LA MONTAGNA
di
Rinaldo Caddeo
Rinaldo Caddeo |
Per molti giorni il cielo, a Nord, era stato oscurato da un nebbione grigio.
A
volte pioveva, a volte nevicava, a volte c’era anche il sole, ma il nebbione
non se ne andava via di lì.
Nessuno
ne sapeva niente e molti si voltavano a Sud e parlavano d’altro.
Stamattina,
per la prima volta, il nebbione ha iniziato a diradarsi, mostrando, al suo
posto, una montagna senza fine che prima non esisteva.
È
mezzogiorno e la montagna si vede nitidamente.
È
altissima. È talmente alta che non si vede la cima.
Si
vedono bene, lungo le prime pendici, boschi di querce e castagni.
Poi
ci sono foreste di conifere: larici, abeti, pini. Poi le praterie. Più in alto
ancora: nevai e ghiacciai.
Stormi
di uccelli si alzano in volo e, per quanto arrivino in alto, prima o poi,
vengono inghiottiti dal verde o dal bianco.
C’è
anche una baita in una valle ridente: «Come fa a esserci già una baita se la montagna è appena nata? Chi
l’ha costruita?» Lui chiede ma nessuno gli risponde.
Decide di andare
a vedere, munito di binocolo.
La baita è lì, si
vede benissimo, forse ci sono degli esseri viventi, uomini e animali, capre,
tacchini che si muovono, c’è il vento che agita le fronde… anzi, ci sono
senz’altro, un uomo trasporta un secchio, una donna si sporge al davanzale. C’è
anche un bambino o una bambina che corre sul prato. L’erba è alta, il vento
crea delle chiazze mobili che si aprono e si chiudono, cancellano e ridisegnano
le gambe, la testa e i colori dei vestiti, il blu il rosso il giallo, che forse
grida e sembra così vicino nel binocolo che sembra di potergli toccare la
schiena.
Il pomeriggio
ritorna la nebbia che copre tutto o quasi.
Lui cerca di
arrivarci su quella montagna ma si smarrisce per sentieri tortuosi e intricati
che si perdono nel solito deserto o arrivano, dopo molta strada, al mare.
Quando chiede
informazioni nessuno ne sa niente e tutti cambiano discorso, fingono di non
capire o gli rispondono in malo modo o gli danno uno spintone, come se li
offendesse («ma di quale montagna parli?») e gli danno del pazzo con questa storia della montagna. «Ma stai
sereno - gli dicono - è tutto come prima.»
«Siete voi pazzi -
risponde - che non riuscite a vedere ciò che cambia e negate la nuda e cruda
realtà!».
Arriva la sera,
uno sconosciuto, mentre lui perora in piazza, davanti a tutti, la causa della nuova montagna, si avvicina e gli dice
in un orecchio: «se non vuoi dei guai, ti consiglio di piantarla. Vienimi a
trovare, possiamo trovare un accordo, vantaggioso per entrambi» e gli dà il suo
biglietto da visita.
Lui non ci va,
lui è incorruttibile e continua a sostenere la causa della verità della
montagna davanti a tutti, fino a notte inoltrata.
Poco prima
dell’alba, arrivano numerosi e ben muniti, lo legano mentre dorme, lo
imbavagliano e lo portano al manicomio.