DANTE E L’UNIVERSO FEMMINILE
di
Laura Margherita Volante
In
questo periodo molto complesso e non privo di contraddizioni, per il passaggio
epocale dinamico e di dimensione platanaria, i cui cardini sono il contesto e
la cultura fra senso di appartenenza e comunità mondiale, Dante suscita da
sempre curiosità e suggestione nell’immaginario collettivo per il sommo poeta,
in occasione del VII centenario della morte. Il sottotitolo: “Dante ad continuum
e l’universo femminile”, vuole significare la vitalità prorompente che
l’Alighieri ha, senza spazio e senza tempo, per la dimensione dell’Amore nell’evoluzione
personale, il cui ciclo poetico si risolve nella Vita Nova con Beatrice,
la donna amata. Infatti, la donna attraverso
i secoli, i cui simboli sono le rappresentazioni vitali dei geni dalla
Letteratura all’Arte visiva, è di attualità vigorosa con Beatrice fino a Monna
Lisa e non solo.
Le
figure femminili all'interno dell'opera di Dante sono innumerevoli e pur nella
varietà dei soggetti, sono sempre legate al concetto di Amore in tutte le sue
sfaccettature.
Amor Sacro e Amor Profano da Beatrice a Francesca
da Rimini. Parlando di donne, Dante non perde occasione di narrarne sia il
sentimento platonico e puro sia quello passionale e sessuale, in tutte le sue
forme ed espressioni, in una ricerca di unità e unicità. La donna, sempre
uguale a sé stessa, attraversa secoli di cambiamenti, trovandosi idealizzata o
disprezzata. Maria o Maddalena. Cambia il contesto, cambia la
cultura, ma Lei è adorata o torturata fino ad arrivare ai femminicidi. L’Amore
tormentato passa dall’Inferno al Paradiso ed è sempre un inferno o paradiso
deciso dalla dimensione culturale, gestita dai maschi o uomini. Donne e la
famiglia, donne e il lavoro, donne e i figli, arma spesso di ricatto e
ritorsioni fino alla sindrome di Stoccolma o di Medea. Ecco che si percepisce
la continuità del tema dantesco, dove il tempo scorre senza scorrere, dove lo
spazio è ovunque in una ricerca di sublimazione infinita.
Ecco
che Beatrice rappresenta il miracolo
dell’amore eterno, non c’è vita ma neppure morte. Lei è.
“Nel
sonetto Tanto gentile e tanto onesta pare”, Dante dice che Beatrice par che sia
una cosa venuta / da cielo in terra a miracol mostrare.
Oggi
le donne sono un po’ Beatrice un po’ Francesca in una sorta di borderline, in
questa ansia di amore sublime del sogno e amore romantico, passionale, che si
fa geisha pur di sentirsi amata, e così non è, ma solo apparenza trasparente,
nel continuo dinamismo di un labirinto di specchi, dove non c’è il filo
d’Arianna per uscire libera farfalla.
Dante
per raggiungere Beatrice scrive il suo viaggio di purificazione passando
dall’Inferno al Purgatorio e infine al Paradiso.
L’ascesa
in paradiso avviene attraverso la luce del sole che Dante vede attraverso gli occhi
di Beatrice, la donna ideale, nella sua maturazione animica. Qui si realizza il
superamento tra la divinità e l'amante, oltre in un altrove, proprio perché
Beatrice non viene circoscritta in una dimensione terrena, ma come una creatura
che trascende la sua stessa collocazione, in cui si riflette la bellezza del
Creatore e che conduce alla fonte dell’Amore, quella fonte dove non ci si
disseta mai abbastanza. Grazie alla bellezza divina riflessa in lei, si avvia la
salita paradisiaca di Dante. E così si compie il sogno di ogni donna perdendosi
nell’Amore assoluto, fra illusione e inganno.