TIMIDI EROI
di Angelo Gaccione
Papi è un
filosofo che ha sentito spesso la necessità e l’urgenza di misurarsi con la
narrativa, come egli stesso mi ha di recente confermato. “La filosofia mi
serve per comprendere una serie di fenomeni, però se mi trasferisco sul campo
delle relazioni umane devo usare la letteratura, altrimenti l’oggetto mi
respinge”. Ho trascritto questa confidenza di Fulvio Papi durante uno dei
nostri assidui colloqui telefonici, ora che la pandemia ci vieta ogni contatto
fisico. L’ho trascritta perché si sarebbe evaporata come succede sempre quando
parliamo in maniera informale con qualcuno. Il pensiero di Papi mi dava la
conferma di un postulato che ho sempre tenuto presente: “La filosofia per
capire, la musica per sentire”; qui bastava sostituire musica con letteratura.
E di letteratura si parlava perché avevo appena finito di leggere il suo
recente Timidi eroi. Tre racconti di un’altra era, pubblicato
dalle Edizioni Mimesis (pagg. 98, € 8,00).
Non sempre una disciplina che si è scelta come strumento di indagine è
adatta a dissodare e a fecondare tutti i terreni. E così nel suo percorso di
scrittura, le opere di questo filosofo teoretico “contaminate” dalla
letteratura (in chiave critica, o in chiave apertamente creativa come sono
questi tre racconti), hanno raggiunto un discreto numero. Gli anni in cui le
vicende si snodano sono compresi nel biennio 1944-1945. Protagonista è Lelio, adolescente
milanese costretto, come tanti giovani di altre famiglie, a sfollare altrove,
per sfuggire ai bombardamenti che devastano la città.
Papi a destra con Giorgio Bocca
durante un dibattito
durante un dibattito
Lelio approderà a Stresa
dove potrà, seppure nelle forme precarie imposte dal conflitto e dai
rastrellamenti nazifascisti, frequentare il suo corso di studio assieme ad
altri studenti della zona. Quella di Lelio è un’età difficile in cui tutte le
incertezze, le timidezze, i primi sentimenti amorosi, gli slanci, il riserbo,
le adesioni sentimentali e quelle politiche si sommano e prendono corpo,
divenendo sempre meno evanescenti. È un io, il suo, che si va via via strutturando
verso una personalità sempre più solida e consapevole, alimentato sia dalla
situazione oggettiva che dal rapporto con le diverse componenti sociali delle
sue frequentazioni. Il clima socialista e antifascista che si respira in
famiglia, contribuirà, e non poco, alle sue simpatie verso la Resistenza
partigiana.