IL TEATRO E LA
PUBBLICITÀ - 2
La pubblicità
viene spesso definita come ‘l’anima del commercio’ cioè come quell’elemento in
più che anima il commercio, gli dà vita, impulso. Ma anche ciò che lo
rappresenta che lo mostra a tutti. Come il teatro è ‘l’anima della vita’ così
la pubblicità è ‘il teatro del commercio’ la sua visibilità la rappresentazione
del desiderio espresso dal prodotto. Chi meglio della pubblicità rappresenta il
nostro tempo, grazie alla platea dei mass media lo spettacolarizza lo rende visibile
e innocuo? Come nel teatro la pubblicità dispone di attori/prodotti,
autori/creativi, scene e storie da raccontare. È commedia e tragedia,
drammatizza i problemi e li risolve, mette in scena la vita e lo stile da
scegliere. Dà suggerimenti e comportamenti da seguire, strade per il successo,
parole d’ordine, colpi di scena. È il grande teatro del nostro tempo che tutti
seguono e conoscono, da cui si impara e ci si aggiorna. La pubblicità la
capiscono tutti perché è la loro rappresentazione linguistica, la parte
migliore, quella che si dovrebbe essere. Ci rende eroi e protagonisti del
quotidiano, ci rende partecipi alla vita in ogni sua scena. Di volta in volta
siamo il prodotto e il suo consumatore, siamo protagonisti e registi, autori e
attori. Prima con la radio e poi con la tv la pubblicità ha creato il suo
pubblico, lo ha educato, istruito e controllato nel suo essere immenso e
solitario. Come a teatro si sta al buio, nella solitudine che ci fa unici pur
facendo parte di quella massa che non vediamo ma che a sua volta sa tutto di
noi perché vediamo le stesse cose. Il testo, come il prodotto, è sempre
inventato con cura febbrile per offrire storie e colpi di scena che portano al
lieto fine: all’acquisto. Sembra quindi che con l’aumentare dell’acquisto aumenti
anche la pubblicità e con il diminuire viceversa. È il volano dell’economia che
soffre con la crisi economica. Eppure la storia dice altrimenti cioè che
l’economia è il volano della pubblicità. Quale rivoluzione industriale sarebbe
stata possibile senza l’informazione pubblicitaria, l’accelerazione del sapere
delle notizie, della visibilità del mass media. Proprio così, è la pubblicità a
inventare il mass media non il contrario. Ed è così anche oggi se si pensa che
l’unico settore non in crisi è quello della comunicazione, figlia della
pubblicità, il cui prodotto è il comunicare stesso: dal pc all’orecchio 24 ore
al giorno, sette giorni su sette. Per sempre. Questa è l’immortalità della
promessa questo è il prodotto che la pubblicità incarna. L’eroe immortale come
a teatro come in ogni storia che l’alfabeto crea.
Michelangelo Coviello