente africano.