VERSO L’AUTODISTRUZIONE
di Luigi Mazzella
Nella
infinitezza temporale e spaziale, del Cosmo, vale a dire nei miliardi di
anni in cui è sorta la vita su una minuscola, infinitesimale parte
degli infiniti Universi, la Terra, la “civiltà” umana ha compiuto
un percorso brevissimo anche se intenso per gli eventi che l’hanno
caratterizzato. L’esistenza passata dell’umanità e le epoche ancora da
venire rappresentano una totalità incommensurabile di tempo (infinita per la
mancanza sia di un inizio sia di una fine) in rapporto alla breve frazione
degli anni trascorsi dall’inizio della suddetta civiltà umana. Sia per le
trasformazioni imposte ad opera del maschio per dare all’organizzazione della
società un’impronta patriarcale, sia per le utopie create dalla fantasia e
successivamente coltivate, in religione e in politica, per mettere a
tacere la ragione sulle conseguenze negative delle scelte da fare, l’essere
umano che abbiamo definito “civile” ha teso a costruire un sistema di proprietà
che con il correlativo capitalismo ha creato la base per un progresso
scientifico altrimenti imprevedibile ma anche una serie di limitazioni in tema
di libertà e di uguaglianza. L’effetto più grave della situazione
attuale è, però, che il progresso perseguito (e ottenuto) dalla
civiltà umana ha sviluppato anche tutti gli elementi necessari per la
sua distruzione. E tra di essi, oltre ai micidiali strumenti di
annientamento delle masse (bombe nucleari, in primis) v’è il
disagio crescente per una caotica e sgangherata convivenza comune che si
caratterizza sempre di più per mancanza di libertà, di uguaglianza, di
fraternità, e capace di provocare negli individui caratterialmente più deboli
un cupio dissolvi dagli effetti catastrofici. L’obiettivo di
una locupletazione abnorme in un contesto umano che ha fatto della caccia alla
ricchezza (e al potere che a essa consegue) la meta finale dell’umanità
può fungere da specchietto per le allodole al fine di far cadere nel
tranello dell’autodistruzione l’intero consorzio umano. Nel mentre, quindi, i
Biden, gli Zelensky, i Netanyahu, le Von der Layen, i Macron, le Meloni si
lasciano contagiare dal predetto cupio dissolvi e portano i
loro governati verso il disastro di una guerra nucleare, i giovani pregustano
la riconquista delle perdute libertà della società pre-patriarcale e
pre-capitalistica, riscoprendo le gioie della poliandria e della
poligamia, dei diritti del reciproco commercio sessuale, del libero
coito di gruppo, della fraternità umana e della liberazione dalla schiavitù
proprietaria. Il tutto, purtroppo, senza rendersi conto che lo
scoppio di una guerra nucleare non li risparmierà solo perché distratti
dall’ideazione di una società nuova e migliore.