Pacifisti contro gli aerei da guerra
Un esposto è stato presentato al tribunale
di Varese
contro la vendita dei velivoli di Aermacchi
di Simona Carnaghi
Aerei da guerra venduti a Israele: i
pacifisti denunciano Aermacchi. La procura ha però chiesto l’archiviazione
dell’esposto. Richiesta alla quale i cinque firmatari della denuncia si sono
opposti attraverso l’avvocato Marco Lacchin. Ieri l’udienza davanti al gip di
Varese Alessandro Chionna che si è riservato. Nessuna decisione, dunque, in
merito ad un esposto che affronta a tutto campo la questione
israeliano-palestinese. «Sapevamo che il il gip come sempre e come auspicabile
a fronte di un tema tanto delicato si sarebbe riservato – spiega Lacchin – non
c’è un termine perentorio ma crediamo che la decisione ci sarà comunicata nell’arco
di qualche settimana». Sarà dunque il tribunale di Varese a decidere su un tema
così delicato e così attuale. Tutto ha avuto inizio nell’agosto 2014 quando 5
cittadini, esponenti del comitato varesino “NO-M346 a Israele”, presentarono
una denuncia all’Autorità giudiziaria perché indagasse sulla vendita di 30
aerei M346 allo stato israeliano da parte di Alenia Aermacchi (oggi Leonardo).
«I primi due esemplari del velivolo sono stati consegnati ad Israele il giorno
successivo all’ inizio dei bombardamenti sulla popolazione di Gaza, che hanno
provocato oltre 2000 morti, tra cui oltre 500 bambini, migliaia di feriti e
invalidi, distruzioni di case e infrastrutture», si legge nella nota divulgata dai
cinque firmatari dell’esposto. «La legge italiana vieta la vendita di armamenti
a Stati belligeranti o ritenuti responsabili di crimini di guerra e contro
l’umanità – questa una delle motivazioni proposte nell’esposto - Israele è
stato ritenuto responsabile di crimini di guerra in numerosi documenti
internazionali (rapporti di Human Rights Watch, rapporto Goldstone, Amnesty
International)». La procura della Repubblica di Varese in data 24 maggio 2016,
ha chiesto l’archiviazione del procedimento ritenendo di non poter sindacare al
legittimità dell’autorizzazione ministeriale all’esportazione degli aerei,
affermando che la posizione dello Stato di Israele sarebbe inquadrabile nel
diritto di autotutela riconosciuto agli stati dall’articolo 51 della Carta dell’Onu.
«Ciò non è condivisibile in quanto le operazioni “Piombo Fuso” (2008),“Pilastro
di difesa” (2012) e “Margine protettivo” (2014) realizzate da Israele nel
territorio di Gaza, oltre ad aver provocato migliaia di vittime civili non
costituiscono risposta proporzionata ad un attacco esterno», spiegano invece i
firmatari dell’esposto. Ieri le ragioni dell’opposizione alla richiesta di
archiviazione sono state esposte con forza davanti al gip Chionna dall’avvocato
Lacchin. Si attende ora la decisione del giudice.