Fra tanti servi e
quaquaraquà, Renato Accorinti
Sindaco di
Messina, ricorda ai devastatori della Nazione
ai saccheggiatori
della ricchezza prodotta da chi lavora,
ai farabutti che
stanno portando il Paese al declino e che
ci stanno
succhiando il sangue, che la politica di guerra,
dello Stato e del
Governo, distrugge in modo criminale
20 miliardi di
euro per spese militari, armamenti e missioni,
mentre la gente si
dà fuoco nelle piazze perché senza lavoro,
strozzata dai
debiti e immiserita. Lo fa il 4 Novembre, in quella
che viene
pomposamente definita giornata delle Forze Armate,
con un gesto
nobile e coraggioso. “Odissea” esprime a lui tutta la
sua solidarietà;
ai partiti politici presenti in Parlamento esprime
invece tutto il
suo disprezzo.
Nessuno di loro si
oppone a questa infamia.
MESSINA - "Si svuotino gli arsenali, strumenti di morte
e si colmino i granai, fonte di vita. L'Italia, paese che per la Costituzione
ripudia la guerra, continua a finanziare la corsa agli armamenti e a sottrarre
drasticamente preziose e necessarie risorse per le spese sociali, la scuola, i
beni culturali, la sicurezza". Così ha affermato Renato Accorinti,
sindaco di Messina, nel suo discorso durante le celebrazioni per la giornata
delle forze armate. Il primo cittadino, citando i dati Istat del 2013, ricorda
che gli italiani che vivono al di sotto della soglia di povertà sono 9 milioni
563 mila, pari al 15,8 % della popolazione e aggiunge: "Il rapporto 2013 dell'archivio disarmo sulla
spesa militare documenta come l'Italia abbia speso per l'anno 2013, e spenderà
per il 2014 e il 2015, oltre 20 miliardi di euro a fronte di una drammatica
crescita della povertà sociale".
Dopo aver esposto la bandiera
della pace sul monumento ai caduti di fronte al Comune di Messina, Accorinti ha
concluso il suo discorso parlando anche della Sicilia, che rischia di diventare
"una base dalla quale fare partire strumenti di morte" per "controllare con tecnologie satellitari
(MUOS) i paesi stranieri. Questa amministrazione dice sì al disarmo,
fedele alla Costituzione italiana, dichiara il proprio no a tutte le guerre.
Messina e la Sicilia da sempre hanno avuto una grande opportunità in quanto
crocevia di diverse culture e religioni; le diversità arricchiscono tutti e
oggi vogliamo rilanciare un processo di pace dalla nostra terra e dal nostro
mare per l'umanità”.