EXPO: IL CANCRO
E LA FIERA DEGLI:“O bej...O bej”
di
Emilio Molinari
E se non ci facessimo abbagliare dal Paese dei Balocchi?
In questa riflessione di Emilio Molinari, l’Expo visto da
un’altra prospettiva.
Expo. In mondo di ricchi gli anziani rovistano fra i rifiuti |
Giorni
or sono l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha inserito le carni
trattate come alimenti certamente cancerogeni e le carni rosse come possibili cancerogene; e l'OMS non è l'ultima associazione di vegetariani incazzati.
Eppure possiamo esserne
certi: questa denuncia non scuoterà minimamente né la politica, né i media che
da anni ci tempestano e che per 6 mesi ci hanno martellato sulle grandi virtù di
Expo. Quasi tutti i media, anche alcuni a noi vicini, hanno sistematicamente
oscurato ogni argomento e ogni iniziativa critica nel merito dei contenuti
della Esposizione Internazionale: l'imbroglio del titolo, la vuota pomposità
della Carta, la cementificazione, gli scandali e lo sperpero di danaro mentre
cresce la miseria nel mondo, in Italia e in città.
I convegni critici e
propositivi fatti a Milano: a Palazzo Marino e al Teatro dell'Elfo non sono
esistiti, nonostante gli interventi di importanti personalità straniere e la partecipazione di centinaia di persone.
Ogni critica ad Expo è
diventata ‘No Expo’ e imbalsamata (o stroncata sul nascere), con la sola
immagine della manifestazione del 1° Maggio, della Milano offesa dalle scritte
e dalla violenza dei black block. Anche le migliaia di persone che quel giorno
manifestarono le loro critiche sono state azzerate dai disordini.
Expo sono milioni di persone
felici e pazienti in lunghe file, con occhi rapiti dal fascino estetico di questo
o quel padiglione, osannanti: che bello! Bellissimo! Contenti di esserci anche
loro, in mezzo a tanti. Via, un colpo di spugna su tutti i mali di Milano che
con Expo si assolve e scopre d'essere: la capitale morale d'Italia.
Viva la nuova fiera degli
“o bej...o bej” (oh belli!... oH belli!...) che per chi non è
milanese, è l'antica fiera di S. Ambrogio che prende il nome dall'esclamazione
dei bambini e dei provinciali calati a Milano di fronte a tante meraviglie.
Questa è diventata Expo
nell'immaginario collettivo: La fiera
delle meraviglie, bellissima! Interessante! Ci siamo divertiti!
Expo. Multinazionali e cibo spazzatura |
Per favore!!! non
rompeteci... con le multinazionali, Nestlè, Mac Donald, i mutamenti climatici,
gli affamati e il Land Grabbing, la privatizzazione dell'acqua...
È qui... Qui in questo popolo festante, che sta il
fallimento di quanti per ruolo istituzionale, ruolo nei media o per cultura,
militanza politica o associativa sociale e solidale, hanno rinunciato a
svolgere il loro ruolo critico, si sono accomodati nelle pieghe di Expo. Non
hanno contrastato la cortina di fumo che veniva gettata su questo evento,
contribuendo ad escludere dal pensiero della gente, l'inganno di quella festa e
la realtà del mondo che stava fuori: quella delle periferie del mondo e delle
nostre stesse periferie e quello di nasconderci la realtà del nostro stesso
vivere quotidiano. A partire dal cosa mangiamo? Dal perché della fame, della
sete, della miseria di miliardi di persone, mentre produciamo 1/3 in più di
quello che ci serve?
Perché abbiamo perso la
sovranità sul nostro cibo?
Perché ci nascondiamo cosa
c'è nel nostro piatto, cosa ci fanno mangiare: la chimica, l'agro industria e le
multinazionali?
Ed ecco che all'ultimo atto
arriva il richiamo dell'OMS a disturbare.
La parola d'ordine è
immediata: ignorare l'allarme, minimizzare, ridurre tutto a un problema di
moderazione e di educazione alimentare, escludere che ciò riguarda il Made in
Italy. Il mare di prodotti chimici che entrano nella filiera alimentare negli
allevamenti e nella conservazione della carne estera e italiana non c'entrano,
i pesticidi ecc. non c'entrano? La pubblicità martellante che spinge a
consumare e a mangiare cibo spazzatura non c'entra?
Expo. Allevamenti intensivi. Tu ci vivresti così? Si sono persino dovuti vietare le uova da allevamenti come questi. |
I meno abbienti a 1000 euro
al mese come cavolo si educano alla sana alimentazione?
Nel libro “Il
dilemma dell'onnivoro” di Micheal Pollan, l'autore ha preso un
vitello e lo ha seguito lungo tutto il suo cammino verso il macello,
analizzando il suo mangime di mais, il grasso degli scarti o gli oli esausti
della sua dieta ingrassante. E alla fine mentre va a morire per arrivare sulla
nostra tavola lo guarda e dice: sei un manzo o un barile di petrolio? Quel
barile di petrolio è ciò che denuncia l'OMS, ed è ciò che concorre a produrre
cancro e disastrosi mutamenti climatici.
Ma... è meglio celebrare il successo di EXPO e non pensare che alla fine, il suo vero senso è quello di essere stato
una grande e pianificata operazione di diseducazione
di massa, una bella festa di massa, mentre sotto i nostri occhi, il mondo
va alla deriva.