RICORDANDO PETROV E CASSOLA
Stanislav Petrov |
Il 26 settembre è la giornata ONU contro le armi nucleari.
“Odissea”
ricorda il colonnello sovietico Stanislav Petrov, che il 26 settembre 1983
salvò il mondo da una guerra nucleare per errore. E ricorda il fondatore della
Lega per il Disarmo Unilaterale dell’Italia (Firenze, 4 dicembre 1977), lo
scrittore Carlo Cassola, che al disarmo e all’antimilitarismo ha dedicato una
parte consistente della sua vita. Lo ricordiamo con queste parole tratte dal
volume: Carlo Cassola e il Corriere della Sera 1953-1984 curato da Alba
Andreini per la Fondazione Corriere della Sera (pagine 870) appena uscito. Una
parte consistente di questo corposo e fitto volume contiene gli scritti di
Cassola dedicato al disarmo mentre la cultura, i partiti e i governi erano
ignari o indifferenti ai pericoli dell’apocalisse nucleare. Quegli scritti e i
saggi che al disarmo Cassola ha dedicato, mostrano come la sua voce fosse
profetica e la sua intelligenza lucida. La situazione internazionale dei nostri
giorni ne sono la riprova.
Cassola per tutti gli anni Settanta del Novecento è stato un precursore e la bandiera del disarmo non solo in Italia, ed è scandaloso che gli stessi movimenti pacifisti e disarmisti di oggi abbiano dimenticato il suo nome e le sue proposte. Cassola è stato un gigante intellettuale come Einstein e Russell e sulla strada del monito dei due scienziati ha proseguito la sua missione in favore della vita. Un pensiero vivo ed attualissimo a cui noi disarmisti dobbiamo molto.
Carlo Cassola |
“Dopo il 1945 i problemi non sono
stati più gli stessi. La bomba su Hiroshima ci rese coscienti, diciamo meglio:
avrebbe dovuto renderci coscienti che il problema numero uno è ormai quello
della conservazione della pace. (…) Per cui viene da chiederci: la bomba
atomica su Hiroshima, che avrebbe dovuto suonare il De profundis per lo
Stato sovrano armato, non ha suonato invece il De profundis per un mondo
che si ostina a dividersi in Stati sovrani armati? (…) La politica purtroppo
non è cambiata, con la conseguenza che ci troviamo ormai sull’orlo del baratro.
Il mondo può essere salvato solo dall’iniziativa coraggiosa e intelligente di
un popolo che spezzi la spirale degli armamenti e delle divisioni statali,
disarmando unilateralmente”.