GUERRA, DAZI, SPAZIO POLITICO EUROPEO
di
Franco Astengo
Per
una Zimmerwald del XXI secolo.
In un
momento di immane tragedia come questo contrassegnato dalla guerra come fattore
discriminante si è aggiunta la cosiddetta vicenda dazi al riguardo delle quale
vogliamo registrare le reazioni dei principali soggetti politici d'alternativa
presenti sul piano europeo: una posizione che accomuna Linke, France Insoumise, PCF, Verdi Francesi
(il cui portavoce Benjamin Lucas chiede il voto dell'europarlamento e
dell'Assemblea Nazionale), Podemos mettendo anche in difficoltà il PSOE di
governo che facendo parte del gruppo S&D a Strasburgo ha votato la
commissione Von der Leyen oltre ai partiti italiani. L'occasione può diventare
buona allora per cercare di oltrepassare remore antiche individuando l'Europa
come spazio politico ed elaborando una posizione di sinistra alternativa sui
punti nodali del confronto in atto superando anche la logica che presiede la
divisione in gruppi al Parlamento Europeo. L'obiettivo dovrebbe essere quello
di costruire una adeguata realtà che da sovranazionale (come adesso) dovrebbe evolvere
in internazionalista.
Il giudizio che si
cerca di esprimere attraverso questo intervento deriva dall’analisi delle
contraddizioni di fondo che sul piano economico, politico e sociale
attraversano lo spazio politico europeo: contraddizioni che possono essere
affrontate soltanto se valutate nel profondo delle loro determinazioni
complessive, prima di tutto al riguardo del ristabilimento delle condizioni
imposte da meccanismi, ben evidenti tra
l’altro nello specifico del “caso italiano” di limitazione nell’esercizio
dell’agibilità democratica.
Si tratta di non
lasciare aperto lo spazio generato dal disorientamento generale e fin qui
appannaggio dei populismi e dell’astensione, cercando di colmarlo - anche
parzialmente com’è ovvio- da contenuti di lotta che possono avere possibilità
di presenza politica ed anche istituzionale soltanto attraverso una precisa
collocazione all'interno del quadro politico europeo nell'ottica di costruzione
alternativa. La questione europea necessita di
un ripensamento al riguardo di determinate posizioni assunte anche nel recente
passato.
Su questo punto va rinnovato l’appello rivolto
al PSE e a Sinistra Europea per un incontro urgente. Debbono essere elaborati elementi di progettualità
alternativa posti sia sul terreno della strutturazione politica, sia al
riguardo della prospettiva economica e sociale e soprattutto della pace. Non è
sufficiente pensare alla green economy e ai possibili relativi modelli di vita:
le fasi di transizione sono diverse e complesse. Abbiamo davanti grandi difficoltà: dobbiamo essere capaci di ripensare i
temi di fondo dello sviluppo e della stessa convivenza civile, delle relazioni
umane, degli interscambi economici, culturali, sociali, ambientali proponendo
il superamento del legame esclusivo alla logica del profitto.
Deve essere aperta
una prospettiva della trasformazione sociale a livello sistemico corrispondente
però ad una adeguata soggettività politica.
il punto di
ripartenza potrebbe essere costituito da un’opposizione alla logica della
guerra il cui senso potrebbe essere riassunto nell’indicazione di una “Zimmerwald
del XXI secolo”. Un incontro tra forze diverse nel corso del quale porre le
questioni fondamentali affrontando anche il tema del deficit di democrazia che
affligge la vita politica del Continente.