LA MANIPOLAZIONE OSCURA
di
Chicca Morone

Gianluca Magi 
  


Joseph Goebbels 
Ventiquattro giovani selezionati attraverso un annuncio sul giornale,
privi di caratteristiche di aggressività o potenziali cedimenti psicologici,
vengono messi in condizione di interpretare, a seguito di un sorteggio, secondini
o reclusi, in una ipotetica prigione. L’atteggiamento che il ruolo suscita in
ognuno di loro è deflagrante: crudeltà, ribellione, repressione disumana e il
solito abusato “divide et impera” imperversano, abbattendosi sul gruppo.
Oggi la divisione su vaccinati, vaccinandi e coloro
che pretendono una libera scelta su una sperimentazione di cui non si hanno
ancora risultati certi, sta modificando profondamente il nostro comportamento a
più livelli: fortunatamente le varie ipotesi di controllo quale l’App-Immuni,
le Primule da mettere in mostra come certificazione di avvenuta inoculazione
del siero e il “passaporto vaccinale” non sono diventati effettivi. Che
differenza ci dovrebbe essere con la stella gialla di Davide all’epoca di
Goebbels? Eccessivo, come paragone? Non direi, perché tutto è iniziato con una
propaganda del “noi e loro”.
 “Effetto Eichmann. L’obbedienza distruttiva” è un paragrafo che ho
riletto parecchie volte, cercando di afferrare quel che pareva sfuggirmi, in
stretta connessione con il personaggio a cui fa riferimento.
 La banalità del male definizione che Hannah Arendt dà di questo
personaggio privo di qualità, preoccupato esclusivamente della propria
carriera, sta alla base di un esperimento psicosociologico di Stanley Milgram
nel Dipartimento di Psicologia dell’Università di Yale tra il 1961 e il 1963.
Come dunque trovare un modo per non essere coinvolti in simili dinamiche
e altrettanto portare, chi ne è vittima inconsapevole, a prendere coscienza
della propria situazione? Non è una situazione semplice perché un altro dato
che emerge dal saggio di Gianluca Magi è la progressiva perdita di Quoziente Intellettivo
dal 1970 a oggi. Stiamo diventando più stupidi: le prove sono macroscopiche e
quotidiane: si chiama “Effetto Flynn rovesciato”.
 Triste e non possiamo incolpare solo il Web o la nostra scarsa
determinazione nell’approfondire argomenti importanti: la realtà è che siamo
immersi in un mare magnum di informazioni e che il nostro vero potere risiederà
sempre di più nell’imparare a ignorare quello che non ci appartiene
profondamente.
 Il tempo che dedichiamo allo studio critico del nostro passato, una
forma di meditazione creativa, è nutrimento per un buon proseguimento della
nostra vita.
 In quest’ottica mi auguro che emergano sempre di più saggi così
circostanziati, pagine che pretendono da noi attenzione e non un veloce
passaggio come la mancanza di tempo potrebbe indicarci.  

 
La copertina del libro 
 
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