SCAFFALI
di Andrea Meregalli

Davide Chindamo
Il mistero della Poesia: intorno
a Dimmi, a cosa stai pensando? di Davide Chindamo.
Dimmi, a
cosa stai pensando? Non è solo il titolo della raccolta di Davide
Chindamo (Capponi editore, 2025). È una domanda che mi seduce, mi fa
riflettere. Penso subito a lei, alla persona amata: sento il bisogno di leggere
il libro per leggere lei, e di comprendere le poesie per comprendere lei;
sfiorare ogni pensiero, ogni sensazione che a lei mi rimanda, per fare di noi
una cosa unica. Leggo, e mi accorgo che sono poesie che offrono riparo ai
ricordi: siamo distanti, vicini o separati, eppure la figura di colei che amo
riaffiora indelebile alla mia memoria; il suo profilo è irremovibile, e quando
leggo la sento mia. Così, per non lasciarla scappare, ho deciso di sigillarla
tra queste pagine. La respiro in ogni singola lettera, e capisco il mistero
della letteratura: ognuno vedrà l’immagine della persona amata, perché, in fin
dei conti,l’amore è universale. Ogni pagina per me ha il sapore di lei, e sono
certo che ognuno può attingere da queste la fragranza dell’affetto più
caro. Per questo mi rivolgo a te, lettore, con la speranza che tu faccio
lo stesso. Sei di fronte ad una silloge che permette di astrarti e abbandonare
il caos e la velocità dell’epoca moderna. Avvolgiti in ogni singola poesia e
lascia che il pensiero si perda nell’infinito, per poi ritrovarsi. Respira,
e senti tuo ogni attimo. Fa’ sì che i ricordi riaffiorino dove la razionalità
non ha accesso e fatti colpire indifeso, per assaporare ogni pulsione al
massimo della forza. Fermati, rilassati. Prendi tempo. Non scappare dalle
paure. Abbandonati al movimento delle onde e lascia che le sensazioni scorrano
libere, per poi schiantarsi, e scomparire sulla riva: così potrai navigare tra le
pagine di questo libro.
Lasciati trascinare in questo
turbolento vortice di emozioni, e scoprirai come i gesti più semplici possano
essere la salvezza più grande: «A volte lo sguardo / quando è intriso d’amore /
può salvare una vita» (Gratitudine). Affronta il baratro della perdita,
fai esperienza del dolore e annega per nascere di nuovo; e la mancanza si farà
primigenia forma d’amore: «Io continuerò a viverti per sempre, / perché il
fardello della tua mancanza / è un fratello che non manca mai» (Mancanza).
Abbandona la paura del giudizio, e lasciati cadere nelle braccia di chi, una
volta scoperto l’oceano che tieni nascosto, ti dirà lo stesso: «Mi serve
saperti felice / per essere felice anche io» (Innamorato).
Vinci il tormento, attraversa la
sofferenza, e scoprirai di non essere il solo a subire il dramma di un amore
non corrisposto: «Ti amo talmente tanto / che sono giunto alla riva dell’odio,
/ poiché non riesco a reprimere l’amore / che tu da tempo più non desideri.» (Tormento).
E tu, lettore, che hai perso il
coraggio di amare, perché deluso da colui o colei che non meritava il tuo
affetto, che non riesci a mostrare il tuo io, fai sfociare la rabbia in
un pianto ribelle; fatti coccolare e comprendere dalle parole tessute per te: «Anche
io odio e amo, / poiché credevo alle tue parole; / ma in realtà scrivesti il
mio nome sul vento veloce / e sull’acqua corrente» (Odi et amo).
E tu, che ormai pensi vuoto e
privo di senso il tuo cammino senza di lei, ricorda che la sua stella brillerà
per sempre nel tuo cielo e la sua luce non smetterà mai di splendere nel tuo
firmamento. Ma dovrai accettare la sua lontananza, il suo essere altrove. Così
ritroverai finalmente pace nell’anima: «E il lago, quel lago verdastro e
pacato, / si fa distesa su cui camminare insieme. / Ma tu sei altrove,
imbrigliata nel cielo» (Nelle sere d’estate).
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| Davide Chindamo |



