PAPI E L’ANPI
di Roberto Cenati*
Papi con Giorgio Bocca durante un dibattito
sulla Resistenza
Fulvio Papi, nato a
Trieste il 16 agosto 1930, ci ha lasciato la sera di domenica 20 novembre.
Professore emerito di Filosofia teoretica all’Università di Pavia, ha insegnato
in quell'ateneo per 35 anni. La notizia mi ha profondamente addolorato. Con
Fulvio perdiamo un protagonista della vita culturale del nostro Paese, un
riferimento indispensabile per tutti noi. Politicamente attivo nella corrente
lombardiana del PSI, segue un percorso che lo vedrà assumere la vice-direzione
dell’Avanti! Nel 1963 si dedica all’insegnamento universitario che
lascerà solo nel 2000. Presidente Onorario della Casa della Cultura, è
insignito del titolo di Professore Emerito dall’Università di Pavia e dell’Ambrogino
d’oro quale cittadino benemerito della Città di Milano. Ho avuto il privilegio
di conoscere Fulvio. Un paio di anni fa Fulvio ha chiesto l’iscrizione all’Anpi
con una lettera che conserverò sempre tra i miei documenti più preziosi. Nella
lettera, avente come oggetto “Domanda di iscrizione all’Anpi”, Fulvio scrive:
“Nel periodo 1942-45 ero studente presso il collegio Rosmini di Stresa,
appartenevo a una famiglia di tradizione antifascista, politicamente
socialista. Ho fiancheggiato idealmente (data l’età) la formazione partigiana 7a
Brigata Stefanoni che dal marzo 1944 si andava costituendo nella zona tra
Signese e il Mottarone. Il suo ultimo comandante fu lo studente di Medicina
Renato Boeri, poi celebre neurologo, che dal dopoguerra divenne un amico
carissimo che ho seguito sino all’ultimo giorno e commemorato come direttore
dell’Istituto Besta. Divenni anche amico fraterno di Aldo Aniasi, allora
comandante Iso. Iso, con grande generosità, mi associava alle riunioni
partigiane che un tempo si tenevano in occasione del premio Omegna”. La lettera
si conclude così: “Una comprensibile ragione di pudore –
dato che Fulvio, giovanissimo, non aveva partecipato alla Resistenza – mi
consigliava di non chiedere l’iscrizione all’Anpi. Ma ora il tempo è troppo
breve”. Non avevo perso un minuto di tempo, dopo avere ricevuto la lettera di
Papi. Mi ero subito precipitato nella sua abitazione e da allora sono iniziati,
in modo costante, colloqui e incontri, per me estremamente importanti e
formativi. Ho incontrato Fulvio il 22 luglio scorso. In quell’occasione Fulvio
mi ha raccontato degli anni dell’occupazione nazifascista a Stresa e di avere
avuto più paura delle Brigate nere fasciste che degli stessi tedeschi. Ci eravamo
sentiti qualche giorno fa. In quell’occasione Fulvio mi aveva espresso, come sempre,
con grande lucidità e chiarezza, le sue preoccupazioni per l’escalation del
conflitto in Ucraina e per il minacciato ricorso all’uso di armi nucleari, che
segnerebbero la distruzione della vita sul nostro pianeta. Ai familiari esprimo
anche a nome dell’Anpi Provinciale di Milano commossa e affettuosa vicinanza.
*Presidente Anpi Provinciale di Milano
sulla Resistenza