di Redazione Ansa
Stoccolma
La vita diventa sempre più dura per i fumatori in
Svezia. Dal primo luglio del 2019 il divieto di fumo, già esistente nei bar e
ristoranti del Paese scandinavo dal 2005, sarà esteso ai parchi gioco, alle
banchine di attesa dei treni nelle stazioni ferroviarie, nei ristoranti
all'aperto e all'ingresso dei luoghi consentiti ai fumatori. Lo ha deciso il
Parlamento (Riksgaden) approvando una nuova legge passata con 142 voti a favore
e 120 contrari. In Svezia, il fumo è attualmente consentito in aree fumatori
designate nella maggior parte dei luoghi di lavoro e luoghi pubblici. Dati
ufficiali mostrano che nel 2016 solo l'11% dei 10 milioni di svedesi fuma tutti
i giorni con regolarità e circa il 10% occasionalmente. L'obiettivo della nuova
legge è quello di rendere il paese scandinavo senza fumo entro il 2025. Il fumo
è la prima causa di morte nei Paesi industrializzati: secondo l'American Cancer
Society è responsabile di circa il 30% di tutti i decessi. Sono infatti 8
milioni morti ogni anno per patologie correlate al fumo, in Italia tra 70mila e le 83mila morti all’anno, e oltre il 25% di questi è
compreso tra i 35 ed i 65 anni di età, ed i fumatori sono circa 10,3 milioni
(di cui 6,2 milioni di uomini e 4,1 milioni di donne). Smettere di fumare
apporterebbe grandi benefici al nostro organismo. Basta già un giorno per
riossigenare il sangue, dopo 5 anni diminuisce del 50% il rischio di sviluppare
tumori del cavo orale, dell'esofago e della vescica e, dopo 10 anni, di morire
per carcinoma del polmone. Non solo: il tabacco è una minaccia per lo sviluppo.
Nel
mondo sempre più fumatori fra i giovani
Malgrado siano chiari a tutti i danni del fumo, sono ancora
troppe le persone che fumano nel mondo, un fenomeno allarmante soprattutto tra
gli adolescenti. In Italia i fumatori sono circa 10,3 milioni, e si verificano
circa 80.000 decessi all'anno per le conseguenze relative a questa abitudine. Il
fumo è la prima causa di morte nei Paesi industrializzati: secondo l'American
Cancer Society è responsabile di circa il 30% di tutti i decessi. Sono infatti
8 milioni morti ogni anno per patologie correlate al fumo, in Italia tra 70mila e le 83mila morti all’anno, e oltre il 25% di questi è
compreso tra i 35 ed i 65 anni di età, ed i fumatori sono circa 10,3 milioni
(di cui 6,2 milioni di uomini e 4,1 milioni di donne). Smettere di fumare
apporterebbe grandi benefici al nostro organismo. Basta già un giorno per
riossigenare il sangue, dopo 5 anni diminuisce del 50% il rischio di sviluppare
tumori del cavo orale, dell'esofago e della vescica e, dopo 10 anni, di morire
per carcinoma del polmone. Non solo: il tabacco è una minaccia per lo sviluppo.
Secondo l'Oms oltre a salvare vite e ridurre le disuguaglianze un controllo del
settore offre benefici anche per l'ambiente. La maggior parte del peso, ricorda
l'Oms, ricade sui paesi a basso e medio reddito, dove si registra l'80% delle
morti premature dovute alle sigarette. La coltivazione del tabacco richiede grandi
quantità di pesticidi e fertilizzanti, e usa nel mondo 4,3 milioni di ettari di
terra, contribuendo per il 2-4% alla deforestazione. «L'industria del tabacco»-
spiega l'Organizzazione, «produce inoltre oltre due milioni di tonnellate di
rifiuti solidi». Fra le armi a disposizione per combattere il fenomeno, ricorda
l'Oms, ci sono i pacchetti generici, privi di marchi, il bando alla pubblicità
delle sigarette sotto qualsiasi forma, l'offerta attiva di counseling e
assistenza per smettere di fumare, che raddoppiano le chance di successo, ma
soprattutto l'aumento delle tasse. Le tasse sul tabacco sono il rimedio più
costo-efficace per ridurne il consumo.
Una tassa che aumenta il prezzo delle sigarette del 10% porta a una
diminuzione del consumo del 4% nei paesi ad alto reddito e del 5% in quelli con
reddito medio-basso. Tra il 2014 e il 2017 la percentuale di fumatori nell'Ue è
rimasta stabile, ma aumentano i giovani che consumano prodotti del tabacco,
abitudine che si conferma più radicata nei paesi del Sud Europa. Il 26% degli
intervistati nell'ambito del nuovo sondaggio si dichiara fumatore, lo stesso
dato del 2014, oltre le metà (53%) non ha mai fumato, mentre il tasso di
consumatori di tabacco nella fascia di età tra 15 e 24 anni è cresciuto dal 24
al 29%. In alcuni paesi del Sud-Europa in particolare il fumo si mostra vizio
duro a morire: più di un terzo degli intervistati in Grecia (37%), Bulgaria
(36%), Francia (36%) e Croazia (35%) sono fumatori, mentre in Italia il dato si
ferma al 24%. Le percentuali di fumatori più basse si trovano in Svezia (7%) e
Regno Unito (17%). La maggioranza degli intervistati (63%) pensa che l'uso di
sigarette elettroniche dovrebbe essere vietato in luoghi dove esistono divieti
di fumo e il 46% è favorevole al 'plain packaging' per le sigarette, vale a
dire i pacchetti uniformi ed anonimi senza marchi e colori. Tra i dati
dell'indagine che la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori-Lilt ha
commissionato alla Doxa emerge che a MIlano il 74% degli intervistati ha
risposto di non avere nessuna intenzione di smettere. Nel 2016 la percentuale
era invece del 63%. Solo il 23%, contro il 26% del 2016, ha dichiarato invece
di essere intenzionato a buttare via il pacchetto. Però c'è un dato
confortante: il numero di fumatori milanesi è in leggero calo, il 19% nel 2017
contro il 20% dello scorso anno. Lo stesso vale per il consumo medio
giornaliero di sigarette che è sceso a 9,9 nel 2017 contro le 10,5 del 2016.
Tra i giovani dai 15 ai 24 anni, il 25% è fumatore, mentre il 68% dichiara di
non aver mai acceso una bionda. Tra gli effetti nocivi del fumo rientri anche
l’aumento dell’infertilità sia nella donne che nell’uomo. Problemi di
ovulazione, danni a carico delle ovaie e degli ovuli, menopausa precoce: queste
alcune delle principali conseguenze del consumo di nicotina sulla fertilità
femminile; negli uomini invece si assiste a una riduzione del numero degli
spermatozoi, della loro motilità e morfologia. Gli effetti del fumo sono molto
pesanti anche sulla gravidanza e sul benessere del neonato: numerosi studi
dimostrano come il fumo sia associato ad un aumento delle percentuali di aborti
spontanei, di nascite premature, del rischio di gravidanza multipla, e al basso
peso del nascituro, che può andare incontro più facilmente al rischio di morbilità
e mortalità correlate.
Fra le iniziative in programma nel nostro paese in
occasione della Giornata mondiale contro il tabacco la Lega italiana per la
lotta ai tumori di Milano ripropone «Un lenzuolo contro il fumo». Per tutto il
mese di maggio la squadra dei volontari LILT ha avvicinato nei cortili delle
scuole i ragazzi di alcuni Istituti Superiori con la comunicazione di protesta
per una «Scuola libera dal fumo», la distribuzione di depliant e gadget in
cambio della loro sigaretta. Una sigaretta gigante in piazza della Scala a
Milano è l'iniziativa della Fondazione
Umberto Veronesi, che oggi ha portato in piazza l'installazione di una grande
sigaretta spenta come se fosse schiacciata
in un posacenere, per dire stop al fumo. Accanto alla sigaretta dei
pannelli informativi raccontano il viaggio, e i danni del fumo, dalla bocca, ai
polmoni, fino alla pelle e al cervello. Non si potrà fumare neanche all’aperto.
Il governo svedese investe molto: l’obiettivo è zero tabacco nel 2025.
"Dal primo luglio del 2019 il divieto di fumo, già esistente nei bar e
ristoranti del Paese scandinavo dal 2005, sarà esteso ai parchi gioco, alle
banchine di attesa dei treni nelle stazioni ferroviarie, nei ristoranti
all’aperto e all’ingresso dei luoghi consentiti ai fumatori Decisione politica
Lo ha deciso il Riksgaden, il parlamento svedese, approvando una nuova legge passata con 142
voti a favore e 120 contrari. Dati ufficiali mostrano che nel 2016 solo l’11%
dei 10 milioni di svedesi fuma tutti i giorni con regolarità e circa il 10%
occasionalmente. L’obiettivo della nuova legge è quello di rendere il paese
scandinavo senza fumo entro il 2025. In Svezia, il fumo è attualmente
consentito in aree fumatori designate nella maggior parte dei luoghi di lavoro
e luoghi pubblici. La Cina per esempio è il più grande consumatore al mondo di
sigarette, con una media di 4124 all’anno (11-12 al giorno), secondo i dati
dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.