TRAORÈ E LA DIGNITÀ
AFRICANA
di Chicca Morone
Ibrahim Traorè è un personaggio molto particolare, emerso dal profondo dell’Africa con tutte le caratteristiche del leader, impermeabile a qualsiasi forma di corruzione e animato dal sacro fuoco della Giustizia. Nato nel 1988 è diventato il più giovane capo di stato attraverso il golpe militare del gennaio 2022 nel Burkina Faso, Paese dal 1960 ufficialmente indipendente dalla colonizzazione francese, ma in realtà da poco libero dalle ingerenze occidentali. È laureato in scienze e ha un master in geologia: da qui la certezza che la sua terra, rigogliosa e ricca di materie prime, possa offrire non solo la sopravvivenza agli abitanti, ma con la dovuta organizzazione possa essere acquisito - e in tempi non così lontani - il riscatto dalla sudditanza alle ingerenze coloniali: un Robin Hood africano che agisce nella perfetta legalità. Non a caso nella loro lingua Burkina Faso significa “Terra degli uomini integri” e sull’integrità, sinonimo di libertà, non solo dei propri connazionali ha tenuto un discorso lungamente applaudito in sede del Summit Russia-Africa e il Forum Economico e Umanitario Russia-Africa svoltosi a San Pietroburgo nel 2023. Sette minuti di parole ben scandite e concetti altrettanto ben chiariti sono stati l’intervento di Ibrahim Traorè di fronte a Vladimir Putin e agli altri capi di stato non solo africani il 3 agosto: “Non capiamo perché, pur con così tante ricchezze sotto il nostro suolo, l’Africa è oggi il continente più povero. E come mai i nostri capi di stato attraversano il mondo, mendicando? Queste sono le domande che ci poniamo e cerchiamo risposte”.
Aggiungendo poi rivolto ai propri
dirimpettai “La mia generazione mi ha incaricato di dirvi che, per la
povertà, sono costretti ad attraversare il mare per raggiungere l’Europa. E che
presto non attraverseranno più il mare ma verranno nei nostri palazzi in Africa
per reclamare il loro sostentamento. Il vero grande problema è vedere i nostri
capi di stato africani, che non portano nulla ai loro popoli in lotta, cantare
la stessa musica degli imperialisti. I nostri capi di stato africani devono
smetterla di comportarsi come marionette!”
E ha continuato
senza leggere appunti, guardando tranquillamente un pubblico ben selezionato e proseguendo:
“Da più di otto anni ci troviamo di fronte alla manifestazione più barbara e
violenta di neocolonialismo e dell’imperialismo. Gli schiavisti continuano a
imporsi su di noi. I nostri antenati ci hanno insegnato che uno schiavo non in
grado di farsi valere non merita di essere compatito”.
In quest’ottica, da allora,
nonostante movimenti terroristici islamisti, al-Qaeda e lo Stato Islamico abbiano
continuato a esistere provocando migliaia di morti ogni anno, Traorè sta
portando il suo paese fuori dalla povertà, con la realizzazione di programmi economici
e di investimenti massicci nelle zone rurali, intervenendo con decisione nel
settore agricolo dove risultati sono già tangibili: le proiezioni economiche
indicano una crescita della produzione agricola del 5,6% nel 2025.
Non è e non sarà necessario
essere costretti ad attraversare l’Africa, salire sui barconi degli scafisti
per essere condotti in Europa dalla mafia della migrazione.
L’11 giugno 2025 il governo da
lui presieduto ha completato formalmente la nazionalizzazione senza alcun
compenso di due maggiori giacimenti di oro (Wahgnion Gold e Semafo Boungou),
una delle fantastiche risorse del paese (quarto produttore del continente con
oltre 57 tonnellate di oro nel 2023) che copre il 70% delle entrate dalle
esportazioni del paese; senza considerare rame, manganese, petrolio, uranio,
zinco, rame, fosfato e calcare, oltre a riserve di diamanti, bauxite, nichel e
vanadio, la maggior parte delle quali non è ancora stata sfruttata. Con
l’acquisizione di attrezzature minerarie per l’estrazione in proprio dei
minerali speriamo di non vedere più le immagini dei bambini che escono dai
cunicoli dopo turni massacranti per estrarre le materie prime.
Un Paese
in via di sviluppo con anche un programma di riforestazione nella regione di
Manga, dove viene attuata la cura della persona secondo la medicina
tradizionale: con un occhio di riguardo anche alla coltura di piante officinali
secondo un piano che dovrebbe svilupparsi su tutto il territorio nazionale.
Ovviamente grande è stato
l’impegno a creare e ammodernare le strutture sanitarie che versavano in uno
stato di degrado difficilmente descrivibile; ma soprattutto lo scavo di pozzi e
la bonifica delle acque sono state alla base del contenimento di molte
malattie. Un atto di sfida macroscopico - e salvifico - è stato a questo
proposito aver messo fine al programma contro il paludismo “Target Malaria”,
che impiegava zanzare
genericamente modificate ed era finanziato dalla Fondazione Bill
& Melinda Gates.
Interventi straordinari sono
stati realizzati anche nel settore delle comunicazioni dove ogni regione si è
impegnata a costruire strade creando nuovi collegamenti per il trasporto merci
anche con partner fuori dall’Africa come la Cina, il Vietnam e Corea del Nord.
Gli ultimi dati confermano un trend positivo: la crescita del Prodotto Interno
Lordo a metà del 2025 è triplicata rispetto all’anno precedente (dal 3% al 9%).
Ma la ciliegina sulla torta di panna di cui nessuno ha parlato è stata
un’operazione finanziaria di grande impatto: qualche mese fa l’Alleanza
degli Stati del Sahel (AES) ha aperto una Banca di investimenti con un
capitale iniziale di 500 bilioni di franchi CFA. L’iniziativa è stata discussa
nell’incontro ministeriale tenuto il 23 maggio scorso a Bamako (Mali) e si
annuncia come un terremoto nel settore degli investimenti e dei flussi di
denaro tra l’Africa e il resto del mondo, perché promette di essere un punto di
aggregazione capace di trasformare il panorama economico mondiale, data
l’enormità delle ricchezze che questi paesi possiedono.
Ibrahim
Traorè è un personaggio noto in tutto il mondo per il suo carisma e la sua
determinazione nel voler effettivamente aiutare il proprio popolo: ha
dimostrato la possibilità di riscatto da situazioni penalizzanti e in un mondo
in cui la sopraffazione è all’ordine del giorno c’è da sperare che altri capi
di stato di tutto il mondo prendano esempio. Capi di stato che si sono trovati
a Sharm el Sheik a firmare un documento dove gli attori principali di una
auspicata PACE erano assenti: i Palestinesi non son stati invitati,
probabilmente perché il progetto per quella terra martoriata è al di fuori
della loro sfera d’azione, essendo stati privati di ogni loro bene, quando non
della vita. Gli Israeliani erano ampiamente rappresentati da Trump e dai suoi
cortigiani…
È ovvio che con una scusa o con
l’altra i civili Palestinesi continuano a essere assassinati nonostante questa
presunta tregua, documento che ha un amaro sapore di presa in giro. Possibile
che dobbiamo assistere a questo scempio senza che qualcuno insorga e metta fine
a tanto orrore? Non esiste un Ibrahim Traorè cristiano che prenda le difese di
una popolazione inerme?