LAPIDI E ALTRO
di Angelo Gaccione
La lapide illeggibile
per Boccioni
Ci sono targhe
di varia natura a Milano completamente illeggibili. Lo sono per sciatteria e
per quel cancro che divora ogni amministrazione pubblica in cui si annidano
ignavi, menefreghisti, intoccabili, protetti dai loro padrini politici che non
sono da meno quanto a qualità. Con le dovute eccezioni, s’intende. Se non fosse
così come sarebbe possibile fare appendere su un muro una targa su cui non si
legge nulla? Come sarebbe possibile dare mandato di fare incidere una scritta
evanescente su una pietra bianca senza che un responsabile ne controlli la
fattura, faccia fare un bozzetto di prova e controlli con i suoi occhi prima
che il lavoro sia ritirato e pagato? Una scritta incisa su una pietra deve
avere il giusto contrasto e un corpo sufficientemente grande perché una volta
posta in alto sul muro si possa agevolmente leggere. Questo lo sanno pure i
bambini e, dunque, non si capisce come da marmisti e fonderie di provata
esperienza possano uscire lastre, pietre e targhe in condizioni così pessime.
Quella posta sul muro della casa di via Adige 23 a ricordo dell’artista Umberto
Boccioni ne è un esempio paradigmatico. Ce ne sono poi una marea le cui scritte
sono state cancellate dal tempo e dalle intemperie. Andrebbero riprese magari
con inchiostri più durevoli, ma nessuno se ne cura.
La lapide illeggibile per Boccioni |
La fontana vandalizzata
di via Corridoni
di via Corridoni
Come nessuno si cura della tutela di tanti manufatti pubblici vandalizzati e che da anni languono nella sporcizia e nel degrado. Di teppisti e cafoni non c’è penuria in nessun tempo, ma è raro che si veda un “dissuasore” in circolazione. Ho già scritto della fontana vandalizzata di via Corridoni davanti al liceo scientifico e a due passi dal Conservatorio.
Il monumento a Pertini
trasformato in un bivacco
trasformato in un bivacco
Ma non va meglio per la fontana dedicata a Sandro
Pertini in via Croce Rossa, la piazzetta all’uscita della fermata della
metropolitana di via Monte Napoleone. La parte terminale della scalinata è
diventata un bivacco. Rifugio per sbandati che non solo vi dormono, ma la usano
come una pattumiera.