IN DIFESA DELLA
LAICITÀ
Cari lettori,
questo è un
piccolo brano del lungo documento che Gianni Bernardini
dell’Università di
Siena, ha approntato per il nostro giornale.
Visto l’importanza
dell’argomento, ve ne consiglio la lettura integrale
nella Rubrica “IL LATO ESTREMO”.
Fatelo girare fra
i vostri contatti e fatene un uso più ampio possibile.
(Il Direttore)
Le “nuove regole” della laicità nelle scuole francesi.
Prospettive e problematiche
di Gianni Bernardini
(Università di Siena)
0. All’inizio di settembre 2013 e dell’anno scolastico, il
ministro francese dell’educazione, Vincent Peillon, ha fatto affiggere in tutte
le scuole pubbliche del paese un manifesto (nel senso sia tipografico, sia di
scritto programmatico), la Charte de la laïcité à l’école, contenente - detto
ora schematicamente - indicazioni tendenti anzitutto a definire i limiti
della/e religione/i nell’àmbito scolastico.
Lo scopo di
questo mio articolo vuole essere, prevalentemente, quello di fare un punto su
un fatto, e provocare eventualmente un dibattito; piuttosto che trarre
conclusioni. Mi propongo, quindi, un intervento soprattutto descrittivo.
L’avvenimento oggetto dell’articolo, è appunto la decisione di Peillon di
distribuire la Charte nelle scuole, e contestualmente il documento stesso. Più
in particolare, vorrei soffermarmi, tra l’altro, sui seguenti punti
problematici che emergono nella Charte: a) il paradossale vulnus allo stesso
laicismo (nel nome di una “religione repubblicana”); b) un attacco “mirato”
all’islamismo; c) una prosecuzione (sia pure) parziale della rivoluzione
francese, o meglio un suo “completamento”
(con riferimento, anche, alla opportunità/necessità di una “religione
repubblicana” - di cui sub a) -).
Da parte
mia, mi limito, ora, a osservare che la Charte può avere tuttavia una sua
precisa funzione e riaffiorante utilità; nel proporsi almeno come promemoria
“minimo” per obiettivi, se non altro, in gran parte condivisibili, e come una
metodologia per il loro raggiungimento; pure essendo composta con una scrittura
di una semplicità che si potrebbe definire, (forse troppo) facilmente, quasi
disarmante, nella quale sono formulati princìpi che appaiono tuttaltro che
inediti; al punto di sembrare anche, in una parola, come introiettati nei
lettori (che li approvino, oppure li avversino). Ci si riferisce,
specificamente, a target forse “attualmente” trascurati, o ritenuti rifiniture
quasi superflue; solo optional rispetto a elementi strutturali di una società;
mentre hanno, invece, anche essi una rilevanza culturale tale da plasmare e
caratterizzare basilarmente un contesto…
(Per continuare a
leggere vai alla Rubrica “IL LATO ESTREMO”)