LETTURA/23
Aforismi per un giorno
solo
di Nicolino Longo
[Con questa
ventitreesima Lettura,“Odissea” augura a Nicolino Longo
una presta
guarigione]
“Una
volta, gli alimentaristi ti facevano la credenza, ma a che prezzo!
Se,
poi, alla fine, alcuni, al posto di uno zero te ne facevano trovare due,
e
al posto di due, tre, e così via, era questo il metodo con cui loro,
in
fin dei conti, si pagavano il conto".
*
“Una
volta: per il sindaco analfabeta, firmava il vice con una croce.
Oggi,
accade di peggio: per il sindaco carcerato, firma il vice a piede libero”.
*
“La
palestra: luogo ove i grassi d’impiccio vengono sciolti
in
muscoli posticci”.
*
“Il
treno: una sfilza di processionarie metalliche che anziché viaggiare
su
tronchi d’alberi, viaggiano su sfilze di tronchi ferroviari”.
*
“L’uomo
che uccide, altro non è che il cadavere vivente di un uomo già ucciso”.
*
“L’inquinamento
urbano, oggi, è così elevato che se un cittadino
passasse,
di botto, da una grande città a una campagna, rischierebbe
di
sfiorare la morte, per astinenza da gas velenosi”.
*
“Certe
Società hanno per anni appiccato fuoco al verde,
solo
per poi spegnerlo, e lasciar le casse di molte regioni al verde”.
*
“Se
una parola ben detta vale più di mille medicine, vuol dire che
chi
ha il dono delle belle parole deve avere in bocca parecchie farmacie”.
*
“Un
cuore che batteva a mille all’ora, come in Marina di Rocco Granata,
non
poteva essere un cuore che batteva forte, ma, al contrario,
un
cuore per forza morto”.
*
“In
una partita di calcio, delle 47 palle in campo, alla fine è solo
e
sempre quella senza compagna la più in gamba a far goal”.
*
“Ci
sono politici che, dopo aver vinto, la prima cosa che fanno è quella
di
salire su un piedistallo: non già per ringraziarci della loro ascesa,
ma
per averci sotto i piedi”.
*
“Non
è tanto nel tutto che non si ha, l’infelicità dell’uomo,
ma
nel troppo che si vuole”.
*
“Nella
ristampa delle opere edìli, il terremoto è sempre il gran maestro
che,
agitando, sussultoriamente e ondulatoriamente,
la
sua tellurica bacchetta, ne indica gli errori; l’uomo, lo scolaretto,
tremante,
che, pazientemente, poi, ne effettua la correzione”.
*
“Avere
la palla al piede, e non poterla calciare”.
*
“Chi
mangia molto, non lo fa per farsene venire la nausea,
ma
perché ha nausea di sé stesso”.
*
“La
maggior parte degli amministratori se sono politicamente
poco
educati, è perché non sanno neanche dove sta di casa
l’Educazione
Civica”.
*
“Nella
vita, tutto è divisibile: tranne due cuori inchiodati
l’uno
all’altro dall’amore”.
*
“La
congiuntivite, oggi, è una malattia che non attacca solo la congiuntiva,
ma
quanto, e soprattutto, il congiuntivo”.
*
“Il
diminutivo Nicolino farebbe pensare a una persona piccolina,
invece,
sono il doppio di quel che dovrei; e il motivo è presto detto: i
n
me convivono due persone: Nico e Lino”.
*
“Ci
rivedremo per le feste di fine anno, disse il coltellaccio
(maciullato,
nel manico, dai suoi denti) al maiale”.
*
“Lo
zucchero: va a nozze col palato, e in luna di miele nelle Isole
di
Langerhans”.
*
“Una
stretta di mano può anche darti una stretta al cuore,
quando,
chi a dartela, lo fa col cuore nell’altra mano”.
*
“
Un uomo che ama la vita, rispetta la
morte”.
*
“Da
colui al quale tu oggi volgi le spalle, prima o poi, sarai colpito
alle
spalle”.
*
“Ci
sono bambini, oggi, talmente bravi che riescono a mettere K.O. i propri
insegnanti,
i quali, per assenza d’arbitri sul momento, non vengono, per loro fortuna,
né
contati, né, quindi, eventualmente, decretati sconfitti o squalificati”.
*
“Tachicardie
parossistiche: cuoricino mio, corri, corri, corri:
ma
dove vuoi tu andare?
Sempre
dentro al petto mio, dovrai pur restare”.