A Poggio Renatico nuovo sistema di Comando e
controllo aereo NATO
di Antonio Mazzeo
È il Comando Operazione Aeree (COA)
dell’Aeronautica militare di Poggio Renatico, Ferrara, il centro nodale delle
operazioni aeree di Trident Juncture 2015, l’imponente esercitazione militare
della NATO in svolgimento in questi giorni nel Mediterraneo centrale. “Più di
180 aerei di 16 paesi NATO e di 3 paesi partner NATO operano dalle basi aeree
militari di Italia, Spagna e Portogallo”, riporta il Comando generale delle attività
aeree alleate (HQ AIRCOM) di Ramstein, Germania. “Il direttore del Comando
integrato della componente aerea (Joint Force Air Component Command - JFACC) di
Poggio Renatico è l’ufficiale responsabile della direzione e del controllo
delle esercitazioni aeree. Egli viene supportato dai tre capi dei cosiddetti
Controlli Operativi Locali o LOPSCON Air cells, operativi nelle basi di
rischiaramento di Beja, Albacete e Trapani per la gestione dei piani
addestrativi. I LOPSCON Air dirigono e controllano quotidianamente le
esercitazioni locali”.
Per Trident Juncture sono impegnati a Poggio Renatico
oltre 400 militari dell’Aeronautica italiana e di 15 Paesi dell’Alleanza
Atlantica. La prima fase addestrativa è stata utilizzata per esercitare in modo
simulato la catena di comando e controllo di tutte le forze NATO impiegate. Ciò
ha consentito all’Italian Joint Force Air Component della base ferrarese di
acquisire la necessaria certificazione in ambito alleato prima di essere messa
a disposizione per l’anno 2016 della NATO Response Force (NRF), la forza di
pronto intervento in grado d’intervenire in poche ore in qualsiasi scacchiere
di guerra internazionale.
Il Comando integrato dell’Aeronautica militare di Poggio
Renatico ha assunto un ruolo strategico chiave nella gestione delle operazioni
aeree e di controllo radar dell’Alleanza atlantica. Lo scorso 17 giugno è stato
attivato a Poggio Renatico il primo sito ACCS (Air Command and Control System)
che fornisce alla NATO un sistema di comando e controllo (C2) unificato per la
pianificazione e l’esecuzione di tutte le operazioni di sorveglianza aerea.
Altri siti ACCS diverranno operativi in altri paesi dell’Alleanza tra la fine
del 2015 e il 2016. “Una volta completata l’installazione del nuovo sistema di
comando e controllo aereo, la NATO si assicurerà una copertura dello spazio
aereo di più di 10 milioni di km quadrati, mettendo in rete una ventina di
grandi centri militari e ampliando enormemente lo spettro operativo e gli
strumenti degli operatori e l’efficienza stessa delle attività aeree NATO”,
riporta il comando generale dell’Alleanza. “L’ACCS è il maggior tentativo della
NATO per accrescere la propria interoperabilità nel settore C2 nei cieli di
tutta Europa e assicurare alle nazioni europee appartenenti alla NATO, senza
interruzioni, tutte le tipologie di operazioni aeree sul loro territorio e
oltre. Con l’ACSS tutti i membri NATO saranno in grado d’integrare le loro
funzioni di controllo del traffico e delle missioni aeree, sorveglianza e
gestione delle forze militari e dello spazio aereo”.
Il sistema ACCS sarà pure in grado di rispondere alle
richieste operative del nuovo programma di “difesa” aerea e missilistica
integrata della NATO (Integrated Air and Missile Defence). “Questo network sarà
anche in collegamento con il comando di difesa missilistico alleato e con
l’Allied Air Command di Ramstein”, ha dichiarato il generale Bernhard Fürst,
vicepresidente del NATO Air and Missile Defence Committee. “Nelle nostre
intenzioni, il primo sito contro i missili balistici diverrà operativo il
prossimo anno in Romania e una seconda base sarà pronta in Polonia nel 2018.
Queste basi lavoreranno con un tempo di reazione di 10-12 minuti”. L’ACCS potrà
supportare inoltre il cosiddetto Readiness Action Plan (RAP) approvato il 5 settembre
2014 dal Summit NATO in Galles, un piano strategico che consentirà alle forze
armate alleate di “rispondere velocemente e con fermezza alle nuove emergenze,
ovunque esse si presentino”, dalla Russia e l’Ucraina all’area del Medio
Oriente e del Nord Africa.
Il contratto per lo sviluppo e i test del software e
dell’hardware del sistema ACCS, per un valore complessivo di 500 milioni di
dollari, è stato firmato dalla NATO nel 1999 con l’Air Command Systems
International (ACSI), una società con sede a Massy, Parigi, controllata dalla
statunitense Raytheon e dalla francese Thomson-CSF (oggi Thales). Per
completare il programma ACCS, i paesi NATO hanno sborsato sino ad oggi più di
due miliardi di euro, a cui si devono aggiungere le spese per l’acquisto dei sensori
del sistema. Nell’ambito del programma di sviluppo dell’Air Command and Control
System, nel 2011 Selex Sistemi Integrati (società controllata da Finmeccanica e
confluita poi in Selex ES), ha siglato un contratto del valore di 10 milioni di
euro per la progettazione e la realizzazione entro il 2015 dei siti ACCS in
Ungheria e Norvegia. La NATO ha pure affidato a Selex i lavori d’integrazione
di 230 sensori per tutti gli undici siti di replica ACCS (valore 14,5 milioni
di euro). Alla rete ACCS saranno integrati inoltre pure i radar di ultima
generazione FADR Fixed Air Defence (FADR) RAT31-DL, prodotti da Selex ES ed
acquistati dall’Aeronautica militare italiana e da alcuni paesi europei.
L’8
luglio 2015, ancora una volta a Poggio Renatico, la ministra della difesa
Roberta Pinotti ha inaugurato l’European Personnel Recovery Center (EPRC), il
polo d’eccellenza dell’European Air Group (EAG) cofinanziato da Italia, Belgio,
Francia, Germania, Spagna, Paesi Bassi e Regno Unito. “L’European Personnel
Recovery Center ha lo scopo di convogliare in un unico polo - sia in ambito
dottrinale e concettuale, sia nel contesto formativo e addestrativo - tutte le
conoscenze del settore personnel recovery, cioè il recupero da zone di crisi di
militari e civili – tra questi ultimi diplomatici, giornalisti, volontari e
cittadini – che si trovino in situazioni di difficoltà”, ha dichiarato il Capo
di Stato Maggiore dell’Aeronautica, generale Pasquale Preziosa. “Il Centro di
Poggio Renatico assolverà anche il compito di supportare un’eventuale
operazione reale che comprenderà e coinvolgerà una serie di azioni, dal
rifornimento in volo all’arrivo delle Forze Speciali, passando per la difesa
aerea e al Combat SAR, ossia la ricerca e il soccorso nelle aree di combattim