REGIONI
di Vincenzo Rizzuto
Sede del Consiglio Regionale Calabria
Ormai una palla di piombo al piede
Nel Settanta, avevamo circa
trent’anni, da ogni parte della Regione partimmo, su autobus messi a
disposizione dai Sindacati e dai Partiti, alla volta di Reggio Calabria per festeggiare
la realizzazione di un mandato costituzionale: l’autonomia regionale, tanto
agognata e vista come lo strumento principe per il decollo soprattutto delle
regioni meridionali, fino ad allora abbandonate al sottosviluppo e a fornire
manodopera a basso costo all’Italia del Nord industrializzato e al resto dell’Europa
del Nord come la Germania e la Francia.
Quando giungemmo, però,
alle porte di Reggio con le centinaia di autobus, alcuni dei quali, forse, non
erano nemmeno del tutto in regola con le norme sulla sicurezza per la loro
vetusta età, fummo accolti dai ‘boia chi molla’ neofascisti delle varie cosche
mafiose con il lancio di massi contro i mezzi e ci costrinsero alla fuga per
evitare lo scontro e la tragedia certa.
Fu un inizio, quello, non
felice, una specie di presagio di tutto ciò che sarebbe poi successo lungo i
cinquant’anni successivi: l’Ente si sarebbe trasformato in un carrozzone di
sprechi e di ruberie, con una classe politica inadeguata e cialtrona, manovrata
quasi sempre dalle solite lobby mafiose o paramafiose, che hanno inchiodato le
popolazioni al clientelismo di sempre, di fronte a cui i diritti sono stati
sistematicamente messi da parte, ignorati e sostituiti da ‘favori’, da
‘raccomandazioni’ in ogni ambito della vita sociale: nella ricerca di un posto
di lavoro, di un ricovero ospedaliero, di una pratica nei vari uffici pubblici
e di ogni altro ‘bisogno’ che si presenta.
Insomma l’Ente Regione non
ha risolto alcun problema del sottosviluppo atavico meridionale, anzi ha
finito, sotto certi aspetti, per aggravare la qualità della vita delle nostre
popolazioni, specie in alcuni settori, come quello sanitario pubblico, che è
stato totalmente distrutto, polverizzato, pure in presenza di super Commissari
che da oltre un decennio amministrano il settore medesimo.
A questo punto è inutile
per il lettore elencare le ruberie e il caos, in cui la sanità versa da noi,
basta leggere le relative cronache quotidiane sugli scandali e le numerose,
affannose indagini della Magistratura; a noi interessa di più dire con
chiarezza che l’Ente Regione non può continuare ad essere tenuto in piedi così
come è strutturato, con e senza il mandato costituzionale.
È necessario al più presto
impegnare il Parlamento, pandemia permettendo, a ridisegnare gli ambiti delle
competenze regionali per ricondurre alcuni servizi, essenziali al vivere civile,
alla competenza diretta e centralizzata dello Stato. Fra queste competenze
dovrà risultare senz’altro la sanità, la salvaguardia ambientale, la scuola, la
viabilità delle grandi arterie autostradali, le grandi linee ferroviarie. Solo
così si potranno evitare altre tragedie come quella del ponte Morandi, nonché
la confusione e il caos che si stanno verificando con la Pandemia del Covid,
che ha messo a nudo tutto lo squallore in cui siamo caduti con gli assurdi
conflitti di interesse tra califfati regionali inadeguati e Stato; conflitti
portati avanti sfacciatamente pure in presenza di vere e proprie stragi, che
dall’apparire del virus ci stanno funestando ormai da un anno e più. E allora,
appena la pestilenza lo permetterà, la Politica, quella sana dovrà mettere mano
ad una generale riforma di questi Enti-Regione, tagliando loro le lunghe unghie
d’arpia con cui, da Nord a Sud d’Italia, hanno sperperato interi bilanci dello
Stato, creato apparati burocratici fuori da ogni grazia di Dio, privilegi
medioevali assurdi, di cui non godeva nemmeno Carlo V, che governava un impero
talmente vasto sul quale non tramontava mai il sole.
La nostra, se volete, è
quasi una preghiera di liberazione, che facciamo, come fanno i sacerdoti del
culto, a tutti gli ‘uomini di buona volontà’. Non se ne può più!
Sede del Consiglio Regionale Calabria |