TIMIDI EROI
di Angelo Gaccione
 Non sempre una disciplina che si è scelta come strumento di indagine è
adatta a dissodare e a fecondare tutti i terreni. E così nel suo percorso di
scrittura, le opere di questo filosofo teoretico “contaminate” dalla
letteratura (in chiave critica, o in chiave apertamente creativa come sono
questi tre racconti), hanno raggiunto un discreto numero. Gli anni in cui le
vicende si snodano sono compresi nel biennio 1944-1945. Protagonista è Lelio, adolescente
milanese costretto, come tanti giovani di altre famiglie, a sfollare altrove,
per sfuggire ai bombardamenti che devastano la città. 

Papi a destra con Giorgio Bocca
durante un dibattito 

durante un dibattito
Lelio approderà a Stresa
dove potrà, seppure nelle forme precarie imposte dal conflitto e dai
rastrellamenti nazifascisti, frequentare il suo corso di studio assieme ad
altri studenti della zona. Quella di Lelio è un’età difficile in cui tutte le
incertezze, le timidezze, i primi sentimenti amorosi, gli slanci, il riserbo,
le adesioni sentimentali e quelle politiche si sommano e prendono corpo,
divenendo sempre meno evanescenti. È un io, il suo, che si va via via strutturando
verso una personalità sempre più solida e consapevole, alimentato sia dalla
situazione oggettiva che dal rapporto con le diverse componenti sociali delle
sue frequentazioni. Il clima socialista e antifascista che si respira in
famiglia, contribuirà, e non poco, alle sue simpatie verso la Resistenza
partigiana.
  
 
 

 
 
 

