UNA NUOVA ODISSEA...

DA JOHANN GUTENBERG A BILL GATES

Cari lettori, cari collaboratori e collaboratrici, “Odissea” cartaceo ha compiuto 10 anni. Dieci anni di libertà rivendicati con orgoglio, senza chiedere un centesimo di finanziamento, senza essere debitori a padroni e padrini, orgogliosamente poveri, ma dignitosi, apertamente schierati contro poteri di ogni sorta. Grazie a tutti voi per la fedeltà, per la stima, per l’aiuto, per l’incoraggiamento che ci avete dato: siete stati preziosi in tutti questi dieci anni di vita di “Odissea”. Insieme abbiamo condiviso idee, impegni, battaglie culturali e civili, lutti e sentimenti. Sono nate anche delle belle amicizie che certamente non saranno vanificate. Non sono molti i giornali che possono vantare una quantità di firme prestigiose come quelle apparse su queste pagine. Non sono molti i giornali che possono dire di avere avuto una indipendenza di pensiero e una radicalità di critica (senza piaggeria verso chicchessia) come “Odissea”, e ancora meno quelli che possono dire di avere affrontato argomenti insoliti e spiazzanti come quel piccolo, colto, e prezioso organo. Le idee e gli argomenti proposti da "Odissea", sono stati discussi, dibattuti, analizzati, e quando occorreva, a giusta ragione “rubati”, [era questa, del resto, la funzione che ci eravamo assunti: far circolare idee, funzionare da laboratorio produttivo di intelligenza] in molti ambiti, sia culturali che politici. Quelle idee hanno concretamente e positivamente influito nella realtà italiana, e per molto tempo ancora, lo faranno; e anche quando venivano avversate, se ne riconosceva la qualità e l’importanza. Mai su quelle pagine è stato proposto qualcosa di banale. Ma non siamo qui per tessere le lodi del giornale, siamo qui per dirvi che comincia una una avventura, una nuova Odissea...: il gruppo redazionale e i responsabili delle varie rubriche, si sono riuniti e hanno deciso una svolta rivoluzionaria e in linea con i tempi ipertecnologici che viviamo: trasformare il giornale cartaceo in uno strumento più innovativo facendo evolvere “Odissea” in un vero e proprio blog internazionale, che usando il Web, la Rete, si apra alla collaborazione più ampia possibile, senza limiti di spazio, senza obblighi di tempo e mettendosi in rapporto con le questioni e i lettori in tempo reale. Una sfida nuova, baldanzosa, ma piena di opportunità: da Johann Gutenberg a Bill Gates, come abbiamo scritto nel titolo di questa lettera. In questo modo “Odissea” potrà continuare a svolgere in modo ancora più vasto ed efficace, il suo ruolo di laboratorio, di coscienza critica di questo nostro violato e meraviglioso Paese, e a difenderne, come ha fatto in questi 10 anni, le ragioni collettive.
Sono sicuro ci seguirete fedelmente anche su questo Blog, come avete fatto per il giornale cartaceo, che interagirete con noi, che vi impegnerete in prima persona per le battaglie civili e culturali che ci attendono. A voi va tutto il mio affetto e il mio grazie e l'invito a seguirci, a collaborare, a scriverci, a segnalare storture, ingiustizie, a mandarci i vostri materiali creativi. Il mio grazie e la mia riconoscenza anche ai numerosi estimatori che da ogni parte d’Italia ci hanno testimoniato la loro vicinanza e la loro stima con lettere, messaggi, telefonate.

Angelo Gaccione
LIBER

L'illustrazione di Adamo Calabrese

L'illustrazione di Adamo Calabrese

FOTOGALLERY DECENNALE DI ODISSEA

FOTOGALLERY DECENNALE DI ODISSEA
(foto di Fabiano Braccini)

Buon compleanno Odissea

Buon compleanno Odissea
1° anniversario di "Odissea" in Rete (Illustrazione di Vittorio Sedini)


"Fiorenza Casanova" per "Odissea" (Ottobre 2014)

mercoledì 29 giugno 2016

SMACCO MATTO
Aforismi 
di Laura Margherita Volante


Violare e sviolinare. Quando si violano i diritti e si sviolinano i poteri.
Il sognatore insegue l’aquilone della sua anima attraversando arcobaleni.
La vena di un artista ha sempre bisogno di una flebo d’emozioni…
Si aspira alla vecchiaia pur sapendo che non piace a nessuno.
Catena di montaggio: lo stato sfrutta i lavoratori che sfruttano i dipendenti con i vaucher…
La solitudine fa pensare…
FB. Quante solitudini non con le mani incrociate per amicizia, ma con le dita sulla tastiera per un tunnel carpale annunciato.
La borsa valori è una merce di scambio priva di valore umano.
Il baratto è una forma di scambio il cui valore è la reciprocità.
Oggi manca quel poco per essere felici e c’è tutto per essere scontenti.
Abbattere gli alberi è morire con loro…
Onestà intellettuale cercasi per argomentazioni in cui ognuno parte da presupposti di comodo.
Chi non risponde alle domande non ha argomenti neppure per sé.
L’emulazione della furbizia è chiaro segno di stupidità e ignoranza.
In politica bluf e flop vanno insieme… uno dietro l’altro!
La persona buona non ha bisogno di traguardi.
La volontà raggiunge anche l’utopia…
La pedagogia si fa, non si scrive per nascondersi dietro parole riempiendosene la bocca.
Il tempo scandisce le ore non i nostri sogni… per volare alto.
ITALIA. Il paese degli scarabocchi, difficili da cancellare perché lasciano pagine sporche.
Gettando fango gli uni sugli altri si finisce tutti nella melma.
Vuoto d’autorità. Quando manca l’esempio tutto va all’aria…condizionata.
Quando la democrazia ha la febbre alta il fascismo aleggia in mille sfumature di grigio.
Una competizione di prime donne è destinata all’insuccesso di gruppo. Un gruppo che si fa squadra è destinata al successo di tutti.





ALLI BENIGNI LETTORI
Da non perdere nella rubrica “Arte” il nuovo scritto di Giorgio Colombo dedicato al Museo del Paesaggio e allo scultore Paolo Troubetzkoy.


ARIANNA  SARTORI
ARTE & OBJECT DESIGN
Via Ippolito Nievo, 10 - 46100 MANTOVA - Tel. 0376.324260 - info@ariannasartori.191.it

V. Paggiaro "Finisterre" 2003-2004

VILFRIDO PAGGIARO
Mostra antologica
Dall’astrazione alla figura


dal 2 al 15 luglio 2016


Nome della Galleria: Galleria "Arianna Sartori"
Indirizzo: Mantova - via Ippolito Nievo 10 - tel. 0376.324260
Titolo della mostra: Vilfrido Paggiaro. Mostra antologica. Dall’astrazione alla figurazione
Date: dal 2 al 15 luglio 2016
Inaugurazione: Sabato 2 luglio, ore 17.00, alla presenza dell’artista

Orario di apertura: dal Lunedì al Sabato 10.00-12.30 / 16.00-19.30. Chiuso festivi


La mostra antologica dell’artista Vilfrido Paggiaro “Dall’astrazione alla figurazione”, realizzata alla Galleria Arianna Sartori di Mantova (Via Ippolito Nievo 10) dal 2 al 15 Luglio 2016, propone un percorso di ricerca attraverso una selezione di opere che va dai primi anni Settanta ad oggi.
PER RIMANERE UMANI
CHIARA PASETTI SEGNALA AI LETTORI DI ODISSEA

Dal 30 giugno al 16 luglio – Genova - Giardini Luzzati
(domenica e Lunedì riposo)

La Tosse d’estate fa centro

I MOSTRI DI ALICE

Foto di Elisa Cuneo

di Emanuele Conte e Amedeo Romeo
regia Emanuele Conte
scene Luigi Ferrando
costumi di Bruno Cereseto realizzati da Daniela De Blasio
luci Danilo Deiana
la canzone di Alice è di Federico Sirianni
Alice Lisa Galantini,
Regina Rossa Enrico Campanati,
Re Rosso Massimiliano Caretta,
Regina Bianca Susanna Gozzetti,
Re Bianco Roberto Serpi,
Cavaliere Bianco Pietro Fabbri,
Cappellaio Matto Alessandro Bergallo,
Humpty Dumpty Nicholas Brandon,
Unicorno Mariella Speranza,
Dimmelo e Dammelo Marco Lubrano e Alessandro Damerini
produzione Fondazione Luzzati-Teatro della Tosse

Dal 30 giugno al 15 Luglio (domenica e lunedì riposo) alle ore 21.15, I Giardini Luzzati nel cuore di Genova saranno la scena di I mostri di Alice, produzione del Teatro della Tosse firmata da Emanuele Conte e Amedeo Romeo.
Alice non è più una bambina, sente le voci, la sua testa è popolata da strane figure che non le danno pace. Alice è pazza? Così dicono i medici, gli infermieri, la direttrice della clinica dove è stata rinchiusa per essere curata.
Ma Alice è curiosa, vuole vedere cosa c’è al di là dello specchio, in quel mondo che qualcuno definisce follia, qualcun altro semplicemente fantasia.
I Mostri di Alice è la storia di un viaggio, compiuto da Alice insieme al pubblico, alla ricerca dei propri mostri, trasformati con la complicità di Lewis Carroll in buffi personaggi molto meno spaventosi della realtà con cui tutti noi ogni giorno abbiamo a che fare.
Come molti dei personaggi degli spettacoli estivi del Teatro della Tosse, Alice è un personaggio in viaggio. Il capolavoro di Carroll può essere letto come un romanzo di formazione, il viaggio di Alice come un percorso di crescita e di trasformazione.
Alice incontrerà personaggi fantastici e spaventosi, figure surreali e poetiche, che, ciascuna a proprio modo, cercheranno di insegnarle qualcosa. O forse le suggeriranno di rimanere al di là dello specchio, dove ancora è possibile conservare la meraviglia della fanciullezza.
Il personaggio di Carroll è già stato portato in teatro dal regista Emanuele Conte, nello spettacolo Alice nella casa dello specchio, e ha spesso fatto capolino nelle produzioni estive della Tosse, da solo o in compagnia dei suoi compagni d'avventura. Uno spettacolo con grandi interpreti, per ricordarci di quando eravamo bambini, e provare a guardare il mondo con gli stessi occhi meravigliosi e meravigliati dell'infanzia.

martedì 28 giugno 2016

PARABOLE 


I FILOSOFI E IL CANE

Stavan certi filosofi parlando
assisi in cerchio in dotta compagnia
dell’alma dei non umani questionando.

Spiegando una sottil filosofia
nel sostenerla eran cotanto ardenti
ch’esser bestia qualcun voluto avria.

Ornavano il parer con argomenti
da intimorire Socrate e Platone
se colà stati fossero presenti.

Era sicur ciascun di sua ragione –
succede spesso – e a dirla tutta invero,
nessuno toccò pria simil questione.

Chi spirto la credea, inquieto e fiero,
sede dei demon un la sospettava;
altri, bizzarro esprimea pensiero

e in questo suo parer fisso restava:
“Fra lor ci sono pure gli immortali”.
La discussion vieppiù si riscaldava.

Stupendo era veder per gli animali
infervorati filosofi e dottori
com’avvocati a cause criminali.

Erano tanto nobili oratori
e si sapeano difendere talmente
che Ciceron avuto avria timori.

Mentre la torma dotta ed eloquente,
sicura è d’un parer poco provato,
dentro il salone un cane entra repente.

“Presto, dov’è il baston? Va discacciato!”
Ognun contro gli và; ma il cane umile
richiede loro di essere ascoltato.

Essi s’acquetan ad un far civile.
Il can, che conoscea codeste inquiete
risse, così parlò con quieto stile:

“A voi Signori miei gli occhi volgete,
osservate voi stessi! Indi di noi,
se non vi spiace, ragionar potrete.

Doveva il saggio can parlare a voi,
che dei difetti altrui sol vi curate,
gli altri soltanto riprendete, e poi
 su voi complice oblio sempre calate”.

Luigi Caroli 
[Milano, 27 giugno 2016] 
Poesia
NICOLINO LONGO

INCONSAPEVOLMENTE

Ogni notte è palestra
in cui sonno
a morte ci addestra

*

SCAMBIO DI BATTUTE

Un cantante               a CArlo Conti

“Con le prime due lettere
del tuo nome e cognome
io ci vado al bagno”

E lui: “Io con quelle
del tuo solo cognome
mi ci pulisco il culo”

Il cantante era          Marco CARTA

*
I MIRACOLATI

Fortunati coloro che in vita
avranno avuto occhiaie
soltanto agli occhiali

E
calli solo sotto alle scarpe.

*

mercoledì 22 giugno 2016

“ODISSEA” PER TUROLDO

Per ricordarlo nel centenario della nascita (1916-2016), “Odissea” ha organizzato per sabato 25 giugno 2016, un incontro presso il cimitero di Fontanella (Sotto il Monte, Bergamo) dove ha a lungo operato e dove è sepolto. Una delegazione del nostro giornale gli renderà omaggio con ricordi e letture. Per l’occasione è stato pubblicato anche un libro di cui riproduciamo qui la copertina, con contributi di Giovanni Bianchi, Espedito Dagostini, Angelo Gaccione, Anna Goel, Fulvio Papi, Francesco Piscitello, Cataldo Russo, Renato Seregni, Laura Margherita Volante. La copertina è stata realizzata da Giuseppe Denti. Dal cimitero saliremo poi verso l’abbazia di sant’Egidio e ci intratterremo nel chiostro per un altro momento di ricordo. Questa prima iniziativa dà l’avvio a quanto faremo in ottobre a Milano, quando su impulso del Comitato promotore promosso da “Odissea” verrà chiesto ufficialmente all’Amministrazione Comunale di Milano, città dove David Maria Turoldo ha a lungo operato ed è deceduto, di dedicargli una via cittadina. Daremo ai nostri lettori tutte le informazioni del caso, e li inviteremo a sostenere la proposta del Comitato promotore. Se vi va di essere sabato con noi a Fontanella alle 10, ne saremo contenti.  

La locandina-invito


La copertina del libro dedicato a Turoldo

PASETTI, PASOLINI E APPASSIONATI
CHIARA PASETTI CI SEGNALA QUESTA MAGNIFICA RIFLESSIONE
DI PASOLINI CHE DEDICHIAMO A UOMINI E DONNE DI PASSIONE 
DI CUI CI SENTIAMO PARTE




"Chi conduce un'esistenza non convenzionale firma un patto pericoloso con la vita, ossia accetta di perdere ogni certezza in cambio di un requisito reputato primario: la libertà, soprattutto di pensiero. Chi sottoscrive tale patto sa che dovrà piangere di rabbia, ma anche di gioia. Una gioia spesso privata, quasi isolata, perfino solitaria, ma pur sempre una gioia".  
Pier Paolo Pasolini

lunedì 20 giugno 2016

La ministra Pinotti madrina dell’italica flotta del Qatar
di Antonio Mazzeo



In Afghanistan, Iraq, Siria e Libia a combattere il Califfo e intanto affari miliardari con i suoi emiri protettori. La diplomazia italiana conferma la sua vocazione a stringere le alleanze più controverse mentre le aziende leader del complesso militare-industriale firmano lucrosi contratti con il regime del Qatar. Lo scorso 16 giugno a Roma l’amministratore delegato del gruppo Fincantieri, Giuseppe Bono, ha sottoscritto un accordo del valore di 3,8 miliardi di euro con il Capo della Marina militare qatarina Mohammed Nasser Al Mohannadi per la fornitura di sette unità navali (quattro corvette, due pattugliatori OPV – Offshore Patrol Vessel e una nave appoggio anfibia LPD – Landing Platform Dock) che saranno realizzate a partire del 2018 nei cantieri navali liguri di Muggiano e Riva Trigoso. L’accordo prevede che la consegna delle navi da guerra sia completata in sei anni, ma le autorità del Qatar sperano di disporre di alcune di esse entro il 2022 per impiegarle per compiti di “sorveglianza e pattugliamento marittimo nelle acque territoriali e nella zona economica esclusiva” già in occasione dei campionati mondiali di calcio previsti nell’emirato.
Secondo quanto trapelato a Doha, le quattro corvette avranno una lunghezza superiore ai 100 metri e un peso di 3.000 tonnellate, mentre i due pattugliatori offshore saranno lunghi 50 metri e peseranno 700 tonnellate. La nave appoggio LPD sarà simile all’unità che Fincantieri ha consegnato nel 2014 all’Algeria, un’evoluzione tecnologica delle navi da sbarco e supporto logistico della classe “San Giusto” in dotazione della Marina militare italiana (143 metri di lunghezza, 21,5 metri di larghezza e un dislocamento a pieno carico di 8.800 tonnellate). Oltre alla costruzione, Fincantieri garantirà il supporto logistico delle imbarcazioni in Qatar per 15 anni.



Buona parte dei sistemi di combattimento e i sensori di bordo saranno forniti dalle aziende controllate dalla holding Leonardo-Finmeccanica. Nello specifico, saranno consegnati i sistemi d’arma di medio calibro da 76/62 mm e di piccolo calibro da 30 mm (Oto Melara), i radar multifunzionali di Selex Es già in dotazione alle fregate di ultima generazione FREMM, il sistema di protezione antisiluro, il mine avoidance sonar “Thesan” e le dotazioni missilistiche per un importo complessivo di un miliardo di euro (i missili antinave Exocet, i missili superficie-aria a corto raggio Mistral e anti-missili balistici Aster 30 Block 1, prodotti dal gruppo italo-francese MBDA di cui Finmeccanica possiede il 25% del pacchetto azionario). Il programma con la Marina militare del Qatar comprenderà anche le attività di formazione, la fornitura di stazioni di test e le strutture per la manutenzione, così come il supporto logistico integrato.
”L’accordo siglato testimonia il grande impegno delle istituzioni ed in particolare del ministro della Difesa Roberta Pinotti e rafforza la collaborazione con Fincantieri, segnando una considerevole affermazione del nostro sistema Paese”, ha dichiarato l’amministratore delegato e direttore generale di Leonardo-Finmeccanica, Mauro Moretti. “La nostra società collabora da oltre 20 anni con il Qatar, a cui ha fornito il sistema di controllo e gestione del traffico aereo del nuovo aeroporto internazionale di Doha, elicotteri sia per applicazioni civili sia militari, sistemi di difesa per la sicurezza delle acque territoriali. Recentemente, inoltre, è diventato esecutivo il contratto firmato nel 2015 per la fornitura alle Forze armate del Qatar del sistema radar per la sorveglianza e la difesa aerea”. Il 30 marzo scorso, inoltre, la controllata MBDA ha firmato un protocollo d’intesa per la fornitura di un nuovo sistema di difesa costiera alla Qatar Emiri Naval Force, del valore di 640 milioni di euro. Nello specifico saranno fornite due diverse dotazioni missilistiche, l’Exocet MM40 Block 3 ed il Marte ER (Extended Range), che  funzioneranno in modo autonomo con un proprio radar o, in alternativa, interfacciandosi ad una più ampia rete di sorveglianza, ingaggiando bersagli navali di dimensioni diverse fino a 180 chilometri di distanza nelle acque del Golfo Persico.
La megacommessa navale con Fincantieri-Finmeccanica è stata formalizzata in occasione dell’incontro ufficiale tra i ministri della difesa di Italia e Qatar, Roberta Pinotti e Khalid bin Mohammed Al Attiyah, in cui è stato sottoscritto un Memorandum of Understanding per la reciproca cooperazione nel settore navale. Nel luglio 2015, i ministri Pinotti e Khalid bin Mohammad al-Attyah avevano pure firmato un accordo di cooperazione, formazione e addestramento nel campo del trasporto aereo, marittimo ed elicotteristico, a sua volta inserito nel più ampio quadro del trattato bilaterale di “Cooperazione nel Settore della Difesa” tra Italia e Qatar, siglato nel maggio 2010 ed entrato in vigore nel febbraio 2014.



“La cooperazione nel settore della Difesa con il Qatar è molto forte già da diversi anni e la firma dell’accordo di oggi rafforza ancor di più una collaborazione che riteniamo molto importante e strategica”, ha dichiarato la ministra Pinotti. “La fiducia e la stima che si è instaurata tra i rappresentanti istituzionali nel mondo della Difesa, ai diversi livelli, è legata alla sempre massima lealtà con la quale sono stati avviati e perseguiti obiettivi comuni. L’Italia è un paese che nel settore delle costruzioni navali ha maturato negli anni una profonda esperienza e competenza, sia dal lato militare che industriale. È un grande onore e privilegio poter mettere a disposizione del Qatar le nostre professionalità tecniche e militari e poter condividere  le avanzate tecnologie sviluppate. L’accordo appena stipulato con Fincantieri creerà numerosi posti di lavoro e questo non può che far bene all’intero sistema Paese”.
La fornitura bellica a favore di uno degli Stati arabi più compromessi nel finanziamento e nel sostegno delle fazioni terroristiche internazionali filo-ISIS è stata apprezzata pure da alcune organizzazioni sindacali. “Con questa ulteriore acquisizione in Qatar, Fincantieri porta il carico di lavoro oltre i 20 miliardi, garantendo una continuità produttiva e occupazionale che andrà oltre i sei-sette anni”, ha dichiarato il segretario generale di Uilm Genova, Antonio Apa. “Questa è la dimostrazione coesa della capacità del gruppo dirigente e delle maestranze che hanno sconfitto l’agguerrita concorrenza francese di Dcns e Thales ed è la prova evidente di una società che ha diversificato le sue attività in più settori, affermandosi nel mondo con un prodotto ad alto valore aggiunto dove c’è il meglio del Made in Italy. Fincantieri, oltre a confermare il riferimento nel settore delle navi da crociera, si pone all’avanguardia e crea le premesse per avere un ruolo da leadership anche nel settore militare. A Bono ed al ministro Pinotti va il riconoscimento della Uilm per il lavoro svolto nell’interesse del Sistema Paese”. Anche il sindacato, con Renzi, Pinotti e Confindustria va alla guerra del Califfo.

domenica 19 giugno 2016

Milano-Roma-Madrid-Parigi-Berlino- Bruxelles.
Un viaggio in Europa per tornare in Italia
di Felice Besostri

Felice Besostri

Scrivere a spoglio ancora in corso ha il vantaggio di poter essere smentito, cioè correre il rischio di fare proposte nette, prescindendo da interessi di bottega. La sinistra è in braghe di tela, ma ciascuno porta le sue. Forse essere totalmente nudi imporrebbe una scelta chiara. I risultati di Milano e Roma sono praticamente identici, nel senso di essere ininfluenti per l’esito del ballottaggio, con un leggero vantaggio di Roma, dove Stefano Fassina  ha un’alternativa di voto per M5S e non solo di chiamarsi fuori come Basilio Rizzo a Milano. Una forza di sinistra, che si propone di cambiare la società, l’ordine economico sociale prevalente o addirittura il mondo, fosse, per caso, rimasta internazionalista, se viaggia intorno al 5%, più sotto che sopra, è meglio che cambi radicalmente ovvero cambi obiettivi: ma se rinuncia al cambiamento dell’ordine sociale esistente non ha senso che esista. Un 5%, ma anche un quasi 10% (9,7%) raggiunto da Rifondazione al suo apogeo, produrrebbe effetto se fosse un gruppo di rivoluzionari, avanguardia cosciente del proletariato, presente nelle istituzioni solo come testimonianza e strumento di propaganda per accelerare la prossima, meglio se imminente, palingenesi. Se, invece, sulla base delle tragiche esperienze del realexistierendes Sozialismus, si fa la scelta irrevocabile, che socialismo e libertà sono indissolubilmente legati e che il poter si conquista e si gestisce democraticamente, la proposta della sinistra ( torneremo sulla polisemia del termine, al limite dell’ambiguità) deve essere naturalmente maggioritaria, cioè rappresentare la maggioranza, se non dei cittadini, almeno degli elettori. Dovrebbe essere semplice, se effettivamente valesse il principio una testa/un voto e il potere economico-finanziario e politico, di contro, è detenuto da un 1%: quello denunciato da Occupay Wall Street. Non è così, anzi, anche limitando lo sguardo all’Europa ed ai paesi politicamente europei( Australia, Canada e Nuova Zelanda per esempio. L’America Latina, che se cominciassimo a chiamare indio-afro-latina sarebbe più esatto va trattata a parte, come gli Stati Uniti) i partiti socialisti, socialdemocratici e laburisti sono in perdita di consenso elettorale, paradossalmente accentuata con lo scoppio della crisi nel 2007/2009. Su questo fatto c’è attenzione, ma di meno sull’altra faccia, cioè che la crisi dei partiti membri del PSE, non si è tradotta in un rafforzamento significativo e durevole di forze alla loro sinistra, fatta eccezione della Grecia con Syriza. In ogni caso mai hanno potuto rappresentare la sostituzione di un’egemonia esercitata sia nei singolo paesi, che a livello europeo dai partiti membri del PSE, che dal 2009 neppure sono più soltanto socialisti, ma una più generica alleanza progressista  di socialisti e democratici.  Grazie alle politiche economiche e sociali perseguite in Francia Hollande è precipitato al 14% ebbene Mélenchon è passato al 12% dal 11,2% delle presidenziali 2012. Si votasse oggi un candidato unico della sinistra potrebbe non arrivare al ballottaggio. 


In Germania le perdite della SPD sono andate inizialmente per i 2/3 all’astensione e 1/3 distribuito tra Verdi e Linke, che non hanno mantenuto i guadagni. Il fatto preoccupante, che le maggioranze SPD-Linke nei Länder, già meno di quelle numericamente possibili( in Turingia per esempio) non hanno superato la prova del voto, tranne in un caso, che purtroppo non è stato Berlino, quella politicamente più significativa. Le alleanze SPD Verdi sono a guida Verde(Land Baden-Württemberg) e neppure sulla carta esiste più, come nel 2005, nel Bundestag una maggioranza rosso-rosso-verde, anche per i pessimi rapporti tra Verdi e Linke. In questo quadro dopo la sconfitta in Norvegia e Danimarca delle coalizioni rosso-verdi, le uniche novità di una nuova dinamica a sinistra sono venute dalla Gran Bretagna con l’elezione di Corbyn alla guida del Labour Party. Il LP non ha, però, riconquistato il bastione scozzese, senza il quale non può vincere in Gran Bretagna, ma è stato capace di conquistare la Grande Londra, con un candidato di origini pachistane, proletarie e di religione mussulmana, non per queste ragioni, ma perché laburista. Il Labour Party non ha mai avuto competitori a sinistra, che ne potessero contestare l’egemonia. La sua sconfitta è stata determinata da un partito di sinistra identitaria autonomista, con pulsioni indipendentiste, lo Scottish National Party. In Portogallo si è superata una ostilità a sinistra, che data dal tempo della rivoluzione dei garofani,  dal connubio con i militari di settori della sinistra, ideologicamente ostili ai socialisti, benché inizialmente molto  di sinistra come il PSP. La vera occasione perduta è stata la Spagna, perché la forte perdita di voti socialisti a favore di Podemos non metteva in discussione la leadership socialista di un governo di sinistra, ancorché senza maggioranza assoluta precostituita. Una risposta portoghese sarebbe stata necessaria, per mandare comunque a casa il governo della destra e le sue politiche anti-popolari. L’effetto del mancato accordo sarà che alle elezioni prossime del 26 giugno si instaurerà a sinistra una dinamica concorrenziale e distruttiva. 


Da un lato il riflesso identitario del PSOE, in particolare dei suoi baroni andalusi, e dall’altro la tentazione egemonica di Podemos, che presuppone una dura sconfitta del PSOE. Soltanto IU aveva capito il pericolo, ma il sistema elettorale spagnolo l’ha punita e deve sopravvivere e quindi ha stretto un’alleanza elettorale col nome UNIDOS PODEMOS A sinistra è m ancata una visione federale della Spagna, vecchio cavallo di battaglia dei socialisti catalani: unico antidoto all’indipendentismo nazionalista ad egemonia ideologica borghese di Esquerra Republicana  de Catalunya e del centrismo  pujolista. L’occasione è stata perduta e se vogliamo la responsabilità maggiore è state del PSOE, ma anche del catalanismo estremista, che Podemos non poteva tenere a bada e dalle contraddizioni interne a Podemos, che non hanno consentito  a IU di formare un gruppo parlamentare. Nelle prossime elezioni spagnole ne avremo la prova. La somma di UNIDOS PODEMOS+ PSOE sarà inferiore a quella delle precedenti elezioni. Ma non sarà possibile trovare un'intesa persino nel caso che la somma sia superiore perché questa campagna  elettorale è stata fatta all'insegna del sorpasso come se fosse la panacea dei problemi strutturali della sinistra, che sono tali per cui invertendo l'ordine dei fattori il prodotto non cambia. Se Unidos Podemos sorpassa il PSOE, ma  non c’è una maggioranza di sinistra più i regionalisti, il PP continuerà al Governo stavolta con l’appoggio di Ciudadanos. Nell’ipotesi migliore Unidos Podemos potrebbe ridurre il PSOE al PASOK, esito molto improbabile, ma stando all’opposizione e non al governo come Syriza, sia pure con l’appoggio di un partito di destra. Nei tempi migliori la socialdemocrazia era alternativa ai conservatori. Ora a sinistra non c’è una proposta alternativa credibile. La maggioranza della sinistra-sinistra tiferà e si esalterà per Unidos Podemos, anche grazie alla presenza di una più rassicurante IU, garanzia contro il populismo del solo Podemos: una consolazione alle proprie frustrazioni. Niente di più, non ne uscirà nulla come progetto per l’Italia, come nulla è nato dagli entusiasmi per la Linke come per Tsipras o Mélenchon. Sinistra Italiana è una creatura fragile, come fa a risolvere il problema di un rapporto con M5S? M5S non ha il patrocinio bolivariano di Podemos, pone quindi  maggiori problemi. Il punto è che l’Italia è tripolare, un tripolarismo che ha distrutto il centro. La sinistra intende essere parte del terzo polo alternativo al PD ovvero impegnarsi in una lunga traversata del deserto per costruire un quarto polo? Con questa legge elettorale non ci sono speranze.

Una riflessione si impone a sinistra, che tenti di passare oltre alla sola ricerca delle responsabilità di chi ha tradito. La crisi del PSE riguarda tutta la sinistra europea. Se Atene piange Sparta non ride, anche perché la perdita di iniziativa politica dei socialisti sta compromettendo l’esistenza di un progetto europeo. La crisi dell’Europa non è solo economica e politica, ma anche morale e di civiltà. Se  l’ungherese Orban, che appartiene al PPE, traccia una strada, che può essere assunta dallo slovacco Fico del PSE e da un governo come quello austriaco popolare e socialdemocratico, ci si dovrebbe rendere conto della gravità del momento. Una reazione conservatrice degli assetti di potere del Manuale Cencelli, che regge la UE, cioè un accordo eterno PPE-PSE, tra l’atro a egemonia conservatrice, non lascia speranza. Non lo si contrasta con una sinistra senza più ambizioni di cambiare la società nella direzione di meno diseguaglianze economiche e sociali e più libertà civili e politiche: men che meno con una sinistra che riscopre la sovranità nazionale ridotta a sovranità monetaria. Dovremo cominciare dal linguaggio. La parola sinistra indica soltanto una statica posizione relativa(a sinistra di…) nello spazio e non una direzione di marcia con una meta. Dobbiamo riscoprire il valore di parole che appartengono ai nostri filoni ideali storici, quelli socialista, comunista e  libertario, da tradurre in programmi all’altezza delle sfide planetarie del cambiamento climatico, delle migrazioni di massa, dello sviluppo compatibile e dell’accesso ai beni primari, come l’acqua potabile, l’istruzione e la salute. Sono compiti immani, ma se non siamo capaci di avere un progetto per i luoghi dove viviamo e si sviluppano localmente le contraddizioni globali, cioè le nostre città non avremo futuro, che si parta dal 1%, piuttosto che dal 3% o dal 5%,ma nemmeno da un 25/30% che diventi maggioranza assoluta grazie ad artifizi di una legge elettorale. Per parlare di corda in casa dell’impiccato dobbiamo dire, alla luce dei risultati del primo turno, che sono i veri e decisivi risultati politici in termini di rappresentanza, che i progetti in campo di aggregazione a sinistra sono falliti, quello di Sinistra Italiana a Roma e quello alternativo a Torino. Fassina con l’onestà intellettuale, che lo contraddistingue, l’ha detto con chiarezza. All’opposto non sono Zedda a Cagliari e Mastelloni a Bologna, non a caso indicati con nome e cognome del candidato sindaco, a ribaltare il giudizio negativo. Il primo ha vinto e il secondo ha superato il 5%, ma non sono progetti con respiro nazionale: obiettivamente, se non lo sono stati Pisapia a Milano e De Magistris a Napoli, non possiamo aspettarci altro. L’elezione diretta dei Sindaci ha esaurito, anche grazie al calo generalizzato di affluenza alle urne, la sua spinta propulsiva di sistema ben prima dell’Unione Sovietica. Quello che poteva dare, l’ha dato portando senza elezioni il Sindaco di Firenze a Sindaco d’Italia. L’Italikum prima di essere la consacrazione da 18 Brumaio[1] di Renzi, attraverso una elezione di fatto diretta del Primo Ministro grazie ad un ballottaggio a carte truccate, deve ancora passare al vaglio di costituzionalità, di cui l’udienza del 4 ottobre 2016 dinnanzi alla Corte Costituzionale è solo la prima, ma non decisiva, tappa, e, senza l’approvazione della deforma costituzionale nel referendum di ottobre, neppure funzionerebbe.



[1] Il riferimento è agli avvenimenti trattati nel volumetto di Karl Marx, Il 18 Brumaio di Luigi Bonaparte, con introduzione di Michele Prospero, Editori Riuniti University Press, 2015
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