CONTRO LA GUERRA
Tante le prese di posizione in ogni parte del mondo contro la
guerra in Ucraina. Questa è una “Lettera aperta di studiosi, scienziati ed
esponenti del giornalismo scientifico russi contro la guerra diffusa il 24
febbraio.
Noi, studiosi, scienziati ed
esponenti del giornalismo scientifico russi, esprimiamo una decisa protesta
contro le azioni di guerra intraprese dalle forze armate del nostro paese
contro i territori dell’Ucraina. Questo passo fatale comporta innumerevoli vite
umane e mina le basi del sistema consolidato della sicurezza internazionale. La
responsabilità dell’avere scatenato una nuova guerra in Europa è tutta della
Russia. Per questa guerra non ci sono giustificazioni. I tentativi di sfruttare
la situazione del Donbass come occasione per aprire un teatro di guerra non
sono per niente credibili. È del tutto evidente che l’Ucraina non rappresenta
una minaccia per la sicurezza del nostro paese. La guerra contro di essa è
ingiusta e manifestamente priva di senso. L’Ucraina è stata e continua ad
essere un paese a noi vicino. Molti di noi hanno parenti, amici e colleghi che
condividono le nostre ricerche scientifiche. I nostri padri, nonni e bisnonni
hanno combattuto assieme contro il nazismo. L’atto di scatenare una guerra per
le ambizioni geopolitiche del governo della Federazione Russa – mosso da dubbie
fantasie storiche – rappresenta un cinico tradimento perpetrato alla loro
memoria. Noi rispettiamo l’autonomia statale dell’Ucraina che si regge su
valide istituzioni democratiche. Capiamo la scelta europea dei nostri vicini.
Siamo convinti che tutti i problemi che riguardano i nostri due paesi possono
essere risolti pacificamente. Scatenando questa guerra la Russia si è
autocondannata a un isolamento internazionale, allo status di paese maledetto.
Questo significa che noi, studiosi e scienziati, non potremo più svolgere il
nostro lavoro come abbiamo fatto finora in quanto la ricerca scientifica è
impensabile senza la collaborazione con colleghi stranieri. L’isolamento della
Russia dal mondo comporta un ulteriore degrado, culturale e tecnologico, del
nostro paese e una totale mancanza di prospettive positive. La guerra con
l’Ucraina è un salto nel buio. Fa male riconoscere che il nostro paese, che ha
portato un contributo fondamentale alla vittoria sul nazismo, è ora diventato
la miccia di una nuova guerra nel continente europeo. Chiediamo l’immediata
sospensione di tutte le azioni militari condotte contro l’Ucraina. Chiediamo il
rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale dello stato ucraino.
Chiediamo la pace per i nostri due paesi! Le firme continuano ad arrivare e
vengono aggiunte per quanto possibile (in questo momento sono più di 370).
•
Aleksandr Anikin, linguista, membro dell’Accademia Russa delle Scienze
•
Jurij Apresjan, linguista, membro dell’Accademia Russa delle Scienze
•
Aleksandr Bondar’, membro dell’Accademia Russa delle Scienze
•
Viktor Vasil’ev, matematico, membro dell’Accademia Russa delle Scienze
•
Michail Danilov, fisico, membro dell’Accademia Russa delle Scienze
•
Jurij Kosticyn, geologo e mineralogista, membro dell’Accademia Russa delle
Scienze
•
Aleksandr Moldovan, filologo, membro dell’Accademia Russa delle Scienze
•
Sergej Nikolaev, filologo, membro dell’Accademia Russa delle Scienze
•
Valerij Rubakov, fisico, membro dell’Accademia Russa delle Scienze
•
Roal’d Sagdeev, fisico, membro dell’Accademia Russa delle Scienze, e altri.
Questa invece è una “Lettera
aperta” dei medici e degli operatori sanitari russi pubblicata dal
"British Medical Journal" per chiedere la fine delle ostilità in
Ucraina. Purtroppo non porta in calce i nomi dei sottoscrittori e non ci è
stato possibile verificarne l’autenticità. https://madmed.media/open-letter/.
«Noi, medici, infermieri e paramedici russi ci opponiamo
con fermezza alle azioni militari delle forze armate russe sul territorio
ucraino. Non parliamo di colpe e non giudichiamo nessuno. La nostra missione è
salvare vite umane. È difficile immaginare una professione più umana di quella
dei medici», scrivono nella missiva.
«Adesso - continua la lettera - in questo tempo
difficile per entrambi i Paesi, chiediamo l’immediata cessazione delle ostilità
per una soluzione politica di pace. Come sempre, noi non dividiamo la gente in
amici e nemici, noi abbiamo giurato di aiutare qualunque essere umano senza
tenere conto della nazionalità, la religione, o posizioni politiche. Ma oggi il
nostro aiuto non basta. La guerra si porterà via molte vite, colpirà molti che
non avremo tempo di aiutare nonostante ogni sforzo».
«Tutti grideranno per la paura e piangeranno nella
stessa lingua. Ogni proiettile, anche quando non raggiunge l’obiettivo e non
uccide, porterà comunque paura, panico e dolore - si legge ancora. In questo
momento è ferito il cuore di tutti: civili, soldati, madri, mogli, bambini.
Nessuno merita questa paura, nessuno merita di morire o essere ferito,
intenzionalmente o accidentalmente»
«I nostri parenti, amici, pazienti e colleghi sono nei
territori attaccati. Non c’è una singola persona tra di loro che tragga
beneficio da questo spargimento di sangue. Noi non possiamo voltarci dall’altra
parte di fronte al dolore e alla sofferenza che crescono ogni minuto. La vita
umana non ha prezzo. Ci vuole un momento per essere uccisi, ma per essere
curati possono volerci anni e per la guerra di adesso pagheremo per anni».
«Seguendo il nostro giuramento, e mantenendo l’eguaglianza delle cure di ogni
vita concludono gli operatori sanitari russi - chiediamo l’immediata
sospensione delle operazioni con armi letali».