PALESTINA: NUMERI E UOMINI
Dietro
questi freddi numeri ci sono uomini, donne, anziani, bambini. Ci sono case in
rovina, lutti, dolori, odio che si espande e si incancrenisce. In tutto questo
tempo, non si è voluto trovare una soluzione perché due popoli potessero
pacificamente convivere. Non si è voluto capire che sangue chiama sangue e
guerra chiama guerra. Due popoli disarmati (distruggendo l’apparato bellico
israeliano e distruggendo le armi che gli Stati ipocriti “democratici”,
forniscono ai palestinesi) che condividano terra, acqua e risorse naturali,
cibo, istruzione, dovrebbe essere l’unica soluzione. E se fosse possibile (ma
ci illudiamo), sotto il controllo vigile di un’autorità internazionale di
Giustizia degna di questo nome, che al momento non c’è. Privati entrambi delle
armi e ricomposta la diatriba sulla sicurezza e sulle risorse, nel giro di non
molto tempo la situazione potrebbe di molto migliorare, almeno dal punto di
vista della violenza. [A. G.]
Nel 2008 i palestinesi hanno
contato 3.202 tra morti e feriti.
Israele 853.
Nel 2009 i palestinesi hanno
avuto 7.460 morti e feriti.
Israele 123.
Nel 2010 il rapporto è di 1.659 a 185.
Nel 2011 è di 2.260 a 136.
Nel 2012 è di 4.936 a 578.
Nel 2013 4.031 a 157.
Nel 2014, tra gli anni più
sanguinosi, i palestinesi hanno subìto 19.860 perdite tra morti e feriti.
Israele 2.796.
Nel 2015 morti e feriti tra i
palestinesi: 14.813.
Morti e feriti tra gli
israeliani: 339.
Praticamente, per ogni morto
o ferito israeliano, ce ne sono 43 palestinesi.
Nel 2016 i palestinesi morti e feriti
sono 3.572.
Quelli israeliani: 222.
Nel 2017 i palestinesi contano 8.526 perdite.
Gli israeliani 174.
Il 2018 è una mattanza, 31.558 palestinesi
vengono feriti o uccisi.
Gli israeliani sono 130.
Cioè: 243 palestinesi
uccisi o feriti, per ogni singolo israeliano ucciso o ferito.
Nel 2019 il rapporto sarà di 15.628 a 133.
Nel 2020 sarà di 2781 a 61.
Spesso lo chiamano
“conflitto” israelo-palestinese. Ma, i conflitti, prevedono
una qualche forma di parità fra i due schieramenti.
Invece questi freddi, macabri
numeri, raccontano qualcos’altro.
***
Novembre 2006
Alle
dieci e trenta
di
un mattino grigio,
il
canto degli uccelli,
misto
alle garrule voci
di
inermi bimbi,
all’improvviso
si è spento a Gaza.
Giocavano
alla vita quei bimbi,
ignari
di chi apparecchiava loro
la
morte con la guerra.
Alto
e repentino si è levato allora
Il
pianto delle madri,
con
occhi asciutti
per
lacrime disseccate da dolore antico,
e
orrende grida hanno solcato il cielo
per
chiedere invano vendetta
al
Dio tradito.
Ora
anche il verso,
che
da sempre fa sentire
invano
la sua voce,
stanco
langue e si tace,
la
sua forza avvilita si è infranta
di
fronte alla lucida follia
che
governa il mondo.
Voglio
piangere anch’io
ma
con occhi secchi e biechi,
come
la Sfinge che guarda e
inaridisce
tutto.
Vincenzo
Rizzuto
[Cosenza,
maggio 2021]