MILIARDI E GOVERNO
di
Franco Astengo
Mario Draghi
La
presentazione in Parlamento della bozza di Recovery Plan compiuta ieri dal
presidente del Consiglio Draghi necessita urgentemente l'avvio di un dibattito
a sinistra. L'intervento di Alfonso Gianni pubblicato questa mattina, 27
aprile, da “il Manifesto” può rappresentare una traccia positiva per
l'impostazione di un discorso complessivo di confronto con tutti i soggetti sia
associativi, sia politico - istituzionali.
Si
ravvisa però una questione di fondo, ben oltre le singole tematiche contenute
nella bozza di piano. Si tratta della "freddezza tecnocratica" con la
quale il presidente del Consiglio ha impostato il suo discorso, unita a una
"degasperiana ricerca di unità" (cito proprio Alfonso Gianni).
Una
"ricerca di unità" calata dall'alto considerando il governo quasi
un'entità astratta posta al di fuori dal confronto democratico e il Parlamento
una semplice sede di frettoloso ascolto.
In
ballo non ci sono soltanto i miliardi del Recovery ma, soprattutto, la forma di
governo e la qualità (ormai abbondantemente deteriorata) della nostra
democrazia. La forma di governo sembra ormai aver subito una torsione
presidenzialista accentuata dalla saga dei dpcm susseguitisi nel corso
dell'emergenza sanitaria. Il dibattito politico non può sottovalutare questo
aspetto decisivo e limitarsi al tema della dislocazione delle poste finanziarie
in un quadro che comunque è ancora del tutto ipotetico e illusorio.
A
sinistra va cercato inoltre un coinvolgimento largo che, sul terreno
istituzionale, oltrepassi le divisioni parlamentari che pure si erano espresse
con il voto di fiducia.