SUL DEBITO
A proposito di debito, invito alla
lettura del poco noto “Discorso sul debito” di Thomas Sankara, all’epoca
presidente del Burkina Faso, tenuto il 29 luglio 1987 ad Addis Abeba
nell’ambito del convegno dell’OUA (Organizzazione per l’unità africana).
Nel
suo discorso, Sankara rileva che chi ha prestato denaro ai paesi africani sono
gli stessi che li avevano colonizzati e che, all’epoca, gestivano gli stati e
le economie. Sono gli stessi colonizzatori che indebitavano l’Africa con il
denaro della finanza internazionale. Il colonialismo è finito, ma è restato il
debito. Il debito è dunque una forma di neocolonialismo e i colonizzatori si
sono trasformati ora negli “assistenti tecnici” (che dovremmo chiamare
“assassini tecnici”, dice Sankara), i quali hanno proposto allettanti e
fraudolenti canali di finanziamento, così l’Africa si è indebitata per il suo
futuro prossimo venturo. Ecco due brevi stralci del discorso, che si può
trovare per intero su Internet.
“Il
debito nella sua forma attuale, controllata e dominata dall’imperialismo, è una
riconquista dell’Africa sapientemente organizzata, in modo che la sua crescita
e il suo sviluppo obbediscano a delle norme che ci sono completamente estranee.
In modo che ognuno di noi diventi schiavo finanziario, cioè schiavo tout court,
di quelli che hanno avuto l’opportunità, l’intelligenza, la furbizia, di
investire da noi con l’obbligo di rimborso.”
“Il
debito non può essere rimborsato prima di tutto perché se noi non paghiamo, i
nostri finanziatori non moriranno, siamone sicuri. Invece se paghiamo, saremo
noi a morire, ne siamo ugualmente sicuri. Quelli che ci hanno condotti
all’indebitamento hanno giocato come al casinò. Finché guadagnavano non c’era
nessun problema; ora che perdono al gioco esigono il rimborso.(…) Hanno giocato, hanno perduto, è la regola
del gioco. E la vita continua. Non possiamo rimborsare il debito perché non
abbiamo di che pagare. Non possiamo rimborsare il debito perché non siamo
responsabili del debito.”
Il senso di questa vicenda (che mi ha fatto
venire in mente “Il mercante di Venezia”
di Shakespeare, Shylock e la famosa libbra di carne), io la chiamerei, con un
termine oggi desueto, USURA.
Thomas Sankara, carismatica figura di
rivoluzionario, è diventato primo ministro del Burkina Faso nel 1983 e ha
avviato un programma di riforme radicali nell’ambito di assistenza sanitaria,
di edilizia medica e scolastica, di rimboschimento (per contrastare l’avanzata
del Sahel), di redistribuzione delle terre ai contadini e di soppressione delle
imposte agricole. Ha promosso la lotta alla corruzione, la riduzione della
spesa pubblica e il miglioramento delle condizioni della donna. Ha abolito la
poligamia e vietato l’infibulazione. Naturalmente la fine era prevedibile.
Sankara stato assassinato nel 1987 in un
colpo di stato appoggiato dalla Francia, dagli Stati Uniti e da gruppi di militari
liberiani.
Claudio Zanini