FIABE
L'autrice con la copertina del libro
È
un esempio, non comune, di libro intelligente, utile e piacevole. In puro
spirito rodariano, Maria Carfora lo ha scritto durante il lockdown dello scorso
anno, immaginando una realtà quasi magica, ideale per viverci. A Boscobello c’è
tanta natura, gli animali (che sono i protagonisti come nelle favole di Esopo e
Fedro o La Fontaine) vivono le loro differenze in armonia, non ci sono auto e
ci si sposta solo in bici, ognuno può scegliersi il lavoro che preferisce e non
circola denaro perché “tutti possono
avere tutto, collaborando tra loro e aiutandosi reciprocamente, perché ogni
abitante mette a disposizione di tutti la propria bravura, abilità e conoscenza”.
Nelle storie che vi si sviluppano l’autrice riesce nel non facile e per nulla
scontato intento di mescolare con grazia un interessante e sano intento
pedagogico, una capacità narrativa e una esigenza “didattica” arrivando a
proporre qualcosa di veramente bello e utile. Ogni racconto si apre con un
disegno da colorare e nella storia ci sono spunti su cui riflettere, lasciando
a chi legge il tempo per farlo. Nelle nove storie del libro prende corpo il
desiderio e la curiosità dei protagonisti di conoscere il mondo in cui vivono,
con tutti i problemi della quotidianità, i momenti belli e quelli difficili e
complicati imposti dalle restrizioni rese necessarie dalla pandemia
(l’invasione dei “cornettini” che immaginiamo parenti prossimi del virus che
abbiamo imparato a conoscere e con il quale ci stiamo tuttora confrontando).
Realtà, fantasia e razionalità, convivono nelle storie della famiglia composta
da topi, uccelli che sapranno superare i
pregiudizi e riconoscere il valore delle diversità che non sono mai un ostacolo
davanti all’amore, l’anatroccolo Pallino che ritrova fiducia dopo aver
sconfitto le discriminazioni che lo amareggiavano, facendo intendere a tutti
che le differenze rendono unici e insostituibili. In fondo sono un valore
aggiunto e non uno svantaggio. A volte ci si perde di vista e i fatti della
vita allontanano come accade ai gatti Matilda e Camillo, ma l’amicizia e il
caso (o forse il destino), possono riunire e rendere nuovamente complici.
Stupende le vivaci farfalle che si sono viste assegnare a ogni colore
un’emozione così da renderle uniche. Ovviamente non sempre si sa come finiscono
le storie perché occorre viverle per scoprirlo, ma anche questo è il bello del
racconto. Ognuno può metterci del suo, come i protagonisti (e sono tanti) che
in “Aiuto… piove!”, l’ultima storia, raccolgono le idee “antinoia” scrivendole
ognuno su un foglio che, ripiegato, verrà deposto in una grossa scatola di
legno a scuola, in attesa di poterle condividere. Le storie di Boscobello
si leggono in un fiato e si imparano molte cose, iniziando dal significato di
alcune parole e concetti molto importanti. Come già fece Gianni Rodari anche la
maestra Maria (che non è una “ex” perché maestri si rimane tutta la vita quando
si ama così il proprio lavoro) ha dato un contributo a quel filone di pedagogia
letteraria che, descrivendo situazioni reali con un linguaggio comprensibile
anche ai più piccoli, solleticando la fantasia, fa leva sulla giusta
convinzione che a un bambino si possa parlare di tutto, se si sanno usare le
parole giuste. In ultimo, un grazie di cuore a Maria Carfora per aver dedicato
questo suo importantissimo lavoro “a tutti quei bambini a cui nessuno ha raccontato o letto una
storia”.
Marco Travaglini
L'autrice con la copertina del libro |