La ministra Pinotti madrina dell’italica
flotta del Qatar
di Antonio Mazzeo
In
Afghanistan, Iraq, Siria e Libia a combattere il Califfo e intanto affari
miliardari con i suoi emiri protettori. La diplomazia italiana conferma la sua
vocazione a stringere le alleanze più controverse mentre le aziende leader del
complesso militare-industriale firmano lucrosi contratti con il regime del
Qatar. Lo scorso 16 giugno a Roma l’amministratore delegato del gruppo
Fincantieri, Giuseppe Bono, ha sottoscritto un accordo del valore di 3,8
miliardi di euro con il Capo della Marina militare qatarina Mohammed Nasser Al
Mohannadi per la fornitura di sette unità navali (quattro corvette, due
pattugliatori OPV – Offshore Patrol Vessel e una nave appoggio anfibia LPD –
Landing Platform Dock) che saranno realizzate a partire del 2018 nei cantieri
navali liguri di Muggiano e Riva Trigoso. L’accordo prevede che la consegna
delle navi da guerra sia completata in sei anni, ma le autorità del Qatar
sperano di disporre di alcune di esse entro il 2022 per impiegarle per compiti
di “sorveglianza e pattugliamento marittimo nelle acque territoriali e nella
zona economica esclusiva” già in occasione dei campionati mondiali di calcio
previsti nell’emirato.
Secondo quanto trapelato a
Doha, le quattro corvette avranno una lunghezza superiore ai 100 metri e un
peso di 3.000 tonnellate, mentre i due pattugliatori offshore saranno lunghi 50
metri e peseranno 700 tonnellate. La nave appoggio LPD sarà simile all’unità
che Fincantieri ha consegnato nel 2014 all’Algeria, un’evoluzione tecnologica
delle navi da sbarco e supporto logistico della classe “San Giusto” in
dotazione della Marina militare italiana (143 metri di lunghezza, 21,5 metri di
larghezza e un dislocamento a pieno carico di 8.800 tonnellate). Oltre alla
costruzione, Fincantieri garantirà il supporto logistico delle imbarcazioni in
Qatar per 15 anni.
Buona parte dei sistemi di
combattimento e i sensori di bordo saranno forniti dalle aziende controllate
dalla holding Leonardo-Finmeccanica. Nello specifico, saranno consegnati i
sistemi d’arma di medio calibro da 76/62 mm e di piccolo calibro da 30 mm (Oto
Melara), i radar multifunzionali di Selex Es già in dotazione alle fregate di
ultima generazione FREMM, il sistema di protezione antisiluro, il mine
avoidance sonar “Thesan” e le dotazioni missilistiche per un importo
complessivo di un miliardo di euro (i missili antinave Exocet, i missili
superficie-aria a corto raggio Mistral e anti-missili balistici Aster 30 Block
1, prodotti dal gruppo italo-francese MBDA di cui Finmeccanica possiede il 25%
del pacchetto azionario). Il programma con la Marina militare del Qatar
comprenderà anche le attività di formazione, la fornitura di stazioni di test e
le strutture per la manutenzione, così come il supporto logistico integrato.
”L’accordo siglato
testimonia il grande impegno delle istituzioni ed in particolare del ministro
della Difesa Roberta Pinotti e rafforza la collaborazione con Fincantieri,
segnando una considerevole affermazione del nostro sistema Paese”, ha
dichiarato l’amministratore delegato e direttore generale di
Leonardo-Finmeccanica, Mauro Moretti. “La nostra società collabora da oltre 20
anni con il Qatar, a cui ha fornito il sistema di controllo e gestione del
traffico aereo del nuovo aeroporto internazionale di Doha, elicotteri sia per
applicazioni civili sia militari, sistemi di difesa per la sicurezza delle
acque territoriali. Recentemente, inoltre, è diventato esecutivo il contratto
firmato nel 2015 per la fornitura alle Forze armate del Qatar del sistema radar
per la sorveglianza e la difesa aerea”. Il 30 marzo scorso, inoltre, la
controllata MBDA ha firmato un protocollo d’intesa per la fornitura di un nuovo
sistema di difesa costiera alla Qatar Emiri Naval Force, del valore di 640 milioni
di euro. Nello specifico saranno fornite due diverse dotazioni missilistiche,
l’Exocet MM40 Block 3 ed il Marte ER (Extended Range), che funzioneranno in modo autonomo con un proprio
radar o, in alternativa, interfacciandosi ad una più ampia rete di sorveglianza,
ingaggiando bersagli navali di dimensioni diverse fino a 180 chilometri di
distanza nelle acque del Golfo Persico.
La megacommessa navale con
Fincantieri-Finmeccanica è stata formalizzata in occasione dell’incontro
ufficiale tra i ministri della difesa di Italia e Qatar, Roberta Pinotti e
Khalid bin Mohammed Al Attiyah, in cui è stato sottoscritto un Memorandum of
Understanding per la reciproca cooperazione nel settore navale. Nel luglio
2015, i ministri Pinotti e Khalid bin Mohammad al-Attyah avevano pure firmato
un accordo di cooperazione, formazione e addestramento nel campo del trasporto
aereo, marittimo ed elicotteristico, a sua volta inserito nel più ampio quadro
del trattato bilaterale di “Cooperazione nel Settore della Difesa” tra Italia e
Qatar, siglato nel maggio 2010 ed entrato in vigore nel febbraio 2014.
“La cooperazione nel
settore della Difesa con il Qatar è molto forte già da diversi anni e la firma
dell’accordo di oggi rafforza ancor di più una collaborazione che riteniamo
molto importante e strategica”, ha dichiarato la ministra Pinotti. “La fiducia
e la stima che si è instaurata tra i rappresentanti istituzionali nel mondo
della Difesa, ai diversi livelli, è legata alla sempre massima lealtà con la
quale sono stati avviati e perseguiti obiettivi comuni. L’Italia è un paese che
nel settore delle costruzioni navali ha maturato negli anni una profonda
esperienza e competenza, sia dal lato militare che industriale. È un grande
onore e privilegio poter mettere a disposizione del Qatar le nostre
professionalità tecniche e militari e poter condividere le avanzate tecnologie sviluppate. L’accordo
appena stipulato con Fincantieri creerà numerosi posti di lavoro e questo non
può che far bene all’intero sistema Paese”.
La fornitura bellica a
favore di uno degli Stati arabi più compromessi nel finanziamento e nel
sostegno delle fazioni terroristiche internazionali filo-ISIS è stata
apprezzata pure da alcune organizzazioni sindacali. “Con questa ulteriore
acquisizione in Qatar, Fincantieri porta il carico di lavoro oltre i 20
miliardi, garantendo una continuità produttiva e occupazionale che andrà oltre
i sei-sette anni”, ha dichiarato il segretario generale di Uilm Genova, Antonio
Apa. “Questa è la dimostrazione coesa della capacità del gruppo dirigente e
delle maestranze che hanno sconfitto l’agguerrita concorrenza francese di Dcns
e Thales ed è la prova evidente di una società che ha diversificato le sue
attività in più settori, affermandosi nel mondo con un prodotto ad alto valore
aggiunto dove c’è il meglio del Made in Italy. Fincantieri, oltre a confermare
il riferimento nel settore delle navi da crociera, si pone all’avanguardia e
crea le premesse per avere un ruolo da leadership anche nel settore militare. A
Bono ed al ministro Pinotti va il riconoscimento della Uilm per il lavoro
svolto nell’interesse del Sistema Paese”. Anche il sindacato, con Renzi,
Pinotti e Confindustria va alla guerra del Califfo.