ARMI NUCLEARI: CANCELLARLE ORA
di Federico
Migliorati
Da Brescia l’appello del mondo cattolico e laico: l’Italia ratifichi il
trattato sulle armi nucleari e fermi l’ampliamento della base di Ghedi.
Brescia e i bresciani tornano a
mobilitarsi contro la diffusione delle armi nucleari con un appello-manifesto
che reca in calce la firma di diversi esponenti della società civile, in
prevalenza di estrazione cattolica: sacerdoti come don Fabio Corazzina e don
Alfredo Scaratti, ma anche intellettuali e storici del calibro di Anselmo
Palini chiedono a gran voce al mondo politico locale e nazionale di far sì che
l’Italia ratifichi finalmente il Trattato che mette al bando l’arma atomica.
Nei giorni scorsi sono giunte anche le adesioni della Provincia di Brescia, di
53 comuni del bresciano e di 74 associazioni sia cattoliche sia laiche. A
supporto dell’appello, che potrà essere sottoscritto da tutti fino al 21
gennaio, si schiera anche il Centro per la Nonviolenza che ha sede in città in
via Milano, 65. Gli esponenti del sodalizio “salutano con favore” l’iniziativa
e ricordano che “da mezzo secolo noi operiamo contro la macchina militare e i
suoi progetti di oppressione e di morte: si tratta di un gesto assai significativo
per la gran massa di fedeli a cui questi nostri amici si rivolgono”. Fra le richieste contenute nel manifesto vi è
anche l'interruzione dei lavori di ampliamento della base militare di Ghedi,
“un provvedimento - proseguono i militanti del Centro - improrogabile in questo
drammatico momento di emergenza durante il quale l'Italia si è ritrovata con
strutture e servizi medici, sanitari e assistenziali inadeguati ad affrontare
la pandemia da Covid-19 che non cessa di colpire duramente anche nella nostra
provincia. È davvero urgente dirottare le spese militari ad essa destinate
verso una più stringente e capillare lotta al contenimento del contagio e per
una generale urgente tutela dell’ambiente naturale e sociale”. Viene espressa
preoccupazione in particolare circa il progetto di ampliamento della base
ghedese “dove dovrebbero trovare spazio nuovi cacciabombardieri F-35, ognuno
dal costo di almeno 155 milioni di euro, in grado di trasportare altri ordigni
atomici ancora più potenti. Il nostro Paese si è impegnato ad acquistare 90
F-35 per una spesa complessiva di oltre 14 miliardi di euro, cui vanno aggiunti
i costi di manutenzione e quelli relativi alla loro operatività. È
incostituzionale, lo affermiamo da sempre - sono le parole degli attivisti
nonviolenti - la presenza di armi di distruzione di massa come le atomiche sul
territorio della Repubblica Italiana che invitiamo a ratificare il Trattato
dell’Onu sulla Proibizione delle Armi Nucleari, da venerdì 22 gennaio
giuridicamente vincolante per gli oltre 50 Stati che l’hanno già sottoscritto”.
Per maggiori informazioni è possibile chiamare il 339/6243617.