ANGELO GACCIONE, UN ULISSE DEL WEB
di Chicca Morone
Angelo Gaccione
foto di Giorgio Gulmini (Torino)
L’Odissea infinita di una mente insaziabile.
Il
curriculum di Angelo Gaccione impone la presa di coscienza del fatto che ci
sono persone la cui giornata probabilmente è composta da 48 ore… oltre alle
innumerevoli opere di poesia, narrativa (dalle fiabe ai racconti sapienziali),
critica letteraria, testi teatrali e pamphlet, è alla direzione del prestigioso
giornale on-line “Odissea”, dalle autorevoli firme della cultura italiana e
internazionale sin dalla sua fondazione. Inoltre per il suo impegno civile gli
è stato conferito il Premio alla Virtù Civica dalla Città di Milano,
sicuramente non per aver fatto da testimonial al prodotto di qualche azienda.
Chicca Morone. Angelo Gaccione, nato a Cosenza (sorge nella valle del Crati su sette
colli, 7 come Roma) con radici nella Magna Grecia terra di uomini indomiti
tanto da appoggiare la ribellione di Spartaco, pagandone il prezzo: in quale
argomento sente maggiormente questo “soffio”?
Angelo Gaccione. In quello della solidarietà. Penso
che il senso acceso di giustizia e di solidarietà verso gli esclusi mi derivi
da lì.
C. M. Il
primo libro letto e quello che la rappresenta maggiormente?
A. G. Il
giro del mondo in ottanta giorni di Jules Verne, ero piccolissimo. Direi il
mio libro di fiabe “L’orologio di mastro Hanus”, storie per ragazzi ma
con un significato morale anche per gli adulti. Dentro quelle ventuno
composizioni in cui il magico si mescola con il poetico, ci sono i miei miti e
le mie visioni.
foto di Giorgio Gulmini (Torino)
C. M. Quale
è l’autore italiano e quello straniero che l’hanno segnata maggiormente?
A. G. È
sempre molto difficile fare una scelta così secca, anche perché da ogni autore
come da ogni libro si assorbe qualcosa. Come si fa a discriminare? Ne ho letti
tanti di autori: filosofi, drammaturghi, poeti, narratori, saggisti, musicisti,
artisti dalle più diverse specialità e tendenze… Una vita fra pagine e pagine
in compagnia di uomini e donne di ogni tempo, di ogni luogo… No, proprio non mi
è possibile operare una discriminante. Ho una preferenza per gli autori che
hanno molto sofferto e per quei libri che sono costati sangue, galera,
persecuzioni. Questi autori e questi libri mi hanno molto influenzato.
C. M. Odissea,
il viaggio: come convive con l’Ulisse dentro di sé?
A. G.
Non dobbiamo mai dimenticare che per uno scrittore la sua immaginazione è la più
potente forma di viaggio. E i suoi libri sono, nello stesso tempo, il viaggio e
l’avventura più intensi. Emily Dickinson in alcuni suoi versi scrive che non
esiste vascello più veloce che possa portarci in terre lontane come un libro.
C. M. “Odissea”,
giornale diventato on-line raccoglie prestigiose firme: quando ha iniziato
pensava di raggiungere un simile successo?
A. G. Mi
ero impegnato a dirigere “Odissea” per i primi due anni, fino a quando non
avesse trovato un suo assestamento. Sto parlando della versione cartacea del
giornale allora bimestrale (si era nel 2003), ed invece, assommando gli anni
del suo passaggio in Rete, di anni ne sono passati venti e siamo entrati nel
ventunesimo. Sapevo che c’era spazio per un organo di stampa che raccogliesse
attorno al suo progetto civile ed intellettuale tante intelligenze e tante
voci, ma un successo così ampio e una stima così diffusa non me li aspettavo.
C. M. Gli
amici ancora viventi sono un’infinità: chi ricorda con maggiore affetto tra
quelli che non ci sono più?
A. G. Infatti, la lista sarebbe interminabile, ma il ricordo del filosofo Fulvio Papi, della scrittrice Gina Lagorio, del critico cinematografico Morando Morandini, dello storico dell’arte Arturo Schwarz, dello scrittore Vincenzo Consolo, del giornalista Ugo Ronfani vicedirettore del quotidiano “Il Giorno”, dello scrittore Roberto Pazzi, del pittore Ernesto Treccani, dei poeti Roberto Roversi, Franco Loi, del narratore Carlo Cassola mi sono particolarmente cari.
C. M. “Più
invecchio e più le mie idee diventano giovani e pericolose” è un aforisma
fra il serio e il faceto, ma di grande significato nell’ottica della libertà
intellettuale che si raggiunge attraverso l’esperienza…
A. G. È
uno dei miei aforismi. Può suonare paradossale questa affermazione, ma è così.
Ne ho le prove di continuo e il riemergere di guerre e altre infamie me ne
danno la conferma. Non avevo da tempo visto tanto conformismo come ora, tanta
acquiescenza al peggio.
C. M. Ognuno
nasce con un compito e un sogno che dovrebbero coincidere: quali i suoi?
A. G. Non so se si nasce con un compito, di sicuro la vita ti obbliga a scegliere. Ma realtà e sogno raramente s’incontrano. Tuttavia non ci è permesso rinunciare ad aspirare a rapporti più solidali ed umani; a batterci, finché il corpo ce lo permette, per un’esistenza più degna.
C. M. Un
altro aforisma che impronta il suo impegno civile?
A. G. “La
vita senza sogni è incubo”. Anche questo è un mio aforisma che rende
perfettamente il mio spirito.
C. M. Siamo
nati in questa epoca proprio perché ne siamo così disaffini e dobbiamo
imparare: secondo lei quale è la lezione che ha acquisito e che vorrebbe fosse
condivisa dal maggior numero di persone?
A. G. Dovremmo prendere coscienza che siamo esseri finiti e fragili, condannati tutti al medesimo destino. È intollerabile tutta questa morte, tutta questa violenza. Armi, guerre, saccheggio della natura, complotti, persecuzioni… Che senso ha tutto questo? La morte esiste già e aspetta tutti, perché non si può collaborare per rendere degno questo effimero arco di tempo che ci è concesso? Perché da un lato ricchezza smodata e dall’altra miseria e sfruttamento? Possibile che nonostante istruzione e cultura non abbiamo imparato una verità così semplice? Siamo a rischio estinzione minacciati dall’incubo nucleare e dalla catastrofe ambientale, ma non ne siamo consapevoli. È questa semplicissima constatazione che vorrei fosse condivisa.
C. M. Milano,
la sua città di elezione: con la bacchetta magica cosa cambierebbe?
A. G. Le orrende periferie dell’emarginazione programmata che hanno sporcato l’anima di donne, anziani, bambini e non lo meritavano.
C. M. Progetti
per il futuro.
A. G. Continuerò
ad usare la mia penna per gli argomenti che più mi stanno a cuore; quelli su
cui scrivo da sempre. E a portare il mio corpo nello spazio pubblico finché ne
avrò le forze, accanto a chi continua a battersi. Ma vorrei avere tempo anche
per pubblicare alcune raccolte poetiche che ho messo assieme in questi anni.
Soprattutto Una gioiosa fatica e Poesie per un giorno solo.
Ho iniziato la mia avventura letteraria con la poesia ed è giusto chiudere con
la poesia.
Ringraziamo la direzione di “Civico20news” di Torino per avere autorizzato la pubblicazione di questa intervista pubblicata lunedì 12 febbraio 2024.
https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=50309