VACCINI ALL’ITALIANA
di Romano Rinaldi
Er mejo
In merito alla questione
dell’abbandono delle vaccinazioni con AstraZeneca per i “giovani”, sancita dal
Ministro della Sanità venerdì sera (11/6) in una comunicazione “urbi et orbi”
sull’onda del nefasto esito degli “open days”, desidero esprimere le mie
personali perplessità che ho già esposto al mio medico di famiglia, di cui peraltro
nutro piena e incondizionata fiducia sia personale che professionale, ancor
prima che si verificassero gli eventi che hanno portato ora a questo ennesimo cambio
di programma per questo vaccino e che ho ripreso in una mia ultima lettera
riportata di seguito.
Antefatto. Nonostante una mia personale convinzione a favore dei recenti vaccini a
m-RNA rispetto ai più tradizionali vaccini a vettore virale (tipo AstraZeneca),
mi sottoposi a vaccinazione appena possibile per la mia fascia di età (70-80
anni) come prescritto, presso il mio medico di fiducia e l’unica alternativa
era il vaccino AstraZeneca. La prossima settimana dovrei sottopormi al richiamo
col medesimo tipo di vaccino, a distanza di tre mesi dalla prima dose, come da
programma. Nel frattempo ho manifestato al mio medico le mie
perplessità, basate su notizie provenienti dalla Germania e dalla Spagna
rispettivamente sul passaggio a vaccini diversi da AstraZeneca per la seconda
dose e sullo studio degli effetti di questo passaggio in termini di protezione
immunitaria (ottima). Queste mie perplessità hanno sempre incontrato umana comprensione
ma inamovibile seppur comprensibile determinazione, basata sul dettato delle
norme e dei protocolli. Nulla da eccepire. Tuttavia, alla luce di quanto ora si
viene a sapere dal Ministero della Sanità, mi sono sentito in diritto/dovere di
esprimere al mio medico di fiducia le mie perplessità per l’ennesima volta in
questi termini:
Er mejo |
Li chiamano esperti
“Per quanto riguarda il passaggio da una prima dose
AstraZeneca ad una seconda a m-RNA, mi sembra che questo sia ora divenuto un
suggerimento perentorio da parte degli organi competenti in materia. Almeno per
le persone di età inferiore ai 60 anni. Penso dunque che la mia posizione di
scetticismo (se non contrarietà) riguardo la necessità di continuare ad
assumere il vaccino AstraZeneca anche per la seconda dose, in vista delle
determinazioni recentemente sancite dall'autorità regolatoria, sia
perfettamente giustificata, sia sul piano personale (sfiducia - da sempre - in
questo tipo di vaccino) che sul piano medico-scientifico.
D'altra parte se esistessero provate controindicazioni
per cambiare vaccino tra una prima dose con AstraZeneca ed una seconda con
vaccino a m-RNA (non il contrario!), non credo che l'autorità regolatoria ne
avrebbe sancito la perentoria applicazione ad un milione di persone. Che poi
queste debbano essere, altrettanto perentoriamente, persone di età inferiore ai
60 anni, mi sembra, in tutta onestà, una questione di lana caprina. Anche
statistiche alla mano; in quanto basate su piccoli numeri (casi di reazioni
avverse), per definizione statisticamente non significativi.
Insomma, non sono molto d'accordo che si debba andare
"per Aspera ad AstraZeneca!".
In attesa che tra oggi e venerdì prossimo possano venire
altre idee in merito a quanto sopra a chi di dovere, magari nella direzione da
me auspicata, le porgo i miei più cordiali saluti”.
Li chiamano esperti |
Riassunto
delle puntate precedenti. Il 29 gennaio 2021, l’EMA (Agenzia
Europea del Farmaco) ha autorizzato AstraZeneca per tutte le età, sopra i 18
anni, in due dosi a distanza di 12 settimane. Il 30 gennaio, l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha autorizzato queste
vaccinazioni preferibilmente per la fascia d’età tra i 18 e i 55 anni. Il 22 febbraio il Ministero della Sanità ha esteso la possibilità di usare AstraZeneca
fino ai 65 anni. L’8 marzo ha ulteriormente esteso l’età ai maggiori di 65 anni,
tranne i vulnerabili (? - sic).
Dopo casi sospetti di trombosi nei
vaccinati, l’Aifa sospende AstraZeneca il 16 e il 17 marzo ma dopo un chiarimento
da parte di EMA si riprende il 18.
Adesso il Cts (Comitato tecnico
scientifico), ha deciso di bloccare AstraZeneca per i minori 60 anni. I richiami
per la seconda dose saranno fatti con vaccino a m-RNA. E questo sarebbe un
vaccino del quale fidarsi ciecamente? Senza contare il fatto che il Regno
Unito, dopo aver utilizzato il vaccino a vettore m-RNA (Pfizer-BionTech),
approvato in tutta fretta (ai primi di dicembre 2020, ben prima di EMA) per
assicurarsi tutte le forniture pattuite col produttore belga in previsione di
Brexit, è ricorso ad una massiccia campagna vaccinale con AstraZeneca (prodotto
a Oxford) che gli ha consentito di uscire per primo dall'emergenza. Ma ora si
trova con un rialzo dei contagi dovuto alla variante Indiana. Variante che, c'è
da scommetterlo, si espanderà in Europa come la variante inglese (ora al 90%
dei casi), con la differenza di non trovare un efficace ostacolo nel vaccino
AstraZeneca.
Un minimo di logica in tutta questa faccenda sarebbe
finalmente auspicabile.