DARE IL BUON ESEMPIO
di Mara Visonà*
Costa San Giorgio, un esempio di eccellenza
L’area su cui è concentrata
la nostra attenzione, cioè il complesso dei due conventi di Costa San Giorgio,
forma un insieme monumentale e rustico, intimo e familiare, un paesaggio, uno
scenario in cui si svolge la vita quotidiana a contatto con il reale ed
estranea al lusso artificiale e grezzo.
È invalso da tempo il concetto che il paesaggio non ha
solo un carattere “panoramico”, ma ha un valore umano e sociale. La sua difesa
è la difesa di una realtà su cui la storia ha profondamente inciso e che,
nonostante ciò, rischia gravi manomissioni. Il caso di Costa San Giorgio è un
esempio di eccellenza del nostro patrimonio su cui si fonda la nostra identità
non solo fiorentina e italiana ma internazionale. Questo è tanto vero che la
Costituzione coglie nel paesaggio naturale, architettonico e sociale un valore
primario. Vorrei ricordare, anche, che proprio a Firenze, in Palazzo Vecchio,
il 19 luglio 2000 fu sottoscritta la Convenzione europea del Paesaggio,
documento adottato dal Comitato dei Ministri della Cultura e dell’ambiente del
Consiglio Europeo. L’Italia ratificò la Convenzione con la legge n. 14 del 9
gennaio 2016. Nel ventennale, il 15 ottobre 2020, si svolse con enfasi, sempre
in Palazzo Vecchio, il Premio Paesaggio della Toscana.
Firenze e la Toscana tornino, dunque, a dare il buon
esempio nella tutela di un bene vincolato per il quale è incompatibile la
destinazione a cui ci opponiamo con forza, mentre altre soluzioni possono
essere proposte, consone alla vocazione formativa di Firenze per i giovani del
mondo, che in città hanno la possibilità di educarsi alle arti, ai mestieri,
all’artigianato. Scendendo nel concreto il complesso dei due conventi potrebbe
accogliere un’espansione delle ricchissime collezioni di Palazzo Pitti e del
Giardino di Boboli. Per proteggere il patrimonio statuario di quest’ultimo, si
cercano da decenni dei locali adeguati a ospitare le sculture restaurate, che
non sono in condizione di rimanere esposte alle intemperie. Non possiamo
dimenticare gli affreschi e i graffiti staccati che giacciono ora invisibili e
che troverebbero nei conventi di Costa San Giorgio una loro collocazione
ideale: un progetto già proposto da Ugo Procacci e richiamato in tempi più
recenti da Marco Chiarini in una relazione inviata al Ministero dei Beni
culturali in cui paventava una destinazione “ad usi impropri” dei due conventi.
E ancora cercano casa il glorioso Museo di “Firenze com’era”, da tempo ridotto
ai minimi termini, e un Museo dell’infanzia e del giocattolo, di cui si sente
la mancanza considerate le collezioni private tuttora presenti a Firenze che
raccolgono testimonianze legate all’infanzia. Un progetto, quest’ultimo, che
risulterebbe consentaneo allo spirito di una città che ha fondato nei secoli
istituzioni per la cura dei bambini, fra cui è obbligo citare l’Ospedale degli
Innocenti.
Bernardino Poccetti
"Strage degli innocenti"
Altri fuochi si sono accesi in città che meritano
attenzione per la loro tutela: da Palazzo Portinari-Salviati ai conventi di
Sant’Agata e di Monte Oliveto.
Mi chiedo se l’amministrazione comunale e la
Soprintendenza siano in grado di far rispettare le leggi di tutela di tali beni
culturali e a gestire tali imprese, che il nostro tempo ci impone alla luce
degli importanti cambiamenti sociali in corso, sapendo contemperare la tutela
con il progresso.
I comuni, in realtà, come altre istituzioni civili,
sono anch’essi responsabili della tutela del paesaggio naturale e umano secondo
il precetto costituzionale e l’amministrano in nome della comunità. Se c’è
alterazione o distruzione non c’è autorizzazione che valga a legittimarle.
*già docente di Storia dell’arte
moderna,
Università degli Studi di Firenze
co-curatrice del Catalogo delle sculture moderne
del Giardino di Boboli
"Strage degli innocenti"