LA PACE COME PRIORITÀ ASSOLUTA
di Franco Astengo
La
drammaticità della situazione internazionale impone la pace come priorità
assoluta nell’impegno politico e culturale, come del resto accade sempre nella
storia e senza bisogno di eccessive analisi di dettaglio in quest’occasione,
tanto sono evidenti i pericoli che si stanno correndo. Colpisce, invece, una
sorta di inanità delle forze politiche della sinistra, in Italia come in
Occidente, su questo tema. Inanità che pare impedire due sviluppi di azione politica
che, invece, risulterebbero quanto mai necessari:
1)Dimostrare
immediatamente la contrarietà a qualsiasi ipotesi bellica contestando,
attraverso grandi manifestazioni da svolgersi nelle più importanti capitali, il
quadro così come si sta delineando. Manifestazione che abbiamo appunto al loro
centro lo slogan della “Pace come priorità assoluta”;
2)
Recuperare, attraverso il tema della pace, un terreno di azione comune tra le
diverse forze politiche di sinistra, sia quelle ancora legate all’eredità del
socialismo, sia quelle legate all’eredità del comunismo (in particolare di
quello italiano) sia di espressione dei nuovi movimenti sorti negli ultimi
decenni. Si tratta di formare nuovi collegamenti e nuove coalizioni a livello
internazionale (un vero e proprio ritorno all’internazionalismo della pace, che
ebbe un grande ruolo nei decenni passati).Nella stessa campagna elettorale
francese questo tema non sembra essere affrontato con il vigore e la chiarezza
necessaria. Forse perché la candidatura di Malenchon sovrasta ormai il ruolo
dei partiti (come scrive lo stesso “Monde diplomatique”) e l’impegno sembra
essere rivolto a un populismo sub-nazionalista. Tanto è vero che l’obiettivo
principale sembra essere quello di sottrarre voti a una declinante Le Pen. E’
evidente che non siano sufficienti gli attuali collegamenti internazionali e in
particolare il Partito della Sinistra Europea che pure andrebbe stimolato nel
senso che si è cercato di indicare. Ci troviamo sull’orlo del baratro e la
situazione delle forze di pace è molto simile (a proposito di “arretramento
storico”) a quella nella quale si trovarono le minoranze socialiste in Europa
all’epoca delle conferenze di Zimmerwald e Kienthal nel corso della prima
guerra mondiale. E’ necessario recuperare la stessa lucidità e coraggio di
allora.