SCAVI E DISSESTI
di Idra
Scavi alla Stazione di Firenze
Valdarno: ancora cambi di
progetto in corsa sulle terre di scavo, in arrivo da Firenze 1 milione e 300.000
metri cubi.
Idra, ricevuta dal sindaco di Cavriglia, documenta, riflette,
mette in guardia: gravi le falle già registrate fra Castello e Campo di Marte!
“Siamo venuti dopo il Mugello, vicenda che
ha elevato la sensibilità e l’attenzione su questi temi”. Con
questa constatazione fortemente emblematica il sindaco di Cavriglia, Leonardo
Degl’Innocenti o Sanni, ha salutato al termine del lungo colloquio, protrattosi
per oltre un’ora in un clima cordiale e disteso, la delegazione di Idra venuta a fargli visita la settimana
scorsa per condividere circostanze, documenti, dubbi e incertezze sul
trasferimento nella ex miniera di Santa Barbara di un milione e trecentomila
metri cubi di terre da estrare dalle viscere di Firenze per la realizzazione della
stazione sotterranea Foster e dei due lunghi tunnel TAV fra Campo di Marte e
Castello. Rispettivamente parte civile e ad
adiuvandum nel processo penale e in quello contabile celebratisi presso il
Tribunale di Firenze e la Corte dei Conti della Toscana in conseguenza dei
gravi danni ambientali consumatisi sopra e sotto l’Appennino e Monte Morello,
l’associazione ha inteso mettere in guardia l’amministrazione comunale di
Cavriglia sui rischi potenzialmente legati a una cattiva progettazione e/o
esecuzione dell’opera. Non ne mancano nuove avvisaglie. La prima ed unica
galleria TAV realizzata a Castello per il cosiddetto ‘scavalco Alta velocità’
gronda colibacilli fecali: il relativo rapporto ARPAT è stato trasmesso da Idra la scorsa settimana anche al
sindaco di Firenze e alla USL Toscana Centro, con richiesta di attivarsi con sollecitudine in tutela della qualità dell’igiene pubblica.
Lo stesso ‘scavalco’ è privo di collaudo
tecnico-amministrativo: il presidente della Commissione di collaudo non ha
ritenuto di accordarlo.
Scavi alla Stazione di Firenze |
Piena dell'Arno a Firenze (1844)
A Palazzo
Vecchio e in Regione intanto si ripete alla lettera il grave errore progettuale
di cui portano tuttora le conseguenze 60 km di galleria fra Vaglia e Bologna,
privi dei requisiti di sicurezza vanamente invocati nel 1998 dal Comando provinciale
dei Vigili del Fuoco di Firenze: anche sotto la città d’arte patrimonio
dell’umanità, pluri-alluvionata nei secoli, si scava snobbando quel Comando e
la sua denuncia: manca niente meno che il piano di emergenza! “Il DM 28/10/2005 “Sicurezza nelle gallerie ferroviarie” - scrivono i Vigili del Fuoco - trova applicazione alle gallerie ferroviarie di lunghezza superiore a
1000 m, prevedendo l’adozione di un piano di emergenza fin dalle fasi
progettuali. Ciò premesso, relativamente al progetto di cui
all’oggetto, agli atti di questo Comando non risulta ancora essere stata
depositata alcuna documentazione, tanto ai sensi del DPR 151/2011, quanto ai
sensi del D.M. 28/10/2005”. L’informativa è stata
trasmessa al Prefetto di Firenze a luglio 2023 Idra ne ha portato tempestivamente al corrente tutte le autorità,
fino all’Anticorruzione a Roma. Nessuno interviene. Quindi, non c’è di che star
tranquilli. “Noi siamo purtroppo
consapevoli che c’è una parte delle istituzioni assolutamente inaffidabile”, hanno sottolineato i componenti
della delegazione di Idra, Girolamo
Dell’Olio e Marco Mordini: “Siamo dalla
vostra parte, dalla parte della vostra comunità e della legalità!”
Alluvione di Firenze (1966)
È stato perciò confortante
registrare il livello di competenza, attenzione e vigilanza che hanno attestato
le parole di Romeo Segoni, dottore in scienze politiche ed esperto di diritto
urbanistico e ambientale, membro dell’Osservatorio Ambientale di Santa Barbara
(alla cui presidente Idra ha pure chiesto
un colloquio), ma intervenuto all’incontro in veste di consulente del sindaco,
con quaranta anni di servizio in Comune alle spalle. Pende infatti sul
trasferimento delle terre di scavo da Firenze una nuova variante progettuale
proposta dalle Ferrovie, dopo quella che ha modificato la pianificazione
approvata nel 2016 introducendo un nuovo additivo per il trattamento delle
terre, destinate a parco pubblico. È pervenuta recentemente infatti al Sindaco
di Cavriglia una lettera di RFI nella quale si ‘ipotizza’ anche un’eventuale
aggiunta di calce. Eppure la diagnosi del piano di utilizzo appena modificato
recita: “Le indagini eseguite confermano
l’utilizzabilità geotecnica dei materiali provenienti dagli scavi per la
realizzazione della Collina Schermo, non risultando peraltro necessario il
trattamento a calce”.
Lugo di Romagna
(2024)
(2024)