RIVESTITI E CAMMINA, FILOSOFIA!
di Luigi Mazzella
Giacinto Brandi
Allegoria della filosofia
La
scienza ha fatto passi da gigante ma la biologia ancora nasconde dei segreti
per l’essere umano. La mortalità sembra essere la regola generale e invincibile
per gli esseri viventi ma vi sono alcune specie di animali che raggiungono lo
stato di immortalità, come alcuni tardigradi e qualche specie di astici. La Turritopsis
nutricula è un idrozoo in grado di tornare allo stato di polipo dopo avere
raggiunto quello di medusa adulta per il tramite di un processo di transdifferenziazione
che può ripetersi all’infinito. Altrettanto misteriosa è la causa della ferocia
o della mansuetudine delle bestie. Leoni, ippopotami, elefanti, coccodrilli,
scorpioni, serpenti (non tutti) uccidono centinaia di esseri umani all’anno;
altri come cani (non tutti e solo se non affetti da rabbia), cavalli, buoi,
vacche, agnelli, pecore, se non mansuefatti, sono comunque miti e inoffensivi e
sono persino utili, volenti o nolenti, all’uomo. Anche per gli esseri umani, il
problema della “cognizione del male” (ho la coazione a ripetere il titolo del
mio ultimo libro) presenta aspetti
sconcertanti. La presenza di una psiche attiva nell’azionare non solo ragionevolezza,
ma anche (e purtroppo!) finzione, menzogna, artifizio, ipocrisia rende
l’individuazione della perfidia negli esseri umani particolarmente
difficoltosa. Spesso sono proprio i più feroci tra gli individui a nascondere
le proprie atrocità nei confronti dei loro simili dietro cortine fumogene,
propagandate con dovizia di mezzi, di “alti valori”, “nobili principi”, “protezione
dei diritti umani”, “salvaguardia della democrazia”, “amore per il prossimo o
per l’uguaglianza universale”, “conduzione di tutti i popoli del pianeta verso
salvezza e benessere” et similia.
Alla
furbizia di tali “affabulatori” si contrappone la credulità e la mansuetudine
di chi è stato abituato, sin dall’età infantile, a “credere” nelle favole di
ogni tipo, nei racconti fantastici dei
religiosi come nelle utopie meravigliose dei “politicanti” e a fare uso il meno
possibile del raziocinio nel sano e necessario tentativo di “scoprire le carte”.
Allora: “Tutto da rifare” come diceva Gino Bartali, pensando all’Italia? No! Occorre
sperare nel progresso non solo scientifico ma anche filosofico. I maestri del
pensiero riprendano il loro ruolo e insegnino a riscoprire la razionalità, vera
nota essenziale e peculiare dell’essere umano, ricongiungendosi, nella loro
speculazione mentale, ai grandi pensatori della nostra antica civiltà
greco-romana e aiutandoci a dimenticare, con un sano, concreto e vitale monismo
edonistico, duemila anni di fantasie “dualistiche”, “assolutistiche”,
“autoritarie”, “intolleranti” e soprattutto insanamente ruotanti intorno al
concetto di morte.
Allegoria della filosofia