MI(NI)STERO DELL’INTERNO
di Gerolamo Dell’Olio
Girolamo sotto Palazzo Pegaso
Diario civile
‘Scusi, ma lei non era quello che tutte le sere, prima
dell’alba, metteva in rete il raccontino della giornata? Oggi siamo a venerdì,
non abbiamo visto ancora nulla! Eppure aveva annunciato per martedì la bellezza
di due incontri-per-strada, davanti alla Prefettura e alla Regione, e persino
un appuntamento importante col Comando dei Vigili del Fuoco di Firenze…!’
‘Appunto.’
‘Appunto cosa?’
‘Se ha pazienza, le
spiego’.
Ecco, ho immaginato di
partire così, questa volta. È vero, sono in ritardo, ma c’è un buon motivo. E
ha a che fare proprio con quell’appuntamento del mattino di martedì coi Vigili
del Fuoco. Nessuna delusione, anzi! Un’accoglienza
aperta, un’ora cordialissima di colloquio. Con me, anche un altro ‘idrante’,
Marco, che poi è venuto a farmi compagnia il pomeriggio davanti alla Regione. E
allora, perché non riferire subito i risultati di questo incontro? In ballo ci
sono scenari rilevanti per la vita della nostra città… e fra le finalità della
nostra associazione c’è proprio quella dell’informazione ambientale, e
dell’informazione tout court. Tutto vero. Mi spiego. Quando ci càpita (succede
raramente, e capite bene perché) di vedere accolta una richiesta di incontro
con donne o uomini delle istituzioni, ecco, lì ci sembra particolarmente
opportuno comportarci col massimo della correttezza, ed evitare anche il più
piccolo errore di comunicazione. Per questo, prima di pubblicare, chiediamo
sempre ai nostri interlocutori ‘ufficiali’ di leggere, correggere, integrare.
Anche così ci siamo guadagnati una buona fama di fonte seria, attendibile. Ed è
per questo motivo, credo, che tante ‘istituzioni’ assai poco istituzionali ci
evitano come il diavolo l’acqua santa. Sanno che non facciamo ‘politica’, per
come loro la praticano. Non corriamo per questa o quella cordata. Non
partecipiamo al teatrino delle maggioranze e delle opposizioni. Quindi… siamo
particolarmente pericolosi. Da evitare!
Ed ecco allora che un
incontro come quello avuto martedì mattina al Comando provinciale dei Vigili
del Fuoco meritava - merita - il massimo dei riguardi. E siccome, complici le
festività di questi giorni, la bozza di comunicato che abbiamo proposto non è
ancora tornata indietro, pazienza, la teniamo qualche giorno in naftalina. Ma
intanto due parole sui ‘dialoghi’ sotto i palazzi del Prefetto e del Consiglio
regionale provo a scriverle.
Girolamo sotto Palazzo Pegaso |
Melma Tav sotto la Prefettura
Evocare impunemente e
ripetutamente Kafka sotto Palazzo Medici Riccardi si può fare! Il ‘sistema’ ha
i succhi gastrici per digerirlo. Non è una novità.
Però, c’è un però, credo.
Alla lunga, piano piano, cadono i veli. E non è un caso, credo, se sempre più
frequenti sono gli attestati di solidarietà, di comprensione, di condivisione. Anche
perché qui davvero assurdo e paradosso si sposano. Succede che un’emanazione autorevole
e indispensabile del Ministero dell’Interno interpella il massimo esponente
locale di quel Ministro, il Prefetto, lo informa, lo allerta. E quel Prefetto
lo ignora. Ministero o… Mistero dell’Interno?
‘Mistero!’, conferma
sarcastica e risentita Anna. In bici, andava verso San Marco. Fermi tutti: fa
inversione e viene a ridosso della mia ribalta in pietraforte. Ne ha anche di
nuove. Prima che quella simpatica talpona passasse sotto il Ponte al Pino, a
lei risulta che ci siano già altri danni. Ma nessuno le dà retta. ‘Scrivici,
documentacelo’, le dico. ‘I giornali no, quelli fanno altri servizi: ma noi
possiamo darti voce, se vuoi. Goccia dopo goccia… come ti chiami?’.
Non mi lesina nome e
cognome. Mi presento anch’io: ‘Girolamo’.
‘Eh, lo so chi tu sei. Eh,
se ti conosco! Tu ci sei venuto a noia…!’, con garbo tipicamente fiorentino. E
mi racconta altri vecchi episodi in cui ci siamo incrociati, quando era
segretaria di uno dei passati presidenti del Consiglio comunale.
‘Ricordiamocene a maggio,
quando si vota!’, esclama un’altra passante. Non ha bisogno di altre notizie.
Semmai di un calmante.
‘Son settant’anni che
combatto. E ‘un serv’ a nulla!’, le fa eco al contrario questo anziano
disilluso lavoratore dei trasporti.
E quante scolaresche
francesi, anche oggi, a giro per Firenze.
Ritento l’accoppiata ‘Vive
la France / À bas Macron’, che ieri ha avuto successo. Funziona anche oggi. Con
un’arguta chiosa della prof che li accompagna: ‘Et Meloni?’. Scontata la
replica: ‘Bien sûr, Meloni aussi!’
Melma Tav sotto la Prefettura |
Bandiera della pace sgarrupata
su Palazzo Pegaso
Ultimo,
si sofferma a leggere questo
contegnoso signore, incuriosito. Gli porgo la lettera dei Vigili del Fuoco: ‘È tutto
alla luce del sole. Se l’Arno ridà di fuori, magari si farà come a Gaza.
Prendiamo i tunnel TAV e li inondiamo coi treni dentro. Stile Israele con
Hamas’.
Guarda incupito il testo.
Gli ribadisco l’indifferenza del Palazzo che ci sovrasta: ‘Il prefetto non
vede, non sente, non parla’.
‘Ma salta!’, fa lui. E
poi: ‘C’è un recapito di riferimento?’
‘Certamente: qui sotto,
tutti i contatti.’
Stai a vedere che provoca
una svolta…
Alla mimica delle tre
scimmiette, nel pomeriggio, due pepate nonnette aggiungono una quarta mossa che
ni fa schiantare. Il vecchio amico Giorgio ciondola da queste parti in attesa
di un messaggio dalla dolce metà per ricongiungersi con lei e tornare a casa.
Così, mi ha preso in prestito per un quarto d’ora: giù a rovesciarmi addosso
tutta l’uggia che prova per il ‘nostro’ mondo del ‘dissenso’, incagliatosi in
beghe, protagonismi e circoli viziosi. Come dargli torto? Ma poi, a ridare brio
alla conversazione, arrivano queste sue due vecchie amiche. Mi presenta a loro
con graziose parole di encomio, e mi lascia il compito di concludere. Allora,
indicando il bugnato di Michelozzo là di fronte a noi, e l’Autorità che lo
abita, ripropongo quel gesto alternatamente davanti agli occhi, agli orecchi e
alla bocca. Ecco, tutto mi sarei aspettato da questa veneranda coppia meno che
una delle due, senza pensarci sopra, li ripete uno dopo l’altro e ci aggiunge
il carico, il quarto gesto: a sopracciglia inarcate e ghigno sardonico, la mano
si infila lesta in tasca. Lungi da noi riferirlo al caso di specie, s’intende! Giusto
un arricchimento semantico buono per altri casi…
Bandiera della pace sgarrupata su Palazzo Pegaso |
Marco Mordini
Piombino non si dimentica
Intanto anche Marco si è
trasformato in uomo-sandwich e perora a pochi metri da me, davanti all’altro
ingresso del Consiglio, al civico 4, la causa mai tramontata di
Piombino-rigassificata-a-forza. Con buoni risultati anche lui, mi conforta.
Due ultimi incontri mi
piace menzionare, che mi ripiombano a venti-trent’anni addietro
sull’incresciosa storia della TAV, quando si tentava di difendere con le unghie
e con i denti le acque e il paesaggio del Mugello. E per lo meno hanno fatto
meno danni di quelli che potevano regalarci.
A braccetto con la sua
signora, come in un’elegante promenade
impressionista fine Ottocento, mi riconosce e mi sorride con simpatica ironia
Piero, esponente di primo piano dell’ARPAT ai tempi di quei guai.
Lo presento a Marco, che
della TAV sta apprezzando tutte le gesta più recenti in salsa fiorentina. ‘Una
colonna di quella battaglia. Lui, uno di quelli dell’ARPAT che lavorava sul
serio!’
Si schermisce: ‘Tutto
quello che mi avete richiesto, l’ho dato,’
‘E quante cose scomode ha
scritto!’, aggiungo. ‘Ma venivano prese in considerazione?’
Non posso mancare di
enfatizzargli quest’ultima mascalzonata denunciata dai Vigili del Fuoco. E di
auspicarne gli esiti: ‘Vede? Questa è la prova del crimine. Quindi, presto li andremo a trovare a
Sollicciano. Perché finiranno tutti là dentro…’
Si accomiata con un dolce
sorriso appena un po’ scettico.
Marco Mordini Piombino non si dimentica |