Gli olivi di Palestina
Un palestinese abbraccia un olivo
per impedire l'abbattimento
Muoiono gli olivi di Palestina
schiacciati da mura inespugnabili.
Premuti sotto un cielo basso
lampeggiante di tracce infuocate
latrano ancora i cani del deserto.
L’orrore negli occhi dei bambini di Gaza
è lo stesso che bruciava
in quelli dei bambini di Auschwitz;
eguali i loro corpi straziati a Gaza
a quelli degli assassinati a Treblinca,
non diverso il pianto delle madri.
Dov’è la tua memoria, Israele?
Non ricordi il Golgota
del Male assoluto dei tuoi figli
quando il coltello del carnefice
affondava nella loro gola pulsante?
Non ricordi l’abominio,
nell’avvento d’una triste nemesi,
ora che la medesima lama
lacera la gola innocente
dei bambini di Palestina?
Ricorda, Israele, come fermò
il suo gesto Abramo
vinto dallo sguardo dell’Angelo
salvando la stirpe d’arabi e giudei;
ora, la stessa mano impugna
ancora l’arma dell’assoluta infamia
mentre l’Angelo volge la testa.
Rifletti, Israele, prima
che sia troppo tardi - e anche noi
dovremmo farlo-, quanto sia labile
la memoria dell’uomo.
Non ti consoli che, anche
il nostro silenzio è macchia indelebile
nella nostra torpida coscienza.
Un palestinese abbraccia un olivo per impedire l'abbattimento |
Claudio Zanini