SCIOPERO GENERALE CONTRO LA GUERRA
Bansky "Cnd Soldiers"
Assemblea
Nazionale domenica 8 ottobre 2023 presso il Circolo El Salvadané di via De
Amicis 17 a Milano alle ore 9,30. Per preparare lo sciopero generale del 20
ottobre.
L’impatto
drammatico dell’economia di guerra sulle condizioni materiali e di vita di
milioni di lavoratori italiani ed europei è sempre più tangibile. Mentre
prosegue senza sosta la mattanza della popolazione ucraina, vittima dello
scontro imperialista tra la Nato e la Russia di Putin, assistiamo a una corsa
al riarmo senza precedenti su scala globale. In un quadro già segnato
dall’aumento costante delle spese militari nell’ultimo decennio, lo scorso 13
luglio il parlamento europeo, con voto quasi unanime, ha approvato in via
definitiva il regolamento ASAP (“Atto di supporto alla produzione di
munizioni”) col quale l’UE stanzia 500 milioni di finanziamenti alle industrie
di armi al fine di aumentare la produzione di proiettili e missili da inviare
al governo di Kiev, e prevede la possibilità di dirottare a tal fine gli stessi
fondi del PNRR (che nelle enunciazioni dei governi sarebbero dovuti servire per
contrastare l’impatto economico e sociale della pandemia). Ma soprattutto, in
tale regolamento si dichiara apertamente che i livelli di spesa pubblica
destinata alle armi (e alle guerre) dovranno aumentare anche nei prossimi anni
per far fronte a un nuovo contesto che “non è più di pace”, lasciando intendere
che la tendenza generale al riarmo (e allo scontro tra le grandi potenze) va
ben al di là degli esiti della guerra in Ucraina, caratterizzandosi come
elemento sempre più centrale delle politiche economiche delle grandi potenze a
livello globale. Così noi lavoratori, precari, disoccupati e pensionati, già duramente
colpiti negli ultimi 3 anni dagli effetti della pandemia, vedremo le nostre
condizioni di vita ulteriormente e duramente peggiorate per effetto
dell’inflazione sui salari già poveri, dei rincari di tutti i beni di prima
necessità, delle bollette, degli affitti e dei mutui. In un simile contesto, le
politiche del governo Meloni rappresentano una vera e propria dichiarazione di
guerra contro i ceti sociali meno garantiti:
*il
sostegno incondizionato ai piani di guerra fa il paio con le ricette securitarie
(carcere ai minori e ai loro genitori), con la repressione degli scioperi e del
conflitto sociale e con misure apertamente reazionarie.
*L'abolizione
del reddito di cittadinanza, supportata da una campagna di odio contro i
disoccupati, sta condannando milioni di famiglie alla povertà estrema e al
ricatto di dover accettare condizioni di lavoro ultra-precarie e con salari da
fame.
Pablo Picasso "Guerra e pace"
Dopo
l’approvazione del DL Lavoro che ha incentivato la precarietà attraverso
l'estensione dell'utilizzo dei voucher e la facilitazione dell'uso reiterato
dei contratti a termine, e di una legge di rifinanziamento delle missioni
militari all’estero (43 in totale) che incrementa di oltre 100 milioni di euro
(e di 1500 soldati) la spesa destinata ai contingenti italiani in Europa
orientale, la prossima manovra economica non potrà che confermare il carattere
antisociale e guerrafondaio dell’attuale governo, teso ancora una volta a
colpire lavoratori e disoccupati aumentando le diseguaglianze al fine di
tutelare e alimentare i già alti profitti del grande capitale, della finanza
speculativa e delle lobbies belliciste. Intanto decine e decine di contratti
collettivi sono scaduti: milioni di lavoratori si ritrovano privi di qualsiasi
tutela e con in tasca un salario falcidiato dall’aumento dei prezzi. Tutto ciò col sostanziale silenzio-assenso
delle ‘opposizioni’ parlamentari e dei vertici di Cgil, Cisl, Uil e UGL, i
quali al di là di qualche dichiarazione ad effetto sui media e di qualche
passeggiata rituale convocata in autunno, si guardano bene dal lavorare a una
nuova stagione di lotta dentro e fuori ai luoghi di lavoro. Contro questa nuova
macelleria sociale, le nostre organizzazioni sindacali hanno proclamato una
giornata di sciopero generale nazionale per il prossimo 20 ottobre, che avrà
come sue principali rivendicazioni:
Pino Canta e Mari Cesena
"Lancio di missili" 2023
NO ALLA
GUERRA, NO ALLE SPESE MILITARI, ALLA PRODUZIONE E ALL’INVIO DI ARMI - PER
L'AUMENTO GENERALIZZATO DEI SALARI PARI ALL'INFLAZIONE E DELLE SPESE SOCIALI;
NO ALL'ABOLIZIONE DEL REDDITO DI CITTADINANZA, PER IL LAVORO STABILE E SICURO O
UN SALARIO GARANTITO A TUTTI IDISOCCUPATI. BASTA CON LA STRAGE DEI MORTI SUL
LAVORO.
"Lancio di missili" 2023