COSTITUZIONALISTI E IMBONITORI
Note a margine di un confronto
di
Angelo Gaccione
Gustavo Zagrebelsky |
Che non ci sarebbe stata storia nel confronto
televisivo da Mentana su La7 fra il presidente del consiglio Renzi e il
costituzionalista Zagrebelsky, era già nelle premesse. Così com’era prevedibile
che il costituzionalista Valerio Onida avrebbe mediaticamente perso nel
confronto” con il ministro Maria Elena Boschi, sempre su La7, nella
trasmissione “Otto e mezzo” da Lilli Gruber. Come è potuto accadere tutto
questo nonostante la statura intellettuale, la “sapienza” giuridica dei due
costituzionalisti e l’esperienza dell’età, sovrastassero quella dei due giovani
rampolli del Partito Democratico? Vediamone le ragioni. Innanzi tutto il mezzo,
il medium, che come ci ha insegnato
Marshall McLuhan, si identifica col messaggio. Come oramai sappiamo
abbondantemente da tempo, è da anni che la televisione si è trasformata in un
mezzo di comunicazione di massa. Un mezzo di comunicazione di massa è per sua
natura volgarmente banale, superficiale, semplificatorio, veloce, immediato,
tutto concentrato sull’occhio e sulla sua apparenza, sull’ immagine e sulla sua
seduzione fantasmatica. Perciò, chi lo usa, illudendosi di trovarsi in un’aula
universitaria, in un consesso di spiriti magni, di raffinati ragionatori e di
colti azzeccagarbugli che nel loro pacato e rigoroso discettare confrontano
scienza e dottrina, hanno sbagliato clamorosamente mezzo e luogo. Mezzo
utilissimo per il pollaio, gli insulti, i colpi bassi, le coup de theatre, ma infido e fortemente dannoso per i tempi
“morti” del ragionamento. Le pause, le sospensioni necessarie a raccogliere le
idee, il rigore logico, vanno bene per le aule universitarie, i convegni
accademici, le Case della Cultura, ma in televisione sono deleteri e a chi
guarda trasmettono il senso dell’inadeguatezza, del fastidio, della noia, e
abbassano impietosamente la stima dell’attore in campo; la sua statura
intellettuale ne esce a pezzi, perché in un dibattito televisivo la massa di
chi guarda finisce per fare il tifo, per schierarsi, e immediatamente lo fa in
favore di colui che gli apparirà più “fotogenico”, più seduttivo, più
accattivante, più baldanzoso, spigliato, martellante, secco, immediato,
semplificatorio, terra terra, coattivo e sciolto di lingua come un imbonitore
da fiera paesana.
Matteo Renzi |
Perché la televisione è per sua natura un mezzo di
imbonimento, di velocità, di pubblicità secca e martellante. Lo spettatore
televisivo di massa non ama le costruzioni elaborate del pensiero, la
raffinatezza intellettuale, le sfumature giuridiche, perché i tempi televisivi
non permettono sedimentazioni all’elaborazione profonda del concetto e tutto si
deve consumare nell’attimo stesso, nell’hic et nunc. Lungo il suo crinale
periclitante tutto scivola velocemente e rovina verso il basso, verso lo spot
secco che dev’essere martellante, ripetitivo, semplificatorio, perché il
messaggio possa restare impresso nella mente di chi guarda passivamente, o solo
distrattamente ascolta. Mai l’assunto di McLuhan aveva avuto una dimostrazione
così plastica negli ultimi tempi come in questi due casi, e dal punto di vista
del risultato si può, senza tema di smentita, assegnare un punteggio di 10 a
zero ai due rampolli della politica rispetto ai due costituzionalisti.
Nel confronto diretto il mezzo rifugge da qualunque
ricorso al subliminale perché le cose che realmente contano sono apertamente
spalancate: bella presenza, finta gentilezza, moine, atteggiamento di fastidio
e compatimento verso la complessità del ragionamento dell’illustre professore sui cui libri si è studiato (ma poco capito e
molto frainteso), scioltezza di lingua, soprattutto ossessiva coazione a
ripetere, fino alla noia, fino allo stordimento dell’interlocutore, e
soprattutto interruzione continua in modo che l’altro non possa mai terminare
un ragionamento, giungere ad una conclusione densa della sua logica, e si trovi
costretto ad inseguire mille disordinati fili che non troveranno mai un capo.
Al poveretto non resta che ridursi al silenzio o a confondersi, e se non vuole
del tutto soccombere, non gli resta che adeguarsi al basso e volgare livello
dello scontro, scendere al suo stesso piano. Valerio Onida |
Ma può farlo ad una sola
condizione possibile: che abdichi alla sua personalità, alla sua natura, al suo
ruolo; vale a dire, a tutto quanto il tempo, lo studio, l’esperienza, ha
contribuito a formare la sua biografia, a consolidare il suo Io e la sua
moralità. Scendere allo stesso livello dell’imbonitore, significa trasformarsi
in imbonitore; assumere il suo stesso ruolo di venditore di scope, il suo
stesso miserabile livello intellettuale. Cosa che ovviamente un
costituzionalista, un professore emerito non può fare, poiché deve
necessariamente salvaguardare tutto quanto di importante abbiamo poco sopra
evidenziato, come dati della costruzione del suo Io e della sua moralità.
Dunque la sua partita, perché di partita si tratta e non di confronto, con il
rampollo di turno della politica politicante, con l’imbonitore, è persa in
partenza. A contrastare un imbonitore ci vuole un altro imbonitore, così come
ci vuole un tanghero per tener testa a un altro tanghero. Come potesse un uomo
di riflessione, di penna, di pensiero, abituato ai tempi lunghi della
riflessione, alla pacatezza della logica, nemico di ogni faciloneria
semplificatoria e aduso a concetti elaborati e complessi, rinunciare a tutto
questo per misurarsi con un figlio della sottocultura da spot televisivo, mi
era suonato subito strano e ne avevo avvertito tutti i pericoli. E così è
stato.
Maria Elena Boschi |
Un costituzionalista deve misurarsi con un altro costituzionalista nei
luoghi deputati, e il cui spazio non può essere quello televisivo. Se io
decidessi di misurarmi con uno di questi rampolli della politica nutriti dal
tubo catodico, metterei in campo l’unica strategia possibile: mi trasformerei
in un delinquente e mezzo, mezzo punto più di loro, e userei il mio
scilinguagnolo, che ha una discreta potenza di fuoco, per annientarli. Ma io
non sono un costituzionalista, e dunque chi decide di entrare nell’agone, tenga
presente tutto ciò.