LA MUSICA TRA SENSI E RAGIONE
“Dove le parole non
arrivano, la musica parla”
[L. v. Beethoven]
Domenica
19 ottobre ho pubblicato una piccola riflessione dal titolo: “La musica non si
parla” su l’Altravoce - Quotidiano nazionale, nella mia rubrica
“Pensieri di Città”. Da vari luoghi sono arrivate stimolanti opinioni in merito
che volentieri rendo pubblico su “Odissea”. Da parte sua Roberto Villa, tecnico
del suono e noto fotografo di uomini di cultura (possiede il più vasto archivio
di diapositive su Pasolini) ha scritto in proposito, una riflessione molto più
lunga che pubblichiamo a parte. [Angelo Gaccione]
*
La musica attiene al mondo interiore
che non si può tradurre in parole che in modo imperfetto. Abbiamo mezzi limitati
per esprimere quello che proviamo quando ascoltiamo un brano che ci rapisce.
Quindi la grande musica ha un potere molto superiore alle parole. La poesia è
il tentativo di svelare attraverso parole il proprio mondo interiore. Ma le
parole prima di arrivare al cuore destando emozioni profonde devono essere
elaborate dalla mente. Quindi penso che per il poeta sia più difficile arrivare
ai sensi del lettore. Mentre la musica e anche la pittura sono più sensoriali
in quanto arrivano senza passare dall’elaborazione mentale. Ma la musica più di
tutte le arti.
Gianna
Caliari - presidente del Teatro della Memoria di Milano
*
Sono d’accordo… ho sempre pensato che
fosse così. E sono anche dell’opinione che la musica ha ancora un senso se
“ascoltata insieme ad altri, come in una sala di concerto”. Si stabilisce un
“rapporto mentale, una “vibrazione” incredibile con le persone presenti. Quando
ascoltavamo i concerti organizzati da Armando Algieri, si creava un’atmosfera “di raccolta meditazione”. Alla fine ne uscivamo tutti più “buoni”.
Filippo
Gallipoli - pittore
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Bello, un pensiero che condivido.
Bella anche l’espressione la musica non si parla.
Alberto
Grasso - attore di teatro
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La musica come esperienza sensoriale
pura. Nel suo testo La musica non si parla (‘Pensieri di Città’ di oggi),
Angelo Gaccione ci guida in una riflessione profonda e poetica sulla natura
effimera ma potentissima della musica. Il suono diventa stimolo dei sensi e
specchio dell’animo, in un “Labirinto dei sensi” che travalica la ragione. Un
invito a lasciarsi trasportare dall’ascolto, più che a interpretarlo.
Francesca
Mezzadri - scrittrice e critico letterario
*
La sensorialità della musica è
indubbia, ma ciò non significa che essa non abbia a che fare anche col
pensiero. Vedi Schopenhauer, per il quale la musica era “metafisica in suoni”.
Ma, anche al di là di Schopenhauer, la musica non ci fa forse cogliere, senza
parole, l’immenso amore e dolore del mondo? Non ci fa forse pensare
l’essenziale?
Franco
Toscani - saggista
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Condivido la tua riflessione sulla musica e anche il tuo amore per la musica. Io la amo moltissimo.
Lodovica San
Guedoro - scrittrice
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Grazie del tuo articolo sulla musica
che condivido. L’esperienza che si fa non è mai trasmissibile in quanto tale
perché va vissuta. Così la musica, come sottolinei. Ho trovato un vecchissimo
articolo di Emanuele Severino, pubblicato sul “Corriere della Sera del 2 agosto
1982 dal titolo “La musica risuona il grido primordiale”. Come sottotitolo “La
lingua che esprime la verità della vita”. Me lo sono trascritto per non
perderlo e, appena torno a Milano, te lo inoltro con piacere”.
Giuseppe O.
Pozzi - psicanalista
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Certamente vero, sarebbe più opportuno
conoscere l’organizzazione dei segni della partitura, però la verità sonora è
sempre individuale.
Alberto
Borioli - musicista e pittore