A SPASSO PER
VIA BRERA E DINTORNI
di Angelo
Gaccione

Il chiostro grande di S. Simpliciano 

Quando giro sulla via Ancona, mentalmente ho già deciso perché. Al numero 4 c’è la casa dove abitò l’amico Cesare Medail che fu a lungo responsabile delle pagine culturali del Corriere della Sera. Gli bastavano pochi metri per arrivare alla sede del quotidiano milanese. Alcuni passi più avanti, al numero 2, c’è la lapide commemorativa per Carlo Rosselli che vi aveva abitato nel 1926, e dove era la sede della rivista ‘Il Quarto Stato’ che aveva fondato assieme a Pietro Nenni. La rivista durò pochissimo: dal 27 marzo al 30 ottobre del 1926; il fascismo non poteva tollerarla.
La corona dell’Anpi e i nastri con i colori nazionali posti sopra, nella ricorrenza del 25 Aprile, la nascondono per buona parte, e anche l’edera che la cinge non la rendono immediatamente visibile. Si fa fatica a leggere anche lo scritto, ma a me non sfugge, perché è ben fissa nella mia memoria.
La lapide che ricorda i quattro architetti del BBPR (Banfi, Belgioioso, Peressutti, Rogers) sul muro di fronte, si legge invece benissimo. La corona è appesa opportunamente sotto lasciandola sgombra e visibile. Innamorato come sono dei chiostri, non posso dimenticare che proprio all’angolo, in via Dei Chiostri, in questa via chiusa e silenziosa, ci sono i chiostri dell’oratorio di quella meraviglia che è San Simpliciano. È stato definito un angolo di paradiso e lo è davvero; lo è soprattutto per i bimbi che vi trovano un luogo accogliente e sicuro e possono tranquillamente giocare sotto lo sguardo rilassato delle mamme.
L’oratorio ha anche un grazioso teatrino, Teatro dei Chiostri si chiama, ed io vi ho scoperto una stretta collaborazione con l’Associazione Culturale “Macró Maudit”. Nata nel 2018, attraverso il teatro promuove i valori dell’impegno civile e della cittadinanza attiva, nelle carceri e nelle scuole, con una attenzione particolare alla legalità e all’antifascismo. Ha uno sguardo attento alla memoria cittadina, ma non trascura la letteratura, e forse nemmeno la poesia. Credono fermamente “nella possibilità di cambiare le cose” i loro associati, e questo ce li rende preziosi e necessari.
   
 

 
 
 



