GUERRA. FATTI SPARIRE GLI OPPOSITORI
Chi
sono le nostre sorelle e i nostri fratelli?
Nella
narrazione mediatica di quest’ultima follia umana che è la guerra in Ucraina vi
sono degli scomparsi. Sentiamo parlare e vediamo immagini di combattimenti,
bombardamenti, morti, feriti, profughi, capi di Stato, capi di Stato Maggiore,
deportati, mercenari definiti volontari, volontari definiti mercenari e tanto
altro ancora. Una sola categoria di persone sembra essere scomparsa dai radar:
chi, in Russia e in Ucraina, ha detto di no alla guerra.
Erano
apparsi nei primi giorni di conflitto, nelle manifestazioni di Mosca, furono
arrestati e di loro non si seppe più nulla. Non si disturba il manovratore. Non
sono mai apparsi, eppure c’erano, a Kiev e sono chiamati traditori, messi
subito fuorilegge. Chiamati codardi nella più tenera delle ipotesi. Ma sono
loro le nostre sorelle e i nostri fratelli. Lo sono tutti coloro che la guerra
la subiscono e lo sono coloro che la guerra non la vogliono.
Sono
i più coraggiosi perché sono i primi ad essere perseguitati e perché non sono
parlati ma ragionano con la testa e non con altri organi non deputati allo
scopo. Sono, insieme ai soldati che disubbidiscono, le uniche ancore di salvezza
di un’umanità troppo abituata a lasciare le chiavi dell’auto ad ubriachi senza
patente. Sono il cuore pulsante dell’autentico desiderio vitale, quello che
vede sé stesso in ogni altro vivente.
Le
nostre sono parole, i loro sono fatti.
Seguiamoli
anche se ce li nascondono.
Nino
Di Paolo