PER RIMANERE UMANI
BRUEGHEL E FLAUBERT A GENOVA
G. Flaubert ritratto da Nadar |
In occasione dell’eccezionale presenza del dipinto
Le Tentazioni di sant’Antonio Abate,
attribuito a Pieter Brueghel il Giovane, presso la Galleria Nazionale di
Palazzo Spinola (Piazza Pellicceria, 1 Genova) il prossimo 14 novembre, a
partire dalle ore 10, una giornata di studi a cura di Chiara Pasetti cercherà
di indagare i diversi temi che legano Flaubert al dipinto: Le Tentazioni di sant’Antonio
Abate. Interventi di Farida Simonetti (Direttrice Galleria Nazionale di
Palazzo Spinola), Bruna Donatelli (docente di Letteratura francese
all’Università Roma Tre), Mauro Manica (psichiatra e psicoanalista), Francesco
Surdich (docente di Storia delle esplorazioni e scoperte geografiche
all’Università di Genova), Armando Massarenti (Responsabile della “Domenica-Il
Sole24ore”). Alle ore 17.30, lettura teatrale in prima nazionale, tratta da La Tentazione di sant’Antonio di Gustave Flaubert, per la drammaturgia di Chiara
Pasetti: in scena Andrea Gattinoni. Nella primavera del 2016 è prevista una
seconda giornata di studi, che coinvolgerà storici e critici d’arte, incentrata
esclusivamente sul dipinto, per approfondirne le vicende critiche,
l’attribuzione e i dati tecnici.
Per info sulle iniziative in programma:
www.palazzospinola.beniculturali.it; Tel. 010.2705300.
Il dipinto di P. B. che ispirò Flaubert |
"In mezzo a tutti i
miei dolori, sto finendo il mio sant’Antonio. È l’opera di tutta la mia vita,
perché la prima idea mi è venuta nel 1845, a Genova, davanti a un quadro di
Bruegel, e da quel momento non ho mai smesso di pensarci. Dichiaro che sant’Antonio
è la mia opera preferita. Non è un’opera teatrale e nemmeno un romanzo. Non so
che genere assegnargli e non so se mai lo pubblicherò..."
Gustave Flaubert, 1872
Tormentata e unica è la
rielaborazione della storia di Antonio da parte di Gustave Flaubert
(1821-1880). Egli la scoprì a Genova nel 1845 a Palazzo Balbi, rimanendo
folgorato davanti al quadro attribuito a Pieter Bruegel Le Tentazioni di
sant’Antonio Abate (ora eccezionalmente esposto presso la Galleria
Nazionale di Palazzo Spinola) e da allora non smise di pensarci e di compiere letture
a riguardo. Il progetto lo occupò a partire dal 1846; la prima versione de La
Tentazione di sant’Antonio venne completata nel 1849 ma, aspramente
criticata dagli amici, venne a malincuore accantonata (fu poi pubblicata
postuma). Nel 1856, lo stesso anno in cui uscì Madame Bovary sulla Revue
de Paris, riprese in mano il testo senza modificarne il plan, e ne
pubblicò alcuni frammenti che vennero letti e molto apprezzati da Charles Baudelaire.
Ma anche questo secondo tentativo fu lasciato cadere. Molti anni dopo, Flaubert
si decise a tornare sul suo sant’Antonio, a cui non aveva mai smesso di lavorare,
e modificandone sostanzialmente i quadri e il plan, tagliando molte
scene della prima versione e inserendone altre, lo pubblicò nel 1874.
Benché non sia mai
stata pensata per essere portata in palcoscenico (tranne una messinscena con la
regia di Maurice Béjart, rappresentata all’Odéon-Théâtre de l’Europe di Parigi nel
marzo del 1967), dal punto di vista formale l’opera si presenta come un dramma
suddiviso in atti, scene e dialoghi; temporalmente abbraccia una sola notte,
dal tramonto all’alba, in cui Antonio deve fronteggiare un’angosciante ridda di
apparizioni che alla fine lo riconducono a se stesso quale origine e bersaglio
delle tentazioni.
In questa lettura teatrale
(monologo) concepita e realizzata appositamente per Palazzo Spinola, data
l’attuale presenza del dipinto che Flaubert ammirò nel 1845, si vuole dare voce
alle diverse tentazioni del santo-eremita, mostrando in particolare l’aspetto
onirico-allucinatorio dell’opera di Flaubert, che la musica ha il compito di
sottolineare. Tutto il testo (che è tratto dall’edizione francese Gallimard,
«Bibliothèque de la Pléiade») è costruito sull’asse
desiderio-tentazione-visione-allucinazione, che fa da perno alla storia e da
cui muovono tutte le scene. Si è scelto di mantenere anche l’aspetto narrativo
(che in alcuni punti funziona come un vero e proprio testo di regia) allo scopo
di creare un intreccio teatralmente vivo tra dialoghi e situazioni narrate.
Perché Flaubert fu tanto affascinato dalla storia dell’eremita Antonio, che gli
creava «un’esaltazione sconvolgente»? Perché definì la Tentazione «l’opera
di tutta la mia vita», e Baudelaire scrisse che conteneva «la camera segreta
del suo spirito»? Cosa vide nel quadro di Brueghel che altri non seppero
vedere? È vero, come egli scrisse, che in Sant’Antonio era lui, il santo, e
alla fine quasi se ne dimenticò?
Chiara Pasetti
L'EVENTO
Come documenta la locandina che riproduciamo qui sotto, un interessante Convegno a cura della nostra collaboratrice Chiara Pasetti si aprirà alle ore 10 del 14 Novembre alla Galleria Nazionale di Palazzo Spinola. Un'occasione preziosissima non solo per seguire la giornata di studio e la lettura drammaturgica, ma anche per vedere il dipinto e la ricca quadreria del Palazzo.