di Franco Toscani
Rottamare, in senso
proprio, significa demolire autoveicoli o macchinari fuori uso. È possibile
riutilizzare i rottami dei macchinari come materiale metallico. I pezzi e gli
accessori delle macchine ancora funzionanti possono essere riutilizzati come
parti di ricambio. I rottami sono pezzi di oggetti e prodotti rotti, macchine o
veicoli fuori uso e inservibili per gravi rotture e difetti di funzionamento.
Le automobili diventano prima o poi rottami. Figurativamente, si riducono a
"rottami" le persone sfinite, spesso anziani mal ridotti e depressi.
Nel linguaggio del rampantismo politico odierno, per rottamazione s'intende
estensivamente l'operazione di emarginare i dirigenti politici vecchi o da
tempo in campo e di sostituirli con i nuovi, all'insegna del "nuovismo"
più spinto e sbandierato. Politicamente, un "rottame" è colui che non
ha più nulla da dire e da dare alla comunità. Anche il termine ruspe è oggi di
moda in politica e con le ruspe, come si sa, si spazzano via le macerie, le
immondizie, etc. Questo è il linguaggio politico dell'attuale
nuovismo-arrivismo neobarbarico, che invita al disprezzo e all'irrisione
dell'avversario, in nome del mito e, anzi, della favola del "nuovo" a
tutti i costi.
Ora,
tale esasperato "nuovismo", ben lungi dal costituire un vero
rinnovamento e invito al cambiamento, nasconde molto spesso, nell'agone
politico, soltanto la propria protervia e arroganza di potere.
Esso
afferma continuamente di introdurre una ventata di freschezza politica, ma cela
solo il proprio nulla, la propria efferatezza e improntitudine. A tale bullesca
sfacciataggine è lecito opporre, molto semplicemente, che si rottamano le cose,
non le persone e che l’azione delle ruspe riguarda la spazzatura e le macerie,
non gli esseri umani. Come si sa, le parole sono pietre, possono ferire e
umiliare, vanno meditate e scelte - se possibile - con cura. Non si calpestano
così vilmente e gratuitamente, da gradassi, le storie, le esperienze, le
culture e i vissuti politici degli esseri umani. Accade poi che anche i velleitari
e pittoreschi "rottamatori" e “ruspanti” vengano
"rottamati", ma nel frattempo molti danni e sfracelli possono essere
compiuti.
Il
fatto stesso che questo linguaggio e questa retorica della
"rottamazione" e della “ruspa” siano stati a lungo acriticamente
accettati è poi di per sé molto grave, è un segno, fra gli altri, non solo
della volgarità e pochezza di certa politica rampante, ma di come essa possa
attecchire piuttosto facilmente. Contrastare questa deriva anche sul piano
linguistico, etico, culturale e antropologico è un dovere umano e politico di
ciascuno, significa coniugare la libertà alla responsabilità e contribuire - a
partire dall'attenzione ai rapporti umani e agli usi linguistici della vita
quotidiana - a una convivenza più civile.