LEGGO PERCHÉ…
di Angelo Gaccione
L’articolo
di Carmine Scavello pubblicato venerdì 30 aprile sulla prima pagina di “Odissea”,
mi ha fatto ricordare di questa specie di manifesto che avevo scritto diversi
anni fa. Diffuso in vari modi e in vari ambiti, lo era stato anche sotto forma
di manifesto cartaceo e come tale fatto anche circolare.
La Giornata Mondiale del libro
Se leggi perché è la
Giornata Mondiale del libro, e dunque ti è stato imposto da chi lo ha deciso
per te, sei un pessimo lettore e un uomo (o donna) senza carattere e spina
dorsale.
Se leggi perché lo hanno deciso
i festival, le fiere, i premi letterari, o altri baracconi pubblicitari, che
considerano i libri alla stessa stregua di una merce qualsiasi, sei un lettore
pessimo e sei vittima della società dello spettacolo e di Carosello.
Se leggi i best-seller e quelli
strombazzati dai giornali e dai rotocalchi, sei un pessimo lettore e non hai
capacità di scelta.
Se leggi senza oculatezza,
fai torto ai libri buoni. Ricordati che un buon libro spesso non ha padrini.
Ricorda che i libri di squalità,
sommergono quelli di qualità, dunque devi diffidarne e tenertene alla larga. Se
leggi questo genere di libri la tua lettura è inutile e non ne ricaverai
alcunché.
Leggi ricordando sempre che
chi scrive non è mai al di sopra delle parti; che è un uomo schierato, cioè sta
da una parte, soprattutto quanti sostengono di non stare da nessuna parte.
Dunque sta a te scegliere da che parte stare: se con i poteri o contro di essi;
con chi si ribella o con gli oppressori.
Leggi ricordando che un
libro deve essere la quintessenza del suo autore. Come Vittorio Alfieri devi avere
in mente che fra autore e libro deve esserci coerenza etica, altrimenti il suo
libro è falso.
Se chi scrive è moralmente
indegno, anche il suo libro ne risentirà, per importante che sia. Si può
perdonare a un libro di essere eticamente indegno, ma mai al suo autore.
Leggi libri pericolosi,
liberi, esigenti, ricchi di senso, solo da questi imparerai e ti apriranno la
mente. Sono pochi, ma ci sono, sta a noi cercarli fra la massa di spazzatura che
invade il mercato.
E ricorda soprattutto che
si legge per non dimenticare la barbarie; per sforzarci di cambiare noi stessi
e il mondo; per porre “un argine al male”. E questo costa fatica, come la
libertà.