DOMANDE
di
Luigi Mazzella
Perché
non si dovrebbe avere nel bagaglio dei propri risentimenti quello di avere
dovuto subire nell’indifesa infanzia da parte di massaie beghine o parroci ben
nutriti la ripetizione acritica di storielline mediorientali o nell’ancora
immatura e pericolosamente impetuosa adolescenza il racconto di fandonie
altrettanto inverosimili, indimostrabili e indimostrate di utopie
(nazifasciste o social comuniste) che con parole fintamente filosofiche
“cianciano” dell’esistenza di illuminati (e amati da Dio) Capi-guida (duci
o fuhrer) o di moti popolari salvifici e benefici per l’umanità intera (e non,
invece, per pochi oligarchi di Nomenklature o gerarchetti di regime?
Perché
non si dovrebbe essere costretti a ricordare e a rinfacciare, alle cinque
credenze che tuttora imperversano nell’Occidente:
a)
ai cristiani: i massacri delle Crociate, gli stermini e i genocidi del
Centro-America, le colonizzazioni nelle Americhe e in Africa, le condanne a
pene capitali dei Tribunali dell’Inquisizione, le guerre sante per scismi ed
eresie, i patiboli del Papa-Re nelle piazze di Roma;
b)
agli islamici gli attentati con centinaia di morti, i tagli di gole con riprese
televisive o cine-fotografiche;
c)
agli ebrei di Netanyahu gli stermini odierni a Gaza;
d)
ai nazifascisti i lager, le camere a gas, i cosiddetti “confini”;
e)
ai socialcomunisti gli stermini pseudo-rivoluzionari, le distruzioni, i gulag,
le foibe e le repressioni violente?
Domanda
conclusiva (a me stesso): Per quanto tempo ancora
resisterò a scrivere di razionalità, di libertà di pensiero, di pacatezza nei
giudizi in una collettività dove persino gli amici e le amiche più aderenti a
idee pacifiste non rinunciano, sul piano più strettamente
individuale, alle loro aspre guerre verbali con polemiche infuocate:
argomentate, sì, ma alla fin fine, pur sempre intrise di convinzioni
acefalamente desunte da dogmi religiosi o ideologici? Il problema, per me, non
è religioso né politico ma solo filosofico. Ed allora non mi resta che
concludere con gli ultimi versi del VII sonetto di Francesco Petrarca: Povera,
e nuda vai, Philosophia, dice la turba al vil guadagno intesa. È da venti secoli che nell’Occidente, patria dei
creduloni incalliti, i filosofi, in assenza di un pensiero libero, parlano al
vento.