LA VERGOGNOSA DECISIONE
DEL GOVERNO RENZI
Un giorno storico all’ONU per il disarmo atomico.
Sì alla messa al bando delle armi nucleari nel 2017.
New York. Il 27 ottobre 2016, al Palazzo di Vetro è passata la
risoluzione presentata dal Messico (co-sponsor per la redazione l'Austria,
Brasile, Irlanda, la Nigeria e il Sud Africa) e da altri 57 Paesi per il bando
delle armi nucleari con una Conferenza ONU da tenere nel 2017. È un giorno storico per tutta l’Umanità che desta
sincero stupore, oltre che gioia, negli attivisti per la pace (e per il diritto
di tutti alla sopravvivenza della nostra specie e dell’ecosistema): fino a
qualche anno fa, prima che prendesse il via, con Oslo nel 2013, il “percorso
umanitario”, poi proseguito con Nayarit (marzo 2014) e Vienna (dicembre 2014),
un risultato del genere sarebbe stato inimmaginabile, nel contesto dei
negoziati internazionali prigionieri del quadro bloccato del TNP.
Ma questo sogno si è
realmente realizzato alla Prima Commissione, riunita nell’Aula 4: hanno votato
per il Sì 123 Stati, per il No 38, e si sono astenuti in 16. Va
precisato il non peso dei voti di astensione ai fini del quorum necessario dei
2/3 per la validità giuridica della decisione.
La risoluzione approvata (per
il testo andare alla URL: http://reachingcriticalwill.org/images/documents/Disarmamentfora/1com/1com16/resolutions/L41.pdf)
istituisce una conferenza delle Nazioni Unite a partire dal marzo del prossimo
anno, aperta a tutti gli Stati membri, con il compito preciso di negoziare uno "strumento
giuridicamente vincolante per vietare le armi nucleari, che porti verso la loro
eliminazione totale". I negoziati, da tenersi a New York, continueranno
nel mese di giugno e luglio. Il voto delle Nazioni Unite è arrivato poche ore
dopo che il Parlamento europeo ha adottato la propria risoluzione su questo
medesimo tema - 415 a favore e 124 contro, con 74 astensioni - invitando gli
Stati membri dell'Unione europea a "partecipare in modo costruttivo"
nei negoziati del prossimo anno. Gli arsenali nucleari nel mondo contengono
ancora circa 16.000 testate, in
possesso soprattutto di due nazioni: gli Stati Uniti e la Russia. Sette altre
nazioni possiedono È notevole stavolta che le nove
nazioni con armi nucleari si sono divise nel voto: sei hanno votato contro ma
Cina, India e Pakistan si sono astenute. Molti dei loro alleati, compresi
quelli in Europa che ospitano armi nucleari sul loro territorio come parte di
un accordo NATO, si sono accodati come è ormai loro costume.
Per quanto
riguarda l’Italia, essa non ha fatto
eccezione tra i Paesi cosiddetti “ombrello”: non si è astenuta, come l’Olanda (come pure la Svizzera e la
Finlandia), ha votato proprio contro!
Ma le nazioni dell'Africa, America Latina, Caraibi, Sud-Est asiatico e del
Pacifico hanno votato a grande maggioranza a favore della risoluzione, e si
apprestano ad essere protagoniste in occasione della conferenza di negoziazione
a New York il prossimo anno. Per quanto riguarda i voti, la lista completa si
trova al link : http://www.ican.org/campaign-news/live
updates-from-the-first-committee-of-the-un-general-assembly/
In Italia, sollecitati da
Rete Italiana Disarmo e dai Disarmisti Esigenti (Campagna OSM-DPN, Energia
Felice, Armes Nucléaires Stop, WILPF Italia, Peacelink, Accademia Kronos,
Pressenza e altri) al Parlamento sono state presentate due mozioni per sostenere
il bando delle armi nucleari.
Alla Camera una mozione
con prima firmataria Donatella Duranti. Altri firmatari: Scotto, Marcon, Carlo
Galli, Piras, Ricciatti, Costantino, Franco Bordo, Placido, Sannicandro,
Pannarale, Airaudo
Al Senato una mozione con
primo firmatario Roberto Cotti. Altri sottoscrittori: Airola, Blundo,
Cappelletti, Girotto, Nugnes, Puglia, Sscibona, Barozzino, Bocchino, Cervellini,
De Cristofaro, De Petris, Mineo, Petraglia.
I disarmisti esigenti si
sono accordati con la Senatrice Loredana De Petris ed hanno ottenuto, su sua
iniziativa, la sala Nassirya al senato il 3 novembre alle ore 14.00 per una
conferenza stampa. La conferenza stampa sarà introdotta da Antonia Sani di WILPF
Italia e conclusa da Alfonso Navarra, obiettore di coscienza alle spese
militari e nucleari. Interverranno rappresentanti delle associazioni promotrici
dei “disarmisti esigenti”, esponenti delle associazioni sostenitrici della
campagna per il bando giuridico internazionale delle armi nucleari e alcuni
parlamentari che hanno presentato le mozioni citate. Un problema urgente che
sarà affrontato è quello della mobilitazione per influenzare già il voto di
dicembre (l’Assemblea generale dell’ONU deve confermare quanto è uscito dalla
Prima Commissione Disarmo) e soprattutto per ottenere una svolta diplomatica
dell’Italia. I disarmisti esigenti insisteranno nel sottolineare, stimolando un
ecopacifismo alquanto “dormiente” nel nostro Paese, che certi risultati non
sono frutto di gruppi che guardano al loro ombelico muovendosi sulla semplice
reazione (anche se spesso sacrosanta) a ciò che li colpisce direttamente sul
territorio, bensì di un movimento mondiale organizzato della società civile che
ha saputo stimolare e sostenere una “disobbedienza” degli Stati non nucleari
alle potenze nucleari finalmente decisa ad andare fino in fondo. Un Trattato
che vieta le armi nucleari servirebbe a colmare il "vuoto giuridico"
attualmente esistente in materia di armi nucleari, come riconosciuto e
sottolineato da alcuni anni dalla Iniziativa Umanitaria (Humanitarian Pledge http://www.icanw.org/pledge/)
promossa da diverse organizzazioni internazionali. Una grave anomalia: quelle
nucleari sono le uniche armi di distruzione di massa non ancora vietate dal
diritto internazionale in modo globale e universale.
Le armi chimiche, armi
biologiche, mine antiuomo e bombe a grappolo sono tutti armamenti espressamente
proibiti attraverso Convenzioni internazionali. La maggior parte delle Nazioni
concorda con il fatto che la proibizione delle armi nucleari sia oggi l'unico
piano di azione adeguato alla luce delle conseguenze umanitarie catastrofiche
del loro uso.
Ma noi “disarmisti
esigenti” siamo andati oltre questa considerazione ispirando l’approvazione
della “mozione Zaratti” alla Camera dei deputati perché riteniamo sia da
condannare lo stesso possesso delle “armi” nucleari (in realtà “ordigni” che
provocano cataclismi) come implicita minaccia d’uso: il disarmo nucleare non va
considerata una semplice necessità ma un diritto perché l’autodifesa degli
Stati non può mettere a rischio la sopravvivenza dell’Umanità. La vicenda di
Stanislav Petrov il 26 settembre 1983 (il falso allarme di attacco nucleare cui
l’ex colonnello sovietico decise di non dare seguito) dimostra che la
possibilità della guerra nucleare non intenzionale è concretissima e che la
“deterrenza” non può essere ammessa come concetto perché, nel caso di ordigni
nucleari, è garanzia di distruzione ed
autodistruzione…
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